Janine Micheau (1914-1976): Operatic recital

Charles Gounod: “Ah, je veux vivre” (Romeo et Juliette); Jacques Offenbach: “Les oiseaux dans la charmille” (Les contes d’Hoffmann); Charles Gounod: “O légère hirondelle” (Mirelle); Ambroise Thomas: “Je suis Titania” (“Mignon”); Heinrich Proch: “Deh! torna mio bene (Aria e variazioni per soprano e orchestra op.164); *Gioachino Rossini: “Una voce poco fa” (Il barbiere di Siviglia)Gustave Charpentier: “Depuis le jour” (Louise); *Georges Bizet: “Me voilà seule dans la nuit” (Les pêcheurs de perles). Orchestre de la Sociétè des Concerts du Conservatiore de Paris. Roger Desormière (direttore). *London Symphony Orchestra. Muir Mathieson (direttore). Registrazioni: Parigi, 1948 – Londra, 1947
Bonus tracks dall’album Extraits de “Mireille” & “Les Pêcheurs de perles”
 Charles Gounod: “O légère hirondelle”, “La brise est douce”, “Trahir Vincent…Mon coeur ne peut changer”, “Heureux petit berger”, “Voice la vaste plaine” (Mireille); Georges Bizet: “Me volà seule dans la nuit”, “Leïla!Leïla! Dieu puissant”, “Je frémis, je chancelle” (Les Pêcheurs de perles). Janine Micheau (soprano), Pierre Giannotti (tenore), Libero De Luca (tenore). Orchestre du Théâtre National de l’Opéra, Paris Orchestre de la Sociétè des Concerts du Conservatiore de Paris. Alberto Erede (direttore).Registrazione: Parigi, 1953. T.Time: 79.58. 1 CD Decca 480 8166

La tolosana Janine Micheau è stata una delle cantanti più apprezzate della scena francese della sua generazione tanto dal pubblico quanto dai compositori – per lei Milhaud scrisse il ruolo di Creuse in “Medée” – ma è sicuramente meno nota al pubblico italiano; si ascolta quindi con interesse questo recital Decca che unisce una serie di arie da opere francesi incise sotto la direzione di Roger Desormière, due brevi selezioni da “Mireille” e “Les pêcheurs des perles” accompagnata questa volta da Alberto Erede e la  cavatina di Rosina – qui il direttore è Muir Mathieson – che rappresenta però la prova più datata e meno interessante dell’intero programma.
La cantante francese si muove a cavallo fra il repertorio lirico e quello leggero con una decisa prevalenza di quest’ultimo nella prima parte del programma. La voce non è particolarmente grande e il timbro liliale e fragile ha un che di quasi adolescenziale – la registrazione per altro non sembra valorizzarla troppo – ma la tecnica è molto corretta, il virtuosismo rimarchevole, gli acuti piccoli ma penetranti, la musicalità e l’eleganza nel porgere di primissimo livello. Il timbro chiaro e vagamente infantile rende per altro molto bene la giovinezza di Juliette e di Olympia, quest’ultima magari meno iper-virtuosistica di altre ma dotata di uno charme e di una dolcezza veramente incantevoli. Queste ultimi doti trovano la loro più compiuta esibizione nel “Je suis Titania” di Thomas in cui il virtuosismo si fonde con una purezza cristallina di voce e con un gusto così francese nella sua eleganza un po’ manierata da risultare incantevole, mentre, pur ben eseguite, le variazioni di Proch risultano più superficiali e meno sentite.
Un deciso cambio di registro è rappresentato da “Depuis le jour” dalla “Louise” di Charpentier, opera manifesto di un certo gusto piccolo borghese della Parigi del secondo Ottocento i cui caratteri di lirismo malinconico e languido si adattano come un guanto alla voce della Micheau.

La seconda parte segna innanzi tutto un miglioramento della qualità tecnica dell’incisione cosi che anche la voce della Micheau acquisisce una pienezza maggiore senza perdere in trasparenza e pulizia. Quattro i brani proposti da “Mireille” che ben rapprendano l’ambigua vocalità del ruolo chiamato ad essere al contempo un lirico pieno e dolente ed un leggero di taglio quasi operettistico. Per prima cosa non si può non notare come “O légère hirondelle”, per quanto celebre, risulti un po’ un corpo estraneo nell’atmosfera dell’opera, meglio quindi concentrarsi sulla canzone di Magali chiusa con una prodigiosa mezza voce o sulla grande scena finale in cui tutti gli echi del folklore provenzale sposati in quest’opera da Gounod tornano stravolti in un clima febbrilmente allucinato che la Micheau rende molto bene nonostante una voce forse un po’ povera per il brano ma compensata da una musicalità della linea e da una certa intensità dell’accento uniti ad un perfetto controllo della prosodia francese e forse ad un sentire più vicino a quest’opera essendo lei provenzale.

La parte di Leila è stata forse quella più frequentata dalla Micheau, dal momento che è quella dei maggiori allori. I brani presenti – pur con la direzione abbastanza di routine di Erede lontano dalle raffinatezze dei grandi specialisti francesi – confermano pienamente la sintonia fra la cantante e il ruolo. La melodia di “Me voilà seule dans la nuit” è perfetta per la musicalità sognante e innata della cantante che subito riesce a far rivivere il clima lunare e misterioso del ruolo e anche nei successivi duetti appare molto coinvolta mentre non altrettanto partecipi sono le voci maschili. Libero di Luca (1913-1997)è un Nadir dagli interessanti mezzi vocali e di notevole robustezza ma manca un po’ dell’incanto del ruolo così come un po’ grossier è il baritono che l’accompagna in “Je fremi, je chancelle” di cui non è per altro riportato correttamente il nome – in didascalia viene citato ancora di Luca.