“Alcesti (o del suono dell’addio)” al Teatro Nuovo di Torino

Torino, Teatro Nuovo – Il Gesto e l’Anima 2014-2015 (36° Stagione)
ALCESTI (O DEL SUONO DELL’ADDIO)”
Da Suite Alcesti
Compagnia Zerogrammi
Progetto, regia, coreografia Stefano Mazzotta
Assistente coreografo Chiara Guglielmi
Danzatori Olga Canavesio, Eleonora Bortolotti, Valentina Psenner, Marta Maria Agopar, Valeria D’Amico, Paloma Acosta, Dinara Salykova, Andrea Di Lernia, Luca Zilovich, Noemi Valente, Debora Patrizio, Arabella Scalisi, Beatrice Ferlaino, Gabriel Beddoes
Produzione Compagnia Zerogrammi, in collaborazione con Luft Casa, Creativa, Agorà Coaching Project, Teatro Nuovo Torino, e con il sostegno di Regione Piemonte, MIBACT
Torino, 19 marzo 2015

Building Alcesti, Zerogrammi (Torino, Teatro Nuovo, 19 III 2015) 2La Compagnia di danza Zerogrammi può avere tanti sinonimi: onestà, creatività, misticismo. Stefano Mazzotta, il coreografo, gioca con l’estetica e la tecnica di una maniera molto particolare, convince e cattura, proprio perché le sue opere sono colme di misticismo, umanità, libertà; il tema classico che ha scelto è del resto carico di significato, e nello spettacolo la poca astrazione è contrastata con tanta narrazione e riflessione. Narrazione di qualità con un peso e un messaggio molto intensi. La fantastica idea di coinvolgere giovani danzatori in un percorso formativo che termina con la loro partecipazione allo spettacolo Alcesti, così da farli misurare con il palcoscenico reale, farli emozionare in esso e far loro credere alla realtà del palcoscenico, è geniale e allo stesso tempo semplice; una brillante mossa di marketing e di umiltà del maestro.
Alcesti è il titolo di una tragedia greca scritta da Euripide nel 438 a. C., che ha per tema una paura sempre presente, quella della morte, della rinuncia alla vita. Si apre il sipario e si offre alla vista una scena molto allusiva, una donna che riflette, una pietra e una porta. Alcesti è davanti a una pietra mentre menziona tutte le grandi emozioni alle quali ha deciso di rinunciare, le più semplici e importanti, amare, Building Alcesti, Zerogrammi (Torino, Teatro Nuovo, 19 III 2015)piangere, ridere, guardare, abbracciare, ascoltare. Già a questo punto il pubblico comprende il simbolo della pietra, morte, destino che la donna aveva scelto, pesante e inesorabile. Inizia la danza a coppia e la donna si moltiplica in altre presenze femminili; quindi interviene l’uomo, per raccontare insieme il ciclo della vita e della realtà. Le luci subiscono poche variazioni, la scena sembra sempre la stessa, e d’altronde non ha bisogno di altro, i costumi minimalisti ma funzionali; insomma, tutto ben pensato e realizzato con un gusto.
Ma c’è nella danza una costante, perché le donne cadono e continuano a cadere, come se fosse unicamente dato loro di subire questa realtà; la coreografia risulta sempre interrotta dalle cadute, così come lo spazio è sempre spezzato, violato. A volte l’azione sembra svolgersi in due tempi diversi o in due spazi diversi, separati dalla porta, con quel che accade dentro e quel che accade – o che si riflette – fuori di essa. Lo stile di questa giovanissima compagnia pare leggero e morbido e poco tecnico, ma sono proprio questi gli aspetti che rendono interessante il loro lavoro: il linguaggio è nuovo, originale, intenso, suggestivo soprattutto nBuilding Alcesti, Zerogrammi (Torino, Teatro Nuovo, 19 III 2015) 4ei momenti nei quali la musica è assente, perché accentua il dramma e la emotività. La porta spalancata rappresenta i dubbi, i pensieri, i ricordi della vita, e i ballerini incrociano quella soglia in continuazione e in mille modi diversi. L’ora dell’addio tra Alcesti e Admeto è veramente straziante, mentre ballano accompagnati da un silenzio profondo, mentre giunge l’inevitabile per lei, in prossimità della soglia, e mentre egli cerca di trattenerla, non la lascia andare; la scena si ripete per tante volte, carica di abbracci, di nuove cadute, di rigidità; e alla fine strappa il cuore, lasciando gli spettatori convinti del successo e della grandezza di questa compagnia.   Foto S. Mazzotta