Madrid, Teatros del Canal: “Apollon Musagète” con il Dutch National Ballet

Stravinsky-Balanchine, Apollon Musagete

Madrid, Teatros del Canal, Temporada 2015-2016
“APOLLON MUSAGÈTE”
Musica Igor Stravinsky, Jean Yves Daniël-Lesur, Piotr Ilich Chaikovsky
Dutch National Ballet
Direzione Ted Brandsen
Coreografia Hans van Manen, Gorge Balanchine
Orquesta Sinfónica Verum
Direttore Marzio Conti
Pianoforte Ryoko Kondo
Scenografia Jan van der Wal
Costumi Jan van der Wal, Joop Stokvis
Luci Jan Hofstra
Madrid, 29 aprile 2016

Madrid, 29 IV 2016, Teatros del Canal (Dutch National Ballet) 5Il 29 aprile è ricorsa la Giornata Internazionale della Danza; per questo, insieme a tutta la redazione di «GBopera» vorremo rivolgere a tutti i ballerini, artisti coreutici, maestri e compositori di balletto un applauso speciale per il lavoro svolto e augurare la migliore delle fortune. In più, anche per coloro che amano questa bellissima arte senza praticarla, vorremmo raccontare come Madrid ha festeggiato la giornata; tra le tante attività organizzate, una si è svolta nella cornice magica del Museo del Prado, dove ballerini di diverse compagnie e con stili differenti si esibivano accompagnati da musica, poesia e recitazione; la scelta del luogo non avrebbe potuto essere più adeguata all’occasione: il Salone delle Muse, uno spazio che tra l’altro collega arte e storia tra Italia e Spagna, perché i resti delle statue provengono da un teatro interno alla villa dell’imperatore Adriano; nella giornata della danza Calliope, Tersicore, Euterpe e le altre hanno riacquistato la loro antica funzione scenografica, brillando nuovamente davanti a un pubblico che ammirava estasiato. In questi stessi giorni si celebra anche il cinquantesimo anniversario della fondazione del Dutch National Ballet, ora guidato da Ted Brandsen, che della compagnia è stato per molti anni ballerino. Si tratta del più grande complesso coreutico dei Paesi Bassi, che pratica un repertorio molto esteso, dai classici del periodo romantico fino alle opere di tutto il XX secolo. La compagnia sin dal suo avvio ha sempre prestato speciale attenzione alle coreografie di George Balanchine (1904-1983), con una scelta divenuta quasi d’identità. Per il debutto a Madrid Brandsen ha infatti selezionato una celebre coreografia storica di Balanchine, quella di Apollon Musagète di Stravinsky, contornata da due brani più brevi, rispettivamente con musiche di Jean Yves Daniël-Lesur e Piotr Ilich Chaikovsky. La Orquesta Sinfónica Verum diretta da Marzio Conti ha eseguito l’intero trittico, aggiungendo l’irrinunciabile suggestione della musica dal vivo alle soluzioni Madrid, 29 IV 2016, Teatros del Canal (Dutch National Ballet) 2coreografiche dei vari artisti. Metaforen è stata la prima delle tre opere in programma; creata nel 1965 dal giovane Hans van Manen, a quel tempo fu considerata una provocazione perché nei momenti in cui si svolgono i passi a due il coreografo aveva abbinato ballerini dello stesso sesso. La musica di Jean Yves Daniël-Lesur è costruita con una struttura simmetrica: si apre e si chiude con un disegno ritmico piuttosto ossessivo, mentre lascia spazio al centro per un prolungato assolo di pianoforte. Sul palco, sotto una galassia di segni zodiacali, simboli e stelle immaginarie, figura dopo figura il corpo di ballo crea un’analoga simmetria che domina tutta la scena, con una coreografia fresca, armoniosa e semplice. Le coppie soliste disegnano figure perfettamente in simmetria rispetto a un asse centrale, dando l’illusione di osservarne una sola che si riflette in un immaginario specchio; ad aumentare l’illusione provvedono l’identità dei costumi (con decorazioni di gusto ancora geometrico) e la somiglianza fisica degli interpreti. Apollon Musagète nella versione di Balanchine ha davvero impressionato il pubblico madrileno, forse anche per l’enorme differenza di stile musicale rispetto al Sacre du printemps, che gli spettatori del Teatros del Canal hanno recentemente apprezzato nell’interpretazione di Sasha Waltz. L’avvicinamento di Stravinsky al neoclassicismo determina un’attenzione più marcata per la melodia, la dolcezza delle sonorità, addirittura la luminosa voluttuosità che il direttore e l’orchestra si impegnano a esaltare. La scena, nella sua semplicità, ha un’ambizione mistica: una scala che si conclude con un piedistallo, tre mkuse in adorazione del dio velato. La prima coreografia di Apollon Musagète fu assegnata ad Adolphe Bolm per i Ballets Russes nel 1927, ma soltanto un anno più tardi una seconda versione fu proposta dal ventiquattrenne Balanchine, già fervido ammiratore di Stravinsky; versione che ancora oggi risulta di una modernità, appunto, Madrid, 29 IV 2016, Teatros del Canal (Dutch National Ballet) 3impressionante. I lavori di Balanchine parlano da soli, raccontando sempre molto del periodo nel quale sono stati ideati; l’interesse preponderante di Apollon è nella rappresentazione di una bellezza pura, insita nei movimenti soavi e nelle pose languidamente plastiche delle muse: dall’influsso di Calliope, Polinnia, Tersicore nascono appunto gli stimoli alla poesia, alla musica, alla danza stessa, e Balanchine scrive variazioni difficili, ma studiate in modo tale da lasciare ai ballerini libertà d’interpretazione. L’étoile che impersona il dio Apollo ha un porgere delicato e squisito (apollineo, ça va sans dire), anche se la coreografia non gli affida le classiche combinazioni di mosse (giri, salti, virtuosismi, etc.) che un pubblico esperto potrebbe attendersi; ma in questa speciale “mancanza” consiste appunto il carattere serafico e al tempo stesso enigmatico di Apollo. Per concludere la serata la compagnia di Amsterdam ha proposto un brano musicalmente classico, ma dallo stile coreografico molto dinamico, Theme and Variations, un lavoro di Balanchine risalente al 1947. Il coreografo si ispirò al movimento finale della Suite per orchestra n. 3 in sol maggiore di Chaikovsky per ricreare le atmosfere fastose dei grandi balletti russi del secolo XIX, da rappresentarsi in onore degli zar. Con questo brano la compagnia ha liberato tutte le sue capacità tecniche, muovendosi i un quadro di grande eleganza, e al tempo stesso di calda, palpabile gioia. Al termine dello spettacolo tutti gli spettatori sono preda di irrefrenabile entusiasmo: è davvero la realizzazione del famoso detto di Balanchine, secondo cui la vera arte del balletto consisteva nel “vedere la musica e sentire la danza”: che magia quando una conquista del genere si trasmette anche al pubblico, e perdura mentre si esce dal teatro, si passeggia per le strade primaverili di Madrid, e si rientra a casa ancora tutti ricreati dalla bravura del Dutch National Ballet!   Foto Teatros del Canal