Macerata Opera Festival 2016: “Otello”

 Macerata Opera Festival– Stagione Lirica 2016
“OTELLO”
Dramma lirico in quattro atti di Arrigo Boito dall’omonima tragedia di William Shakespeare
Musica di Giuseppe Verdi
Otello STUART NEILL
Jago ROBERTO FRONTALI
Desdemona JESSICA NUCCIO
Cassio DAVIDE GIUSTI
Roderigo MANUEL PIERATTELLI
Lodovico SEUNG PIL CHOI
Montano GIACOMO MEDICI
Un araldo FRANCO DI GIROLAMO
Emilia TAMTA TARIELI
Fondazione Orchestra Regionale delle Marche
Coro Lirico Marchigiano “Vincenzo Bellini”
Coro di voci bianche Pueri Cantores “D. Zamberletti”
Complesso di palcoscenico Banda “Salvadei”
Direttore Riccardo Frizza
Maestro del coro Carlo Morganti
Maestro del coro di voci bianche Gian Luca Paolucci
Regia e scene Paco Azorìn
Costumi Ana Garay
Video Pedro Chamizo
Luci Albert Faura
Movimento e Lotta Scenica Carlos Martos     
Coproduzione con il Festival Castell de Peralada
Macerata, 30 Luglio 2016   
Ad inaugurare la 52esima stagione lirica del Macerata Opera Festival è stato l’Otello di Giuseppe Verdi, titolo che da moltissimi anni mancava in arena. Le scene di Paco Azorin (pensate anche per la produzione nel teatro all’aperto per il Festival Castell de Peralada) sono semplicissime: tre grandi strutture moventi che, ora unite ora sovrapposte ora posizionate in prospettiva, tendono a creare sull’estesa scena i vicoli intrecciati di una complessa città di mare, una rumorosa taverna e la silenziosa e intima stanza da notte di Desdemona. Questa scelta visiva si avvale del grandioso aiuto delle bellissime luci di Albert Faura e delle proiezioni video di Pedro Chamizo che donano alla musica di Verdi una cornice di grandissimo impatto. ”Mediterraneo” è appunto il titolo dell’intera stagione di Macerata ed il mare è il protagonista nello sfondo: burrascoso, tetro e pericoloso, agitato e ribelle, silenzioso e calmo a seconda degli stati emotivi dei protagonisti che sono legati in maniera fatalistica al suo corso. Gli stessi movimenti registici si incorniciano perfettamente in questo quadro non risultando mai eccessivi o di maniera anche grazie alla partecipazione attiva dei protagonisti in scena che non si risparmiano sin dalle prime battute. Se già tutto questo non bastasse a decretare la bellezza dello spettacolo, i mimi/ballerini sotto la guida di Carlos Martos rafforzano il contenuto d’insieme volteggiando, collaborando ai movimenti scenici senza risultare mai fastidiosi e privi di senso. Un maestoso leone di Venezia poi si muove in scena proteggendo o chiudendo forse in gabbia le aspettative ed i desideri dei protagonisti, quando non viene anche in maniera ossessiva proiettato tra fiamme e scintille. Un cielo stellato o “il salce” sono poi legati ai momenti di più estremo lirismo, dove l’intimità prende per un attimo spazio a discapito della vanagloria e della gelosia. Interessanti ma forse più scontate le proiezioni di alcuni sonetti di Shakespeare come intermezzo tra i cambi scena. Di bella fattura i ricchi ed elaborati costumi di Ana Garay sebbene spesso poco adatti a chi li indossava. Sotto la direzione del Maestro Riccardo Frizza l’Orchestra Regionale delle Marche ha superato con merito la difficile esecuzione dell’opera di Verdi. Frizza ha ottenuto belle sonorità, curando l’amalgama dei personaggi ora con il lirismo ora con la drammaticità della partitura preferendo, perfettamente in linea con le scelte visuali registiche, una concertazione alle volte ferrigna, imprimendo talvolta in orchestra sonorità fragorose e prediligendo un linguaggio strumentale livido e talvolta metallico.  Stuart Neill (Otello) non è indubbiamente quell’eroe tragico verdiano che ci aspetteremmo soprattutto per una presenza scenica “ingombrante”, ma possiede un timbro interessante e una voce potente seppure con qualche segno di fatica nel registro acuto. Il suo Otello risulta complessivamente credibile grazie alla sua capacità di offrire una prestazione da  consumato professionista che assicura un’esecuzione attendibile e con delle buone intenzioni espressive. Jessica Nuccio (Desdemona) ha qualità indubbie, a partire dal bel colore di voce, e possiede la capacità musicali e tecnche di smorzare le note con la dolcezza necessaria a trasmettere la purezza d’animo d’animo senza la quale il personaggio non riuscirebbe ad essere il giusto contraltare all’insana gelosia di Otello. Dovrà cercare di  fare emergere di Desdemona anche l’aspetto di donna innamorata e ferita nell’amore, altrimenti c’è il rischio di una interpretazione  monocorde,  manierata nonostante le buone intenzioni. Il migliore della serata è certamente Roberto Frontali nel ruolo di Jago. Sicuramente la qualità principale dell’artista è la grande espressività scenica, la perfetta dizione nonché una precisa e studiata musicalità, doti che gli permettono di affrontare il ruolo con distinta classe ed anche sul piano prettamente vocale con grande naturalezza. In linea con lo spettacolo il resto del cast: Davide Giusti (Cassio), Manuel Pierattelli (Roderigo), Seung Pil Choi (Lodovico), Giacomo Medici (Montano) Tamta Tarieli (Emilia) e Franco di Girolamo (un Araldo) così come i mimi e danzatori seguiti da Carlos Martos e il Coro di voci bianche Pueri Cantores “D.Zamberletti” diretto da Gian Luca Paolucci.  Bravissimo il Coro diretto dal Maestro Carlo Morganti che ha saputo ben inserirsi nell’impianto di regia non perdendo mai di identità e regalando una bellissima prestazione vocale. Siamo da anni abituati alla professionalità del Coro Lirico Marchigiano “Vincenzo Bellini”che da quest’anno ha arricchito le sue fila di nuovi componenti riproponendosi sulle scene con un maggior vigore e volume vocale. Sferisterio gremitissimo e pubblico entusiasta con sentiti applausi per tutti gli interpreti e il Direttore. Foto Tabocchini