Johann Sebastian Bach: Preludio e fuga BWV 533a in mi (1708); Fantasia sul corale Christ lag in Todes Bamnden BWV 695; Preludio al corale Erbarm dich mein, o Herre Gott BWV 721; Preludio e fuga in do “Per il Padre Martini”: Sonata per violino n. 1 in sol BWV 1001 (1720); Partita per violino in mi BWV 1006 (1720); Partita per violino n. 2 BWV 1004 (Ciaccona); Variazioni Goldberg BWV 988 (Aria). Luca Guglielmi (organo, clavicordo, clavicembalo). Registrazione: Ivrea, marzo 2002. T.Time: 60.33′. 1 CD Stradivarius 33995 (2014).
Uno l’autore, uno l’interprete, uno il supporto esecutivo, declinato però in diverse modalità: il Klavier bachiano ora è la tastiera dell’organo, ora è quella del clavicordo e del clavicembalo, e con tutte dà prova di grande capacità tecnica e interpretativa Luca Guglielmi.
Il nuovo disco della Stradivarius si presenta con una certa originalità, poiché non si tratta della solita antologia di corali e preludi con fuga, ma di una sorta di excursus tastieristico di invenzione parallela ai Klavierübungen. La scelta si inserisce in un progetto dichiaratamente innovativo, come lascia intendere il titolo programmatico dell’album; e a questo intento l’esecutore più adatto era certamente Luca Guglielmi, virtuoso di origini torinesi, ormai impostosi nelle cronache internazionali anche grazie a una discografia ricchissima, e che per la stessa etichetta Stradivarius ha già inciso anni fa due altri recital in cui alterna l’organo al cembalo suonando le musiche di un medesimo autore, rispettivamente dedicati a Gerolamo Frescobaldi (2008) e alla coppia Georg Friedrich Haendel vs Domenico Scarlatti (2001: all’epoca Guglielmi non era neppure venticinquenne).
La parte più sostanziosa del nuovo album è composta dai tempi della Sonata n. 1 per violino solo (BWV 1001) e della Partita n. 3 per violino solo (BWV 1006), entrambe eseguite nella versione per clavicordo, dunque con ulteriore esercizio di trasposizione per tastiera.
È sempre interessante ascoltare all’interno del medesimo ambito un esecutore che trascorre da uno strumento musicale a un altro, secondo una pratica che fa pensare – tra altri – al magistero di Gustav Leonhardt e di Ton Koopman. Luca Guglielmi fa apprezzare la sicurezza con cui si accosta sia all’organo sia al clavicordo, e la percezione di uno stile più raccolto e meno sgargiante abbinata al secondo strumento si deve alla peculiarità dei brani proposti.
Ottima la sonorità del disco: nei brani iniziali i volumi dell’organo sono netti ed equilibrati, anche perché conservano appena gli effetti naturalistici del rilascio dei tasti e dei registri; nella seconda parte il suono ovattato del clavicordo si apprezza in tutto il suo spettro e in ciascuna delle sue sfaccettature (anzi, forse anche meglio rispetto all’uniformità dell’organo).
Luca Guglielmi offre un’interpretazione intimistica delle pagine bachiane selezionate nell’antologia, come si percepisce sin dal preludio del corale BWV 721 (Erbarm dich mein, o Herre Gott). Ma è in particolare con il clavicordo che la delicatezza del suo tocco rilascia i suoni più convincenti e al tempo stesso più suggestivi. I due brani tratti dal Clavicembalo ben temperato (ma il titolo originale parla pur sempre di Klavier, e dunque di una tastiera nelle sue possibili varietà) risuonano addirittura di mistero e di misticismo. E l’originaria “voce del violino” della Sonata e della Partita è riconoscibilissima nelle sonorità quasi mandolinistiche del clavicordo di Guglielmi, che davvero sembra pizzicare corde di uno strumento ad arco, non già sfiorare i tasti di un cembalo.
Il disco si chiude con l’Air iniziale delle Variazioni Goldberg, ancora eseguita su clavicordo; bellissimo l’effetto della più celebre raccolta bachiana posta a suggello del recital, ma sembra quasi un piccolo, dolcissimo dispetto, poiché l’ascoltatore, ormai cullato dai precedenti virtuosismi esecutivi e dalla sonorità del clavicordo, ora vorrebbe gustare di seguito anche tutte le inarrivabili Variazioni. La perizia e lo stile bachiani di Luca Guglielmi, a questo proposito, possono essere ulteriormente apprezzati in un altro disco recente della Stradivarius, che appunto contiene tutte le celebri Goldberg; fu premiato con il “Diapason d’Or” nell’aprile 2013.