Verona, Teatro Filarmonico, Il Settembre dell’Accademia 2015, XXIV Edizione
Rundfunk-Sinfonieorchester Berlin
Direttore Marek Janowski
Ludwig van Beethoven: Sinfonia n. 4 in Si bemolle maggiore Op. 60
Anton Bruckner: Sinfonia n. 4 in Mi bemolle maggiore “Romantica”
Verona, 24 Settembre 2015
L’originalissimo programma proposto in occasione del quinto concerto de “Il Settembre dell’Accademia di Verona” propone all’uditorio una sorta di panoramica del percorso della musica sinfonica tedesca nell’arco del diciannovesimo secolo, a partire dal protoromanticismo di Beethoven fino alla “melodia infinita” di Anton Bruckner. Protagonista è la Rundfunk-Sinfonieorchester Berlin sotto l’esperta bacchetta di Marek Janowski. Primo dato degno di un certo interesse è l’attitudine esecutiva dei componenti dell’orchestra, seppur da una parte paradigmaticamente “tedeschi” nella precisione dell’insieme e nell’attenzione al gesto direttoriale dall’altra hanno lasciato trasparire un entusiasmo e una piacevolezza nel fare musica d’insieme, riuscendo fin dalle prime note a raggiungere il pubblico e a creare un’ottima atmosfera di ascolto in sala.
Ha aperto il programma la Sinfonia n. 4 in Si bemolle maggiore Op. 60 di Beethoven, probabilmente la meno eseguita tra le nove, interessante punto d’osservazione sul piano dell’evoluzione dell’utilizzo timbrico delle sezioni nella scrittura beethoveniana e vera e propria chiave di volta tra l’eroismo della terza sinfonia e la ben diversa caratterizzazione della sesta sinfonia “Pastorale”. La lettura di Janowski è intensa e curatissima nel fraseggio: il maestro ottantaseienne ha mostrato una conoscenza profonda della partitura riuscendo a offrire un’interpretazione in cui nemmeno il più piccolo inciso è lasciato al caso, ma al contrario frutto del continuo studio e dell’incessante “revisione” delle proprie scelte e del proprio ruolo di interprete che avvicinano inevitabilmente la figura di Janowski a quella di Claudio Abbado. L’apporto dell’orchestra è impeccabile sotto ogni aspetto, ed in particolare colpisce il colore orchestrale complessivamente sempre cristallino e confacente non solo alla struttura classica dell’orchestrazione beethoveniana ma anche al complesso ordito timbrico di costante intreccio tra la sezione dei legni e quella degli archi nell’arco di tutta l’opera.
Segue una “quarta” ben più nota, la Sinfonia n. 4 in Mi bemolle maggiore “Romantica” di Anton Bruckner, e subito la compagine berlinese si pone all’attenzione del pubblico sfoderando una corposità di suono totalmente diversa da quella esposta in occasione della pagina precedente. In effetti l’approccio estetico di Bruckner alla musica sinfonica è di orientamento ben diverso rispetto a quello di Beethoven: la ricerca della forma è rimpiazzata da una prepotente esigenza narrativa che (sotto l’influenza di un certo Richard Wagner) poco si cura della struttura formale e si dispiega anche grazie al grande balzo in avanti compiuto dal linguaggio sinfonico e dell’orchestrazione nel corso del secolo, condensando il dilungarsi delle trame tematiche schubertiane con i colori dell’orchestra wagneriana passando per l’innovazione ritmica apportata nel linguaggio orchestrale dallo stesso Beethoven. La lettura di Janowski è qui altrettanto attenta, nessun frammento tematico manca di essere opportunamente valorizzato e la gestione di piani sonori è inappuntabile, in un’ideale compromesso tra corposità e precisione del suono d’insieme e attenta messa in luce di dettagli timbrici ed incisi ritmici. Calorosi applausi da parte di un pubblico attento e coinvolto. Foto Brenzoni