La voce contemporanea in Italia vol.6

Luigi Esposito (n.1962): “Sei metri quadrati” (2010), per voce di soprano e attore/pianista, testo di Guido Barbieri; Giuseppe Giuliano (n.1949): “Click-photofit” (2011), per voce, pianoforte e percussioni leggere, testo di Dan Albertson “pour Henri Cartier-Bresson”: Adriano Guarnieri (n.1943): “Rilke Lieder” (2012), per voce e pianoforte, testi di Rainer Maria Rilke; Carlo Alessandro, Landini (n.1954): “Mothers of hope” (1997), “An hommage to Francesco Clemente”, per voce e pianoforte, testo di Carlo Alessandro Landini; John Cage (1912-1992):  “Aria” (Milano, 1958), versione per voce e pianoforte, con estratti dal “Concerto per pianoforte e orchestra”; Duo Alterno:Tiziana Scandaletti (soprano), Riccardo Piacentini (pianoforte). Registrazione: Alessandro Cardinale, settembre 2013/febbraio 2014. T,Time: 44’49”. 1 CD Stradivarius (STR 33976)
È con particolare piacere che presentiamo il sesto CD della collana La voce contemporanea in Italia, nel quale il Duo Alterno interpreta quattro lavori che gli sono stati dedicati da altrettanti compositori italiani viventi, per concludere con un classico della contemporaneità, Aria, scritto da John Cage nel 1958, per la voce di Cathy Berberian, durante la sua permanenza in Italia. Il CD, edito da Stradivarius (STR 33976), è uscito il 13 settembre 2014.
È noto l’interesse del Duo Alterno per i rapporti tra suono e immagine, tra musica e arti visive; un interesse che viene alimentato da continue visite ai più importanti musei del mondo nel corso delle sue tournée internazionali o addirittura dall’esibirsi proprio all’interno di suggestivi spazi museali. Nello specifico del loro lavoro di ricercatori ed interpreti, Tiziana Scandaletti e Riccardo Piacentini ritengono essenziale “vivere” l’impatto grafico voluto dagli autori nei loro manoscritti o nelle edizioni finali da loro stessi curate, cifra distintiva – questa rilevanza della grafica – della musica più recente come emerge da ognuna delle partiture relative ai pezzi contenuti nel CD. In particolare: le musiche pittoriche e i grafismi presenti sulla partitura di Luigi Esposito rimandano alle truculente immagini evocate dal crudamente esplicito testo di Guido Barbieri sulla vergogna di Guantanamo; il lavoro di Giuseppe Giuliano sul fotografo Henri Cartier-Bresson, nonché su testi di Dan Albertson, fa trasparire una “metafisica di oggetti” (grafici e fisici); la densità pittografica della partitura dei “Rilke Lieder” di Adriano Guarnieri corrisponde a suo modo alle immagini metaforiche di cui traboccano i testi del poeta tedesco; il raffinatissimo acquerello musicale “Mothers of hope” di Carlo Alessandro Landini rivela espliciti riferimenti all’omonimo quadro del napoletano-newyorkese Francesco Clemente. Conclude il CD uno dei lavori archetipici di John Cage, la cui partitura si basa su una notazione particolare, ma nel contempo semplice: una sequenza di linee variamente colorate, che rappresentano le modulazioni del canto dall’ampia tessitura. Ad ogni colore l’interprete associerà liberamente un diverso style of singing: ad es. – sono scelte fatte a suo tempo dalla Berberian –, al blu scuro un’impostazione jazzistica, al nero un’impostazione drammatica, al viola uno stile alla Marlene Dietrich, al marrone un timbro nasale, e così via. Si tratta di artifici grafici, che anticipano i fumetti musicali di Cathy Berberian e molti dei lavori variamente pittografici degli anni Sessanta e oltre, da Berio a Maderna a Bussotti.
Ma vivere il rapporto suono-immagine si traduce per il Duo Alterno anche nel dare alle sue performance un taglio sinestetico attraverso videoproiezioni, movimenti scenici (ivi compresi quelli delle presentazioni verbali, intese come parte integrante dello spettacolo), “foto-suoni” e cioè suoni registrati durante le varie fasi di una tournée e diffusi in tempo reale nel corso di un determinato evento, per dargli una dimensione maggiormente prospettica e tridimensionale, in particolare attraverso gli interludi pianistici. A questo proposito, non è affatto secondario per i solisti del Duo Alterno il legame tra un determinato brano musicale e il luogo o i luoghi a cui è associato: ad esempio il luogo della sua prima esecuzione e quello cui rimanda il contenuto del brano stesso. Ne risulta, in sintesi, una concezione della musica in base alla quale questa, lungi dall’essere un’arte assoluta che esprime solo se stessa, presuppone sempre una “chiave di lettura”, in cui le immagini evocate dai suoni assumono un significato profondo non solo per l’ascoltatore, ma anche per lo stesso interprete. Quest’ultimo, primo ascoltatore di se stesso, non può fare a meno di proiettare il suono in un universo di colori e immagini: non sarà un caso se il timbro è spesso chiamato “colore”, non solo nella lingua italiana, e se tante metafore visive vengono utilizzate in ambito musicale.
Questi dunque i criteri ispiratori dell’attività del Duo Alterno, come conferma il contenuto di questo CD, il cui interesse nasce anche dalle qualità interpretative dei due artisti, in particolare (senza nulla togliere al valente pianista) dalla versatilità rivelata da Tiziana Scandaletti, nell’affrontare un repertorio così vario. Estremamente convincente la performance del soprano in “Sei metri quadrati” di Luigi Esposito, dove l’inquietante racconto è affidato a due narratori (l’ex prigioniero e la sua beffarda interlocutrice), che inizialmente esprimono due diversi punti di vista, ma poi ben presto, nel resto del pezzo, si confondono insieme. Qui la Scandaletti segue con grande efficacia interpretativa la linea vocale, che, tra spazi claustrofobici e fetidi odori, alterna ad un declamato enfaticamente espressionista, allucinati melismi e ritmati passaggi di canto sillabato, nei momenti cruciali della truce rievocazione, mentre il pianoforte procede con grande libertà tra aggregati di note dissonanti, nonché glissandi e pizzicati, ottenuti agendo direttamente sulle corde.
Analoga maestria interpretativa da parte del soprano si coglie nell’esecuzione del pezzo di Giuseppe Giuliano, “Click-photofit” (su un testo in francese), dove il pianoforte ha un ruolo prevalentemente percussivo anche con interventi diretti sulle corde (gravi), associandosi ad altre percussioni, e il canto è ancora costituito da melismi con rapidi guizzi della voce verso il registro acuto o verso quello grave. Efficacissimo il soprano nel fraseggio, caratterizzato anche in questo caso da una evidente esasperazione espressiva, che si concentra nella pronuncia prolungata ed estremamente marcata delle consonanti, in particolare la “s” e il gruppo “tr”.
Assolutamente all’altezza, quanto a mezzi vocali e intelligenza nel loro uso, il soprano nei due pezzi seguenti: i “Rilke Lieder” di Adriano Guarnieri, su frammenti di liriche del poeta tedesco – dove il pianoforte ha un ruolo più tradizionale, seppur attraverso un’armonia dissonante, mentre il canto è caratterizzato prevalentemente da note tenute tra passaggi a piena voce e filati all’interno di un’ampia tessitura – , e il pezzo aforistico “Mothers of hope” di Carlo Alessandro Landini, su testo in inglese dell’autore stesso, dove ancora il canto si caratterizza per i melismi e l’ampia tessitura, con accompagnamento del pianoforte, costituito da figure ritmiche e strutture armoniche piuttosto tradizionali, queste ultime in qualche modo ancora legate alla tonalità. Quanto all’ultimo pezzo, l’estroversa e scanzonata “Aria” di John Cage – una sorta di pastiche, dove convivono elementi desunti dal jazz, dalla musica popolare, dal repertorio operistico, dalla musica orientale, dalla prosa teatrale, ecc. –, l’interpretazione di Tiziana Scandaletti rivela una versatilità, un controllo della voce, una verve al pari di di una Cathe Berberian. E non è un complimento di maniera.