Milano, Teatro alla Scala: “Cinderella”

Milano, Teatro alla Scala, Stagione di Balletto 2015-2016
“CINDERELLA”
Coreografia Mauro Bigonzetti
Musica Sergej Prokof’ev
Cenerentola POLINA SEMIONOVA / VIRNA TOPPI
Il Principe ROBERTO BOLLE / JACOPO TISSI
Corpo di Ballo e Orchestra del Teatro alla Scala
Direttore Michail Jurowski
Scene e luci Carlo Cerri
Costumi Maurizio Millenotti
Video Designer Carlo Cerri, Alessandro Grisendi, Marco Noviello
Milano, 20 e 30 dicembre 2015
La magia racchiusa all’interno delle fiabe ha sempre trovato una felice traduzione nel linguaggio della danza, originando produzioni di vario stile, con riallestimenti classici e moderni che costituiscono nel complesso un quadro tutt’altro che lineare. È questo il caso della Cenerentola di Perrault, il cui fecondo rapporto con il balletto sembra destinato a non esaurirsi. Pochi ricordano la prima rappresentazione del Marinskij di San Pietroburgo del 1893 (coreografia Petipa – Ivanov – Cecchetti, musica di Boris Vietinghoff – Scheel), che rese celebre l’italiana Pierina Legnani per il virtuosismo dei trentadue fuéttes. Di maggiore popolarità, invece, godono le versioni coreografiche ispirate alla partitura realizzata da Sergej Prokof’ev tra il 1940 e il 1944. Nell’immediato dopoguerra, infatti, vari artisti del balletto furono ispirati dai colori, dalle sfumature e dalle molteplici tonalità musicali del maestro russo, dando vita a un ricco repertorio che, tra i tanti adattamenti, annovera la prima rappresentazione a firma Rotislav Zakharov per il Teatro Bol’šoj di Mosca (1945), la più nota di Frederick Ashton per il Sadler’s Wells Ballet (1948) e la Cedrillon di Rudolf Nureyev composta per L’Opéra di Parigi nel 1986, che rimase in repertorio al Teatro alla Scala fino al 2006.
Mauro Bigonzetti aggiunge un nuovo tassello a questo articolato panorama, realizzando un lavoro ad hoc per il Ballo del Teatro alla Scala, presentato in prima assoluta ad inaugurazione della nuova stagione 2015 – 2016. Questa nuova Cinderella, tuttavia, si distacca notevolmente dalle versioni precedenti. Guidato dall’intensità delle note di Prokof’ev, Bigonzetti realizza un lavoro molto particolare, neoclassico nella forma ed estremamente umano nella sostanza che, partendo dal linguaggio accademico, dà corpo e psicologia ai personaggi della fiaba attraverso un movimento poliedrico, di notevole intensità emotiva. Pur rimanendo fedele alla partitura e alla trama, Bigonzetti applica una piccola variazione rispetto all’originale di Perrault: allo scoccare della mezzanotte, infatti, Cenerentola perderà la gonnellina e non la scarpetta di cristallo. Un elemento più moderno e corporeo, che caratterizza una protagonista che è vita e calore, secondo le parole dello stesso Bigonzetti: dunque, una donna reale che si muove in una dimensione concreta. A rendere tale atmosfera contribuiscono le scenografie di Carlo Cerri, che trasformano il palcoscenico in una semplice scatola nera tutta proiezioni e tridimensionalità, eliminando ogni oggetto a risalto del movimento dei corpi. Impattanti i costumi di Maurizio Millenotti – una gonnellina fucsia per Cinderella, giubbini di pelle per il Principe e i suoi amici, una struttura di ferro unica e trina per le sorellastre e la matrigna – che si sposano con luci e scene in un quadro di profonda suggestione visiva.
Primo cast ottimo con Roberto Bolle e Polina Semionova. Bolle è in splendida forma e delizia fin dal suo ingresso in scena nel secondo atto, con una serie di brillanti gran jetès che gli valgono meritatissimi applausi. Quanto a Semionova, la troviamo pienamente a suo agio nello stile arzigogolato di Bigonzetti, che impreziosisce con grazia senza fine nei momenti più lirici. Nelle partnership l’intensità tocca le stelle, con una serie di innaturali intrecci di braccia e gambe che le due étoiles realizzano in assoluta scioltezza, esplorando il movimento fin all’estremo delle sue possibilità. Protagoniste dall’apertura del sipario matrigna e sorellastre – Stefania Ballone, Virna Toppi e Antonella Albano – che si caratterizzano per grande capacità interpretativa. Costumi e gestualità rimarcano ulteriormente la distanza da Cenerentola, soprattutto nel primo atto: al vestito grigio e ai movimenti respirati della fanciulla si contrappone un trio grottesco dai costumi e acconciature alla Tim Burton e dalla gestualità nervosa e scattante. Bravissima Stefania Ballone, a ragione la più applaudita della serata.
Vediamo Virna Toppi anche nel ruolo di protagonista nella recita del 30 dicembre. Il suo Principe, Jacopo Tissi. Buona performance per entrambi, soprattutto negli a soli. Peccato per le piccole imprecisioni dei passaggi più intrecciati dei passi a due. Occhi puntati su Nicoletta Manni e Christian Fagetti, impegnati come Fata Madrina e padre di Cenerentola a fianco del primo cast. Manni si conferma delicata e regale, Fagetti si rivela un grande talento, regalando una danza intensa e decisa, soprattutto negli equilibri fuori asse. Ci aspettiamo da entrambi grandi successi. Nel complesso, troviamo il corpo di ballo in splendida forma in particolare nei quadri d’insieme. Ottima prova anche per gli amici del Principe, tra cui spiccano Claudio Coviello e Angelo Greco. Cinderella è ben riuscita e riscuote grande successo. Unica osservazione è la sostituzione della scarpetta di cristallo con la gonnellina, la cui perdita non risulta così naturale e toglie quell’aurea di magia ad una fiaba già abbastanza rimodernata. Il movimento intrecciato di Bigonzetti ben si sposa con la profonda emozione della partitura di Prokof’ev e ne esplora ogni sfumatura. La bacchetta esemplare di Michail Jurowski ne porta all’estremo l’intensità. Il rapporto musica e danza è talmente centrale nella produzione da trovare interazione visiva anche sulla scena, con la presenza di due violiniste sul palcoscenico che interagiscono con i danzatori diventando anch’esse personaggi della vicenda. Inizio in grande stile per il Ballo scaligero, che vedremo impegnato in tre nuove produzioni durante la stagione: oltre alla Cinderella di Bigonzetti, il Giardino degli Amanti di Massimiliano Volpini e Il Lago dei Cigni di Alexei Ratmansky. Foto Brescia e Amisano © Teatro alla Scala