Genova, Teatro Carlo Felice, Stagione Lirica 2013/2014
“RIGOLETTO”
Opera in tre atti di Francesco Maria Piave, tratto da Le Roi s’amuse di Victor Hugo.
Musica di Giuseppe Verdi
Il duca di Mantova SHALVA MUKERIA
Rigoletto CARLOS ALMAGUER
Gilda CINZIA FORTE
Sparafucile GIANLUCA BURATTO
Maddalena NINO SURGULADZE
Giovanna ANNA VENTURI
Il conte di Monterone SEUN PIL CHOI
Marullo CLAUDIO OTTINO
Matteo Borsa ENRICO SALSI
Il conte di Ceprano ALESSIO BIANCHINI
La contessa, sua sposa SIMONA MARCELLO
Un usciere di Corte GIAN PIERO BARATTERO
Paggio della duchessa ELISABETTA VALERIO
Orchestra e Coro del Teatro Carlo Felice di Genova
Direttore Fabio Luisi
Maestro del Coro Patrizia Priarone
Regia Rolando Panerai
Scene Enrico Musenich su materiale scenografico in dotazione alla Fondazione Teatro Carlo Felice
Costumi Regina Schrecker
Coreografia Giovanni Di Cicco
Luci Luciano Novelli
Allestimento Fondazione Teatro Carlo Felice
Genova, 13 novembre 2013
La nuova programmazione del Teatro Carlo Felice ripropone, quale spettacolo inaugurale della nuova stagione, l’allestimento di “Rigoletto” già visto in primavera sullo stesso palcoscenico genovese e in estate nella cornice del Priamar di Savona. Tutto resta invariato per quanto riguarda regia (Rolando Panerai), scene (Enrico Musenich) e costumi (Regina Schrecker), per il commento dei quali vi rimandiamo alla recensione precedente. Al contrario, il cast musicale ha subito un radicale rinnovamento, sia sul palco che in buca d’orchestra: la straordinaria bacchetta di Fabio Luisiè oramai garanzia di un’abilità che pochi al mondo possono vantare, soprattutto se rapportata al tempo di prove decisamente esiguo (Luisi è arrivato a Genova solamente il giorno prima dello spettacolo). Seguito rigorosamente dall’orchestra del Teatro Carlo Felice, che dimostra qui tutto il suo valore, il direttore genovese riesce a restituire una lettura della partitura misurata e dai giusti toni, attenta all’equilibrio delle varie componenti orchestrali oltre che delle voci in scena: il risultato, fin dal preludio, è un’esecuzione in cui ogni singolo strumento è chiaramente distinguibile eppure perfettamente amalgamato col resto dell’ensemble.
Nel ruolo di Rigoletto, il baritono messicano Carlos Almaguer offre un’interpretazione non del tutto convincente, ma complessivamente apprezzabile. Il timbro vocale è molto bello, la zona centrale è usata con padronanza di colori e varietà di accenti. Un po’ meno in quello acuto, che risulta non sempre bene a fuoco e talvolta forzato. L’interprete è convincente per intensità drammatica e non indifferente fisicità. Il Rigoletto di Almaguer sa essere feroce e crudele tanto quanto protettivo ed affettuoso nei riguardi della figlia.
Alquanto alterna anche la prova di Shalva Mukeria. In evidente difficoltà all’inizio dell’opera, salvo poi riprendersi nel secondo atto per portare a termine una recita complessivamente dignitosa. Il timbro non è particolarmente ricco di armonici e risulta in certe occasioni un poco “secco”, tuttavia è impressionante la facilità sugli acuti (esegue anche il re acuto al termine della cabaletta del secondo atto) e la musicalità è buona, così come la presenza scenica. Qualche inflessione nasale di troppo è causa di alcuni difetti sulla pronuncia delle consonanti doppie.
Gradevole la Gilda di Cinzia Forte, soprano dotato di timbro suadente, buona agilità e ottime doti interpretative, aiutate da una bella presenza scenica. A dispetto del cognome, tuttavia, la linea di canto è piuttosto disomogenea e, alla platea, suono un po’ troppo flebile. Notevolissima la coppia Sparafucile-Maddalena, al secolo Gianluca Buratto e Nino Surguladze. Timbro sonoro e cupo per il primo, che rende con viva partecipazione la figura del sicario, riuscendo talvolta ad incutere un certo timore anche nello spettatore, mentre la seconda, oltre a un indubbio physique du rôle sfoggia una vocalità non impeccabile, ma efficace nella resa del personaggio.
Valido, preciso e puntuale l’apporto di tutti i comprimari così come altrettanto apprezzabile è stata la performance del coro del Teatro Carlo Felice, preparato da Patrizia Priarone.Platea quasi al completo, mentre si notano alcuni vuoti di troppo in galleria; buona comunque la risposta del pubblico, che mostra di aver gradito la riproposizione di un capolavoro immortale. A questo Rigoletto, farà seguito Otello, spettacolo che porterà a compimento le celebrazioni genovesi dell’anno verdiano. Foto Marcello Orselli