Verona, Il Settembre dell’Accademia 2015: Novosibirsk Philharmonic Orchestra

Verona, Teatro Filarmonico, XXIV edizione del Settembre dell’Accademia 2015
Novosibirsk Philharmonic Orchestra
Direttore Gintaras Rinkevičius
Violino Itamar Zorman
Pyotr Ilyich Ciajkowskij: Concerto per violino e orchestra in Re maggiore Op.35; Sinfonia nr.6 in Si minore Op.74 “Patetica”
Verona, 11 settembre 2015

Grande affluenza di pubblico per il secondo appuntamento della rassegna veronese del Settembre dell’Accademia, che ha visto come protagonista la Novosibirsk Philharmonic Orchestra, guidata da una bacchetta d’eccezione, il lituano Gintaras Rinkevičius. Il programma era completamente dedicato a Ciajkowskij: ad aprire le danze troviamo l’acclamato violinista Itamar Zorman, talento israeliano che a soli trent’anni vanta già una carriera ragguardevole. Il Concerto in Re maggiore op.35, offerto nella raffinata interpretazione di Zorman, si manifesta in tutto il suo fascino: riuscitissimo a questo proposito il momento della Canzonetta, reso con profonda partecipazione.
Per quanto riguarda il celeberrimo e formidabile primo tempo, Zorman sembra ancora alla ricerca di un buon compromesso tra precisione tecnica e resa espressiva: mentre sulla prima difficilmente si potrebbero avanzare criticità, qualcosa in più possiamo ancora aspettarci sulla seconda, nonostante l’approccio partecipato e commosso che ha reso in ogni caso estremamente godibile l’interpretazione del giovane violinista. Generalmente compatta e brillante l’orchestra, particolarmente la sezione degli archi. Rinkevičius tiene le redini con grazia, lasciando cantare dove può e mantenendo comunque il controllo dell’insieme, forse meno nel terzo tempo – nel corso del quale gli scollamenti sono rimasti comunque minimi. Acclamato dal pubblico, Zorman concede come bis la Melodia ebraica op.33 di Joseph Achron, ma riceviamo l’impressione che, nonostante la comprensibile stanchezza, il giovane violinista avrebbe potuto intrattenere il pubblico ancora per ore, a giudicare dalla commozione con cui imbraccia il proprio strumento. Si prosegue con la Sinfonia n.6 in Si minore op.74, nota ai più come Patetica: il capolavoro, ultima fatica di Ciajkowskij, è un condensato di storia della cultura russa, riproposta in tutto il suo splendore dalla Novosibirsk, inserita a ragione nel novero delle tre migliori orchestre russe. Rinkevičius, che con la Novosibirsk collabora come Direttore Artistico e Direttore Principale dal 2007, sembra completamente a proprio agio con la complessa partitura.
Ad un primo movimento impetuoso e drammatico, caratterizzato da repentini cambi di tempo e contrasti dinamici – da qui la definizione di “Patetica” – si oppone l’Allegro con grazia, valzer in 5/4 reso con la necessaria eleganza dall’orchestra, che non teme di addentrarsi nelle tinte più fosche della struggente sezione centrale del trio. Nel terzo tempo, impetuoso quanto angosciante e visionario, brilla la sezione dei legni: Rinkevičius riesce a mettere in luce le sfumature del contrappunto mantenendo una mirabile ricchezza dinamica. L’atmosferea funerea che caratterizza l’Adagio lamentoso e l’ Andante conclusivi è resa efficacemente: direttore e orchestra si attengono a una tradizione consolidata, senza lasciarsi andare a facili eccessi. La raffinatezza delle scelte musicali è salutata dagli scroscianti applausi del pubblico. Con i due bis ci allontaniamo decisamente da Ciajkowskij: la Novosibrsk chiude in bellezza con la Farandole dall’Arlésienne di Georges Bizet e un magmatico Libertango di Astor Piazzolla. Foto Brenzoni