Il viaggio di Dante, il sogno di Liszt

Verona, Teatro Ristori, Fondazione Arena. Stagione Sinfonica 2013-2014
“DanteXperience” – Musica, poesia e immagini sulla Divina Commedia
Ideazione, regia visuale e direzione, Vittorio Bresciani
Maestro del Coro Armando Tasso
Pianoforte Sergio Baietta,  Jacopo Giacopuzzi
Voci recitanti  Roberto Petruzzelli, Chiara Degani
Coro Femminile della Fondazione Arena di Verona

Franz Liszt:  Dante Sonata “Après une lecture de Dante. Fantasia quasi Sonata”
Con recitazione del poema di Victor Hugo “Après une lecture de Dante” e proiezione del dipinto di Eugène Delacroix “La Barca di Dante”.
Dante-Symphonie “Eine Symphonie zu Dantes Divina Commedia”
Con recitazione di brani tratti dalla Divina Commedia e proiezioni di immagini elaborate dalle illustrazioni di Gustave Doré
Verona, 24 Gennaio 2014

Prende vita al Teatro Ristori il sogno “multimediale” di Franz Liszt. Il sogno di realizzare l’avvenieristico spettacolo in cui l’esecuzione della sua Dante-Symphonie (“Eine Symphonie zu Dantes Divina Commedia”) viene accompagnata dalla proiezione –attraverso una lanterna con speciali lenti ottiche- di una serie di disegni ispirati al poema dantesco. Come tocco finale del multiforme progetto un coro femminile, nascosto ed in alto rispetto al palcoscenico, e l’utilizzo di alcune mirate citazioni dantesche attraverso l’aggiunta di voci recitanti. Il progetto fu accantonato da Liszt, a causa dei costi troppo elevati che avrebbe comportato, e finalmente realizzato una decina di anni fa da Vittorio Bresciani che ha saputo dare vita allo spettacolo multimediale portandolo in seguito sui palcoscenici delle più importanti piazze musicali internazionali, sia nella versione orchestrale che in quella per due pianoforti. Bresciani, che in occasione di questa rappresentazione veronese è regista e direttore, passa il testimone ai degni allievi Sergio Baietta e Jacopo Giacopuzzi, già postisi ripetutamente all’attenzione del pubblico italiano e non solo.
Lo spettacolo dal titolo DanteXperience prevede, prima della Dante-Symphonie , l’esecuzione della Dante-Sonata dello stesso Liszt in una versione per due pianoforti redatta da Bresciani a completamento del programma, anche questa multimedializzata attraverso la lettura del poema di Victor Hugo “Après une lecture de Dante” e dalla proiezione del dipinto di Eugène Delacroix “La barca di Dante”. L’intensa lettura dell’attore Roberto Petruzzelli preludia alla cupa e a tratti letteralmente infernale atmosfera della Dante-Sonata, parabola del percorso oltremondano di Dante in una forma musicale estremamente libera nell’elaborazione strutturale, che volge infine lo sguardo ad un epilogo ottimista che in conformità al testo di Hugo sembra terminare con il virgiliano motto “preseguiamo!”.
E dunque si prosegue con la poliedrica rappresentazione della Dante-Symphonie sognata da Liszt, aperta dalla lettura del celebre incipit dal Canto III dell’Inferno “Per me va nella città dolente, per me si va ne l’etterno dolore…”: ancora intenso Petruzzelli, che con la sicurezza dell’esperienza affronta il testo del sommo poeta restituendone una lettura tesa e catalizzante. Il perentorio e turbinoso Inferno apre la sinfonia, lasciando ampio spazio al ragguardevole virtuosismo di Baietta e Giacopuzzi mentre sullo sfondo scorrono le immagini del viaggio di Dante e Virgilio -create dal più celebre illustratore della Divina Commedia, Gustave Doré- e rivisitate digitalmente per l’occasione. Al passaggio nel secondo cerchio infernale (Canto V) ecco la voce di Chiara Degani, perfetta espressione della disperazione di Francesca da Polenta nel raccontare la vicenda di amore e morte che ora la lega per l’eternità all’amato Paolo Malatesta espressa musicalmente dal centrale Andante amoroso. Subito il testo musicale incorre nuovamente nella turbinosa concitazione che ne ha caratterizzato l’inizio, fino all’incontro con “lo ‘mperador del doloroso regno” Lucifero (con tanto di fumo che invade la platea!), prima del definitivo mutamento del contesto musicale a determinare l’arrivo nel Purgatorio. Qui l’atmosfera è serena e malinconica, a tratti dolente nel rispecchiare la condizione di chi vi alberga, in costante ascesa verso l’epilogo finale. Diversamente dall’idea iniziale di una forma tripartita che ricalcasse la struttura del poema, Liszt decide poi di concludere la Dante-Symphonie con un “Magnificat” affidato al coro di voci femminili, forse convinto dall’idea wagneriana che non fosse possibile rappresentare adeguatamente il paradiso attraverso il linguaggio musicale. L’attacco del coro è reso massimamente suggestivo dall’ubicazione nel loggione più alto del teatro, spazializzando l’esperienza del pubblico che risulta così totalmente e letteralmente immerso nella rappresentazione. Preciso e curato l’apporto solistico di Grazia Montanari.   Il successo della serata è sancito dall’indiscutibile talento dei pianisti Baietta e Giacopuzzi che, in perfetta comunione di intento musicale, si dimostrano singolarmente capaci di sfoderare una tecnica brillante pur rimanendo in perfetto equilibrio di sonorità e allo stesso modo abili nell’asservire il proprio pianismo al testo recitato come una cornice perfettamente calzante. Molti applausi anche per Vittorio Bresciani, attento supervisore dell’intera rappresentazione nonché preciso ed inappuntabile direttore dell’episodio corale conclusivo. Meritatissime ovazioni per uno spettacolo vivo e moderno, capace di coinvolgere il pubblico con prospettiva nuova e di svincolarlo dal talvolta polveroso e frontale formalismo della sala da concerto attraverso un attualissimo sincretismo artistico.