Cremona. Auditorium Giovanni Arvedi. Friends of Stradivari in concerto.
VIOLA ANTONIO STRADIVARI 1715.
The Russian Federation’s State Collection of Unique Musical Instruments
Viola Bruno Giuranna
Pianoforte Clara Dutto
Marin Marais: Cinque danze francesi per viola e pianoforte
Johann Sebastian Bach: Suite n.1 in Sol maggiore BMV 1007 per viola solo (trascrizione dal violoncello di B.Giuranna)
Johannes Brahms: Sonata in F minore Op.120 n.1 per viola e pianoforte
Cremona, 8 marzo 2015.
Domenica 8 marzo, nella prestigiosa cornice dell’auditorium del Museo del Violino ha avuto luogo un concerto memorabile. In concomitanza del suo 300esimo compleanno, e grazie all’impegno dell’associazione Friends of Stradivari, la viola Stradivari del 1715, proprietà del Museo “Glinka” di Mosca, è tornata a Cremona.
Per festeggiare l’evento, il Museo del Violino, custode per i prossimi 10 mesi della viola all’interno della sua preziosa collezione di antichi strumenti cremonesi, ha invitato un interprete di eccezione, il violista Bruno Giuranna per fare ascoltare dal vivo la rara e pregiata bellezza del suono di questo strumento. Il fascino dell’accostamento Giuranna/viola Stradivari russo ha attirato un folto pubblico fra il quale si scorgevano un gran numero di violisti e colleghi violinisti e violoncellisti oltre che liutai.
Era evidente che l’intelligente e mirata scelta di programma era studiato ad hoc per fare gradualmente scoprire le recondite ricchezze, peculiarità di colori e sonorità uniche a questo specifico strumento di Stradivari.
Il concerto si è aperto con le 5 Danze Francesi nella versione per viola e pianoforte di Marin Marais, celebre gambista e compositore francese del periodo barocco. L’apparente semplicità e immediatezza della linea melodica insieme alla freschezza e spirito leggero della forma delle danze barocche hanno permesso alla voce della viola, nelle esperte mani di Giuranna, di uscire con garbo e naturalezza. Con l’eleganza che contraddistingue il suo stile, Giuranna ha affrontato le danze in maniera diretta e posata, senza soluzioni di continuità, passando con levità da un tempo all’altro. L’esecuzione ha messo in luce la straordinaria omogeneità timbrica dello strumento su tutta la gamma e un colore che risulta particolarmente evidente della corda sol. Con l’impeccabile collaborazione della pianista Clara Dutto, che adoperava un tocco e articolazione il più vicino possibile a quello del clavicembalo, Giuranna, ha presentato un quadro ben delineato: nella dolcezza e cantabile del legato del primo movimento, dell’atmosfera della corte della quarta, e delle tre tempi di ispirazione di tradizionale danze rustiche:la seconda della pulsione ritmica, la melanconica terza con l’imitazione della cornamusa, e la speditezza e scioltezza delle figure ornamentale del giocoso finale.
Ma era nell’opera centrale del programma, con la propria trascrizione per viola sola della prima suite per violoncello di Bach, che i pregi della viola “Russa” hanno potuto splendere. Con l’attenzione focalizzata sul solo suono della viola, le qualità già percepite in Marais, in Bach si sono ancora più evidentemente palesate. Il rigore musicale e tecnico dell’esecuzione, il fraseggio ben definito, non hanno impedito al Giuranna di creare un atmosfera rarefatta e affascinante, carezzando le note, e facendolo filare nella distintiva e carismatica bellezza del suono, morbido e omogeneo, particolarmente nell’Allemanda e la Sarabanda. Dopo entusiastici e commossi applausi, in un clima di crescente coinvolgimento, e avvalendosi della sempre eccellente supporto di Clara Dutto, Giuranna ha proseguito il concerto con la Sonata in fa minore op.120 n.1 per viola di Johannes Brahms. Con una totale concentrazione di energia e padronanza ha scavato e modellato con espressiva penetrazione le intense pagine del primo tempo, esaltando tutti gli slanci in esso contenuto: di romantico, appassionato, lirico, e drammatico, raccogliendo anche i frammenti dolenti e struggenti. Nel secondo movimento ha trasmesso la raffinatezza melodica del notturno, e nel terzo, l’ondulante Ländler, ha valorizzato le risorse nella parte della viola con i suoi arpeggi, dando risalto ai mutamenti di dinamico, registi e colore, e assaporando le sostenute note profonde. Il quarto tempo, un rondo vivace e propulsivo, ha coronato un’esecuzione ricca di emozioni che ha permesso il pubblico di condividere la rara e memorabile esperienza di sentire strumenti, solitamente inavvicinabile, suonati da artisti d’eccezione. Dopo ripetute e calorose chiamate alla ribalta, il maestro Giuranna si è congedato dal pubblico con la propria trascrizione della struggente e ammaliante chanson di Gabriel Fauré ‘Après un rêve’.