La potenza espressiva della Hilal Dance

Catturare l’energia pura di ciò che ciascuno ama nella danza, unire la gioia e la libertà del movimento con la raffinatezza dell’espressione, promuovere una completa unione tra mente e corpo, che dia voce alla musicalità insita in ciascuno di noi e valorizzi l’unicità del danzatore.
Queste sono solo alcune delle infinite potenzialità della Hilal Dance, danza d’arte che nasce dall’ intuizione creativa e dal genio artistico di Suraya Hilal, danzatrice e coreografa egiziana.
E’ facile stupirsi guardando una performance di Hilal Dance; restare catturati dalla potenza espressiva dei suoi linguaggi, intravedere dietro i movimenti dei danzatori una pulsione alla ricerca dell’essenza e dell’equilibrio che risiede in fondo ad ognuno di noi. Ma il lettore capirà che occorre vedere per capire, perché la danza è un’arte sensoriale che si nutre di percezioni individuali, di stati d’animo che portano alla luce lo stato divino dell’essere umano.
E’ visitando il sito ufficiale della Hilal Dance, che si può avere subito un’idea chiara dei concetti chiave che muovono questa raffinata forma espressiva.
Basterà cliccare su www.hilaldance.com e si aprirà una finestra su un mondo: contaminazioni di molteplici culture, produzioni coreografiche che hanno fatto il tutto esaurito nei teatri di molti paesi del mondo, collaborazioni con musicisti internazionali che hanno arricchito e reso più originale la ricerca instancabile dell’inventrice di questa disciplina che a pieno titolo definirei olistica.


Dura tutta una vita la ricerca di Suraya Hilal. Comincia quando era bambina al Cairo, sua città natale, dove si appropria del patrimonio della tradizione orale che si tramanda anche attraverso la musica e le danze popolari, per proseguire ben presto negli Stati Uniti, dove studia psicologia e si forma in danza contemporanea, danza indiana e Afro-americana alla Catherine Dumham School.
Oggi Suraya è diventata il punto di riferimento della danza contemporanea mondiale di stampo orientale. Partendo da profonde radici culturali orientali e africane Suraya negli anni, ha dato vita ad una danza unica nel suo genere, per linguaggi espressivi, contenuti emozionali, e ricerca dell’equilibrio, ispirato al concetto filosofico orientale di “armonia degli opposti”.
La Hilal Dance è oggi la sintesi di tutto il lavoro creativo, teatrale e didattico di questa artista speciale. Un patrimonio che con gli anni si è arricchito godendo della collaborazione, oggi divenuta sodalizio artistico, con un danzatore e coreografo italiano di qualità, Alessandro Bascioni, che ha trasferito nella Hilal Dance la propria creatività, contribuendo negli anni a sviluppare le infinite potenzialità espressive e stilistiche della Hilal Dance.
Oggi Suraya e Alessandro girano il mondo con le loro due compagnie: la Hilal Dance Company, e la Iskandar Dance Company. Hanno al loro attivo numerose produzioni coreografiche e conducono a Firenze una scuola di formazione che rappresenta l’officina creativa da cui vengono fuori allievi e futuri insegnanti della Hilal Dance.


E’ Burning Lands (Terre ardenti) l’ultimo lavoro coreografico portato in tournée dalla Iskandar Dance Company. Una danza che racconta dell’umanità e della terra, della condizione esistenziale umana interiore che si riflette in ultima analisi nel mondo esterno come agitazione, guerra e lotta per la sopravvivenza. Questo drammatico viaggio ci porta in luoghi scomodi sfidando le nostre percezioni e sfumando i confini tra il nostro sé interiore e la realtà esterna. I danzatori fluttuano nello spazio di scena, disegnando linee morbide che si sviluppano e tornano su se stesse, dando vita a movimenti precisi che richiamano stabilità ma allo stesso tempo evoluzione.
E mentre i gesti catturano, quasi ipnotizzano lo spettatore, le musiche penetrano, col ritmo e la cadenza offerta dalle percussioni, fin nella pelle di chi assiste alla performance. Il corpo di Suraya, nascosto da un velo madreperla, fa risplendere l’essenzialità, l’autenticità e la potenza espressiva di questa danza magnifica. Mentre gli altri corpi in scena, avvolti da tessuti semplici, nella naturalezza delle loro forme, risaltano la compostezza, l’elasticità e il rigore di un movimento che non lascia nulla al caso, ma contiene in sé tutta la rigida disciplina dell’arte coreutica.