Balletto di Mosca La Classique: “Lo Schiaccianoci”

Roma, Teatro Brancaccio, Stagione 2013-2014
“LO SCHIACCIANOCI”
Balletto in due atti
Musiche Pëtr Il’ič Čaijkovskij 
Coreografie Marius Petipa, Lev Ivanov riviste da Valery Kovtun
Costume Designer Elik Melikov
Scenografie di Evgeny Gurenko
Direttore di Palcoscenico Sergey Bugakov
Disegno luci Sergey Yurkin
Supervisione costumi Nina Yurkina
Balletto di Mosca “La Classique”
Maître de Ballet Ekaterina Karpova, Evgenia Novikova, Andrey Shalin
Direttore Artistico Elik Melikov
Roma, 13 dicembre 2013

“Lo Schiaccianoci” è la favola natalizia per eccellenza. Ispirato dal racconto di E.T.A Hoffmann “Lo Schiaccianoci e il Re dei Topi”, questo balletto è il terzo e ultimo creato da Čajkovskij un anno prima della sua morte. Fu presentato per la prima volta al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo nel 1892 su libretto e scenario di Marius Petipa e coreografia di Lev Ivanov. Rimaneggiato molte volte nel corso degli anni, le frequenti riedizioni ne hanno mutato libretto e coreografia, fin quasi a far perdere le tracce dell’originale, facendo diventare il riferimento a Petipa una semplice convenzione, universalmente accettata. Nella versione proposta dal Balletto di Mosca “La Classique”, l’opera è divisa in due parti distinte: realtà e sogno. Nella prima ci troviamo nella casa dei genitori della piccola Clara, addobbata per le festività natalizie, dove è in corso una grande festa con amici e parenti; i grandi danzano in abiti sfarzosi, mentre i bambini giocano, corrono, si fanno i dispetti. Ad intrattenere gli ospiti, ad un tratto, arriva Drosselmayer, amico di famiglia, personaggio enigmatico a metà tra un inventore ed un mago, che porta le sue bambole meccaniche. Drosselmayer fa esibire le bambole ( Colombina, Arlecchino e il Saraceno ), in una serie di danze per la gioia e la sorpresa di grandi e piccini. Alla fine regala a Clara uno Schiaccianoci. La bambina è contentissima per il dono, ma suo fratello Fritz, in preda ad un attacco di gelosia, lo danneggia per spregio. Clara si dispera, ma la festa è giunta a conclusione, è ora per gli ospiti di tornare a casa e mettere a letto i bambini. Nel salone ormai vuoto rimangono solo la bambola Schiaccianoci e Clara che esausta si addormenta su una poltrona. E da qui inizia la parte del sogno. Un gruppo di topi, guidato dal Re dei Topi, tenta di invadere la casa e conquistare il grande Albero di Natale, Clara si sveglia e cerca di scacciarli, ma i topi sono troppi ed il Re dei Topi troppo forte. Ma ecco che lo Schiaccianoci prende vita e con l’aiuto di alcuni soldatini, intraprende una battaglia contro gli invasori. Dopo un combattimento senza esclusioni di colpi, il Re dei Topi vieni sconfitto e Drosselmayer trasforma lo Schiaccianoci in un Principe, che conduce la piccola Clara in un regno incantato, dove danzano insieme a fiocchi di neve, fiori e personaggi che vengono da ogni parte del mondo.

In questa versione la trama si discosta un poco dalla versione originale, che vede nel secondo atto la figura della Fata Confetto che accoglie Clara e il Principe Schiaccianoci nel mondo fatato, e che danza con quest’ultimo nel Grand Pas de Deux finale. Nonostante il soggetto del balletto risulti piuttosto semplice, la partitura musicale di Čajkovskij è un vero capolavoro e conferisce all’opera la particolarità e la raffinatezza che la contraddistringue e che la fa amare dal pubblico di tutte le età. La coreografia che abbiamo ammirato stavolta è stata rivista da Valery Kovtun e ricorda molto quella che viene tuttora eseguita dalla compagnia di ballo del Teatro Mariinskij. Valery Kontun è riuscita ad “asciugare” le parti danzate, ideate per un cast molto più numeroso di quello che abbiamo visto in scena, senza però limitarne lo sfarzo, la bellezza e la grandiosità. Di grande effetto e molto ben eseguite le danze dal mondo, che qui diventano degli interessanti passi a due, in cui le coppie di solisti si distinguono per l’elevato livello tecnico. In particolare abbiamo apprezzato le coppie cimentatesi nella Danza Russa e nella Danza Orientale. Il Valzer dei Fiocchi di Neve e quello dei Fiori, momenti essenziali nell’opera, attesi sempre con trepidazione, risultano all’altezza delle aspettative grazie all’intensità, la precisione e l’attenzione di un corpo di ballo ben affiatato. Un’ulteriore nota di merito per i protagonisti: Clara è deliziosa e spensierata nel primo atto e rivela importanti doti tecniche soprattutto nel Grand Pas de Deux e nella variazione del secondo atto. Del Principe Schiaccianoci ammiriamo la sicurezza come partner e la facilità con cui ha saputo eseguire i complicati virtuosismi nel suo solo. Infine il Re dei Topi ha saputo ben rappresentare il proprio personaggio rendendolo inquietante e caratteristico.
L’allestimento e i costumi sono sofisticati ed eleganti senza essere eccessivi e regalano il giusto contesto all’ambiente natalizio nel primo atto e un’aria regale e onirica nel secondo. Il pubblico ha risposto numeroso all’invito del Teatro Brancaccio, tanti i bambini presenti che hanno trattenuto il respiro, sperato e gioito assieme agli interpreti del balletto, lasciandosi ammaliare dalla magia che questo Schiaccianoci è stato in grado di regalare.