Debutto del Silicon Valley Ballet a Madrid

Minus 16 (scena finale)

Madrid, Teatros del Canal, temporada 2015-2016
“Silicon Valley Ballet”
Diana e Atteone (Pas de Deux)
Musica Cesare Pugni
Coreografia José Manuel Carreño sulla versione di Marius Petipa
Interpreti CHLOÉ SHERMAN, YUTO IDENO
Glow-Stop (2006)
Musica Wolfgang Amadeus Mozart, Philip Glass
Coreografia Jorma Elo
Costumi Zack Brown
Interpreti Corpo di ballo SVB
Prism (2014)
Musica Keith Jarret
Coreografia e costumi Annabelle Ochoa
Interpreti Corpo di ballo SVB
Minus16 (1999)
Musica di autori vari
Coreografia e costumi Ohad Naharin
Interpreti Corpo di ballo SVB
Madrid, 31 gennaio 2016

Madrid, 31 I 2016, Teatros del Canal (Silicon Valley Ballet) 5La locandina di questa giovane compagnia in tournée spagnola è molto bella: nera, elegante, dalle forme geometriche che si intersecano; dà un’impressione di modernità, di avanguardia e di glamour. Lo stesso cambiamento di nome dell’ensemble, che ancora nel 2012 era il Ballet de San José Silicon Valley, e ora è semplicemente il Silicon Valley Ballet, sembra augurare un ammodernamento profondo della qualità artistica. Proprio nel 2012 ne assunse la direzione José Manuel Carreño, che in precedenza era stato un grandissimo ballerino, nato in una dinastia di danzatori, che ha regalato eccezionali interpreti al mondo della danza nel corso di tre generazioni. Lazaro Carreño, patriarca e zio di Manuel, iniziò a introdurre la danza in famiglia, fu primo ballerino del Ballet Nacional de Cuba, e collaborò strettamente con Alicia Alonso nel periodo in cui La Habana stava concentrando i propri mezzi per formare un metodo originale e una compagnia all’altezza delle ambizioni. Álvaro Carreño, fratello del primo, fu ballerino solista del BNC; José Manuel, conosciuto come Totò, vinse la medaglia d’oro al concorso internazionale di New York nel 1987, il Grand Prix Jackson (Mississippi) nel 1990, il Dance Magazine Award nel 2004; dopo aver ballato nell’English National Ballet, nel Royal Ballet e nell’American Ballet Theatre, nel 2011 ha dato l’addio alla danza esibendosi al Metropolitan di New York. Alihaydée Carreño, figlia di Álvaro, è tuttora prima ballerina sia del New York Ballet sia del Ballet Nacional della Repubblica Dominicana; per ultimo Joel Carreño, fratello minore di Totò, che è stato primo ballerino del BNC, partner di Viengsay Valdés, e che ora lavora presso la Compagnia Nazionale di Danza della Norvegia.
Madrid, 31 I 2016, Teatros del Canal (Silicon Valley Ballet) 3Torniamo dunque a Madrid, per la cronaca della serata nella grande sala Roja del Teatro del Canal. La scelta del programma appare piuttosto strana, perché inizia con un breve pas de deux classico (Diana e Atteone, per la musica tanto celebre quanto misconosciuta di Cesare Pugni) ma poi continua con una serie di coreografie del tutto moderne e a firma di artisti diversi. Il compito di un direttore artistico d’una compagnia di danza multietnica non è certo facile, perché deve armonizzare e omogeneizzare le forze, gli stili, le scuole dei suoi componenti; Carreño, almeno per ora, è lontano da un risultato del genere. Il problema è che la composizione generale dei numeri non funziona affatto: in Glow Stop (un lavoro del 2006 di Jorma Elo), così come in Minus 16 (del 1999, a firma di Ohad Naharin), non solo non si rappresenta alcuna vicenda con un filo narrativo identificabile, ma le varie pagine risultano sfilacciate e sovrapponibili, tanto da far pensare a un coacervo di figure, ammassate quasi per caso e interminabili.
Per quanto riguarda la qualità degli interpreti, occorre iniziare dal numero classico: la coppia formata da Chloé Sherman e Yuto Ideno, nelle parti di Diana e Atteone, è del tutto impari, perché solo l’uomo è pulito e brillante, giusto nelle variazioni, spigliato nell’uso dello spazio scenico (anzi, si può dire che questo ragazzo diciannovenne sia l’unico vero artista della serata, anche se appartiene al corpo di ballo e non è né primo ballerino né solista). L’interprete femminile è invece piuttosto nervosa, a tratti anche impaurita di fronte ai momenti di difficoltà tecnica. Il celebre pas de deux di Pugni-Petipa produce emozione perché in pochi minuti entrambi gli interpreti devono dimostrare un altissimo livello tecnico nelle variazioni (solitamente, in una scena di balletto romantico, esibisce tutta la sua bravura il personaggio femminile). La Sherman nelle due variazioni rimane sempre al di sotto delle aspettative: alla fine, anziché chiudere con i dodici fouettés en tournant previsti dalla coreografia, manca di slancio e di velocità sufficienti, al punto da costringere il partner a intervenire in anticipo. A proposito di scrittura, Madrid, 31 I 2016, Teatros del Canal (Silicon Valley Ballet) 1il secondo balletto, Glow-Stop è stato creato originariamente per l’American Ballet Theatre; rappresentato dal SVB risulta assai difficile da capire, o addirittura noioso. Il punto è sempre lo stesso: si tratta di stili studiati per una compagnia, che un’altra non riesce a metabolizzare e rendere con la stessa espressività. Per esempio, un allievo di Balanchine si troverà in difficoltà a interpretare Paquita, Raymonda o un altro titolo del tardo romanticismo. Non a caso Mats Ek è solito affermare che sia impossibile tramandare ad altri una propria coreografia. Il terzo pezzo, Prism, è sicuramente il più bello e convincente; peccato che i costumi siano poveri e rendano tutto confuso; in esso, comunque, i ballerini hanno ruoli diversi e per molti di loro giunge il momento di brillare in piccole variazioni. Minus 16 chiude la serata; per fortuna è un numero spiritoso, divertente, coinvolgente (anche se un po’ banale, soprattutto in termini musicali: si susseguono tre lunghissimi cha cha cha dal sapore molto rétro); per la prima volta nel corso dello spettacolo sono valorizzate le luci, prima assenti.
Il pubblico di Madrid accoglie ogni pagina con generosa partecipazione, ma senza entusiasmi troppo prolungati; forse anch’esso si aspettava qualcosa in più da una compagnia tanto internazionale, che ha nel suo nome il richiamo alla creatività, all’intraprendenza, alla genialità.   Foto SVB