Bassano del Grappa, B.motion: uno sguardo al contemporaneo

Bassano del Grappa, B.MOTION danza&teatro 2014
A RITROSO SORTIRA’: FLUX FLUX
Palazzo Sturm
Coreografia: Simona Bertozzi
Danzatrici: Alessia Ceccarelli, Simona Bertozzi
Musica: Susumu Yokota
Coreografa Assistente: Valentina Pagliarani
BLIND DATE
Chiesa di San Bonaventura
Coreografo:Arthur Rosenfeld
Danzatori: Arthur Rosenfeld, Liz King
Supporto Drammaturgico: Ana Teixidò
Con la Partecipazione Del: Coro Vecchio Ponte
Diretto da: Giovanni Mayer
JOURNEY
Garage Nardini
Coreografia: Koen De Preter
Danzatori: Alphea Pouget, Koen De Preter
Drammaturgia: Annette van Zwoll
Scena e Luci: Klaar Vermeulen
Suono: Koen De Preter, Tom Herteweg
Costumi: Elisabeth Kinn Svensson
Manager: Jana Debruyne
Distribuzione: Vincent Van den Bossche
Produttori Esecutivi: Koen De Preter & Klein Verzet
WHAT AGE ARE YOU ACTING?
Garage Nardini
Coreografia: Silvia Gribaudi
Danzatori: Silvia Gribaudi, Domenico Santonicola
Musica: Antonio Vivaldi, Godspeed You! Black Emperor
Assistente Alla Drammaturgia: Giulia Galvan
Suono: Paolo Calzavara
Disegno Luce: Leonardo Benetollo
Bassano del Grappa, 23 agosto 2014, Prime Nazionali

Bassano del Grappa ha sempre dedicato particolare attenzione alla danza, offrendo programmi che hanno ospitato sia grandi nomi, sia debuttanti. Per questo motivo le rassegne bassanesi sono diventate appuntamento irrinunciabile per chi ama la danza e sa apprezzare quando questa è addirittura sperimentata attraverso nuovi percorsi di contaminazione artistica. Quest’anno, per Opera Estate 2014, che è giunta alla 34° edizione, sono in programma, tra giugno e settembre, oltre 300 appuntamenti in 40 location diverse. Addirittura apprendiamo, dal libretto della rassegna, che i promotori hanno ottenuto il riconoscimento europeo come centro privilegiato per la promozione delle arti performative; sono stati ben 7 i bandi dell’UE vinti dal 2010 ad oggi ed è molto bello apprendere che uno di questi, che s’intitola “Dance for Health & Parkinson”, vuole sperimentare l’approccio metodologico di aiuto ai malati di Parkinson attraverso la pratica artistica della danza contemporanea. Quest’anno, invece, il progetto “Act Your Age”, cioè quell’intento di “dialogo intergenerazionale sull’invecchiamento attivo verso l’arte della danza”, ha dato vita a B.Motion il quale a sua volta è diviso in due parti per cronologia (21-24 e 26-30 agosto 2014) e per intenti narrativi; una serie di happening danzanti concepita con la volontà di fare della danza lo strumento attraverso il quale entrare in altri mondi, che sono esperienze frutto di relazioni e, appunto, atteggiamenti e manifestazioni di diverse identità.
Quindi il leit-motiv degli spettacoli visti sabato 23 agosto (A ritroso sortirà, Blind date, Journey e What age are you acting?) è l’età: quando è oggetto di confronto generazionale; quando è alle prese con i nuovi approcci conoscitivi (internet e smartphone); quando è messa a nudo nell’aspetto esteriore e nell’aspetto interiore.
A Ritroso Sortira’: Flux Flux ha avuto luogo nel bellissimo salone d’onore del settecentesco Palazzo Sturm, oggi sede del museo della ceramica. Oltrepassato lo ionico pronao, mentre prendiamo posto, veniamo ipnotizzati dal suono scandito da due metronomi asincroni disposti per terra a fianco a due quadrati di nastro adesivo. Due ballerine, Simona Bertozzi e Alessia Ceccarelli, due generazioni a confronto, sono immobili di spalle, oltre la porta a vetri che dà sul fiume Brenta. E’ un incanto: la fascinazione addotta dal silenzio dei loro innumerevoli gesti e dal suono delle loro poche parole (“Bada al senso e i suoni baderanno a se stessi”), le fa sembrare due creature rimaste uniche al mondo, in perlustrazione di un nuovo territorio, quindi di sé, del proprio corpo maturo o giovanile e della propria emotività. Coreografie brevi, essenziali, con pose statiche e geometriche, che cercano punti di fuga diametralmente opposti. Gli inserti musicali, ora carillon ora tribali sono ricorsivi anch’essi: ritornano all’inizio, ricopiano le note come l’allieva copia la maestra, così la maestra mostra e guida il movimento dell’allieva prendendola per mano per riaccompagnarla lì da dove erano venute.
Blind Date è semplicemente poetico. Nell’atmosfera atemporale di una chiesa sconsacrata (San Bonaventura) s’incontrano Arthur e Liz due vecchi ballerini, due esperienze pluriennali della danza, due cuori solitari. Tra loro è subito gioco. Lei mima i desideri di chi frequenta una chat line di incontri per ultrasessantenni, lui li incarna mettendosi nei panni del suo compagno ideale: l’antidoto alla solitudine, l’appagamento del desiderio sessuale; diventerà colui che le farà provare la gioia del sentimento amoroso senza tempo. Infatti, dopo la musica dance anni 70 e gli amplessi coreografici che ripercorrono le tappe più belle della loro giovinezza, Arthur dà il via ai cantori del coro Vecchio Ponte, seduti tra il pubblico (in due punti precisi, per accentuare l’effetto stereofonico). L’effetto sorpresa è di forte impatto emotivo, e scorgo una ragazza dietro di me mentre si asciuga le lacrime. Gli elementi del coro prendono la scena e Liz è circondata, corteggiata, avvolta e ammaliata da quelle carezze vocali, da quella serenata inaspettata.
In Journey (presso il Garage Nardini) assistiamo ancora ad un incontro di due belle personalità, che palesano la loro corporeità, con quel fine che la rassegna bassanese ha voluto nominare “Act Your Age”. In questa performance, infatti, l’appena trentenne danzatore e coreografo Koen de Preter scopre la bellezza e la tenerezza del corpo dell’ottantenne ballerina Alphea Pouget. Alphea ha una forte presenza scenica e una maschera di rughe che le solcano il viso e le donano un’espressione tenera di simpatia. I due dapprima isolati in percorsi simmetrici e in balli solitari (lei su musica classicheggiante, lui su quella rockeggiante), si trovano un momento faccia a faccia e da lì si inseguono a vicenda per incontrarsi in equilibrismi e in sospensioni che hanno dell’audace. E’ tutto chiaro: noi siamo quei corpi che da giovani poi invecchiano, d’accordo, che compiono un viaggio (journey) nel quale la tappa iniziale (la gioventù) è tanto significante e avente valore assoluto da preservare quanto la tappa finale (l’anzianità).
Silvia Gribaudi fa il suo esordio in scena completamente nuda e così ci parla con nonchalance (in perfetto inglese) di lei al cospetto dell’età. Ma quanti anni dimostriamo? Quanti ne abbiamo e quanti ce ne sentiamo? Sarà forse un modo ironico (diciamo autoironico) di esorcizzare la paura di invecchiare che la Gribaudi coreografa, in duetto con Domenico Santonicola, quelli che sono i momenti della nostra vita, le esperienze attraverso le quali atteggiamo le nostre età. In vero facciamo la nostra “apparizione” anche sotto forma di polvere, che sarebbe ciò che liturgicamente ricordiamo con immensa tristezza: “Memento homo, quia pulvis es et in pulverem reverteris”. In What Age Are You Acting?, “The relativity of ages” (Le età relative), i due ballerini diventano attori di sketch strappa-risata che raccontano quanto siamo sempre impegnati nell’affannosa corsa al bell’apparire; insomma quanto siamo lì a rincorrere il desiderio di celare dietro a rimedi, alle volte proprio casalinghi “fai da te” (la scena del cetriolo applicato come cura di bellezza), i segni che il tempo lascia sul nostro corpo. Tuttavia, confrontato con gli intenti e gli esiti delle performance viste in precedenza, questa sottolineatura della ridicolezza delle nudità umane mostra i suoi difetti: il visibile distacco della coppia, quell’assenza di affiatamento che invece meglio poteva servire a rendere godibile lo spettacolo. Un sentitissimo ringraziamento alla direttrice generale Rosa Scapin per l’ottima accoglienza, la cortesia e la simpatia.