Verona, Teatro Ristori, Società Amici della Musica. 104a Stagione Concertistica
Orchestra da Camera di Padova e del Veneto
Violino e Direttore Domenico Nordio
Direttore Dario Garegnani
Wolfgang Amadeus Mozart: Concerti per violino n. 3 in Sol maggiore K. 216, n. 1 in Sib maggiore K. 207, n. 4 in Re maggiore K. 218.
Zeno Baldi: “Rami” (Prima esecuzione assoluta – commissionato dalla Società Amici della Musica di Verona)
Verona, 24 Aprile 2014
Sono Domenico Nordio e il suo Stradivari i protagonisti del penultimo appuntamento della stagione degli Amici della Musica di Verona. Accompagnato dall’Orchestra da Camera di Padova e del Veneto, il violinista padovano ha eseguito tre concerti mozartiani e la prima assoluta di “Rami”, nuova composizione commissionata per l’occasione al giovane compositore Zeno Baldi. L’attenzione di Nordio all’assoluto controllo della sonorità rimarrà una costante dell’intera esibizione e risulta ben chiara fin dal suo ingresso solistico nella prima opera in programma, il concerto per violino n. 3 in Sol maggiore K. 216. Il tempo, mai spinto ad un’anacronistica velocità che nell’ultimo decennio sembra essere diventata diffusa moda, lascia spazio all’elegante fraseggio del solista ed alla sua scelta di una tipologia di suono sempre molto presente e chiara, ma forse a lieve discapito di una varietà timbrica dello strumento che è stata magistralmente mostrata al pubblico veronese da Isabelle Faust durante il concerto inaugurale della stagione.
Nel successivo concerto n. 1 in Sib maggiore K. 207, l’equilibrio tra l’orchestra e l’apporto solistico si fa ancor più saldo, ponendo così il giusto risalto sull’estro compositivo (e in primis violinistico) di un Mozart diciannovenne ma che si avviava verso il consolidamento di uno stile maturo. Molto pregevole l’adagio centrale, condotto da Nordio con gusto e eleganza.
La prima parte del concerto si conclude con l’esecuzione del brano commissionato dalla Società Amici della Musica di Verona al compositore Zeno Baldi, promessa del mondo musicale italiano già perfezionatosi con eccellenti maestri tra cui Brian Ferneyhoug ed anche il veronese Marco Stroppa.
La forma della breve composizione -dal titolo “Rami”- è modellata in riferimento al L-systems, linguaggio formale che descrive la crescita di alcuni organismi viventi (in particolare i rami delle piante) secondo l’utilizzo di algoritmi. Complessa, seppur coerente e tutt’altro che inaccessibile, l’opera di Baldi colpisce per la modalità con cui sono trattati gli strumenti ad arco dal punto di vista timbrico, con particolare riferimento alla sovrapposizione di suoni armonici adoperata nel finale. I punti di contatto con un’altra sua opera del 2014, Mimo, contribuiscono a delineare la radice di un’estetica compositiva interessante e originale che ci auguriamo di vedere in futuro ancor meglio dispiegata. Impeccabile la direzione di Dario Garegnani, prezioso punto di contatto tra Nordio e l’orchestra nella quadratura ritmica dell’esecuzione. Molti applausi per Zeno Baldi, presente in sala. Il concerto si conclude con l’esecuzione di un altro concerto per violino di Mozart, il n. 4 in Re maggiore K. 218. La scelta di tempi generalmente comodi lascia nuovamente a Nordio la possibilità di evidenziare al massimo le potenzialità cantabili del magnifico strumento, senza lasciare al caso nemmeno la minima sfumatura di fraseggio. L’Orchestra di Padova e del Veneto, che vanta ormai quasi cinquant’anni di attività, si dimostra formazione solida e versatile nell’affrontare i repertori più diversificati e nell’assecondare le scelte solistiche. Successo della serata suggellato dal bis dell’adagio del primo concerto mozartiano. Foto Brenzoni