Torino, Auditorium RAI “Arturo Toscanini” – Stagione Sinfonica 2016-2017
Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI
Direttore James Conlon
Soprano Anja Kampe
Tenore Christian Elsner
Basso Kwangchul Youn
Esa-Pekka Salonen : Nyx (prima esecuzione italiana)
Richard Wagner: Die Walküre (atto I)
Torino, 12 gennaio 2017
Dall’ottobre 2016 James Conlon è il Direttore principale dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI; incarico che il cosmopolita artista onora con notevole impegno, dato che gli competono ben sette concerti sui ventiquattro della stagione in corso. La recente nomina è prima di tutto un grande riconoscimento per la OSN e per la sua sempre crescente professionalità e versatilità, considerato il prestigio degli incarichi che Conlon ha ricoperto e continua a ricoprire tra America ed Europa. È uno di quei direttori che ha fatto della correttezza pragmatica di ogni esecuzione la cifra della sua carriera, unitamente alla cura per il particolare sonoro; anche nel I atto della Valchiria eseguito a Torino in forma di concerto spicca subito il suono del violoncello, a conferire un timbro dominante per tutta la tempestosa scena iniziale. La OSN risponde assai bene a chi la guida, soprattutto nei momenti in cui i fiati sono protagonisti, per nitidezza e forza espressiva. Degli interpreti che danno voce ai tre personaggi – Siegmund, Sieglinde, Hunding – Kwangchul Youn, il basso antagonista della coppia tenore-soprano, è sempre il più impressionante, per l’emissione omogenea e granitica, sebbene nei momenti d’ira si percepisca un lieve sforzo (la carriera alle spalle è ormai notevole, e tutta giocata su ruoli faticosi). Christian Elsner è un tenore wagneriano sicuramente molto corretto, dotato di grande tecnica (e di una carriera ancor più lunga di quella del collega): la voce ha squillo e rende bene nei momenti di declamazione eroica, pur non proiettandosi sempre in modo del tutto efficace. Ma la prestazione del protagonista va crescendo, dal «Winterstürme» fino alla conclusiva invocazione di Nothung. Anche Anja Kampe si disimpegna bene; soltanto, non convince il suo registro acuto. Conlon porge un Wagner solenne più che eroico; i toni epici della lotta e del combattimento non sono rimarcati con alcuna enfasi, e non si registra alcun indugio su ritmi o sonorità. Nel corso del duetto tra i due fratelli innamorati non si cura dei cantanti, non dà loro neppure certi attacchi, preferendo dedicarsi agli strumenti (tentazione usuale e più che comprensibile, data l’occasione sinfonica). Il successo alla fine è grandissimo, e chiude una serata aperta da un pezzo in prima esecuzione italiana: Nyx, breve brano sinfonico che il direttore e compositore finlandese Esa-Pekka Salonen ha realizzato nel 2010 su commissione congiunta di Radio France, Barbican Centre, Atlanta Symphony, Carnegie Hall, Ente Radiotelevisivo Finlandese. Per grande orchestra, incentrato sul personaggio mitologico della Notte, che Salonen si compiace di illustrare anche nei suoi aspetti genealogici in una sua presentazione risalente al 2011, è un brano di stile decisamente eclettico: dopo un attacco che ricorda quelli di Janaček, nella sezione centrale la ricerca di timbri e colori fa addirittura pensare a Ravel; l’unico momento di scrittura musicale propriamente notturna, poi, con un clima da VII sinfonia di Mahler, si trova in prossimità del finale. Il pubblico torinese dimostra di apprezzare la novità, ma Nyx soffre di un difetto strutturale: nella sua brevità si accavallano troppi stili e troppe idee perché il testo raggiunga quell’unità programmatica che il titolo richiederebbe. Ed è un peccato che un compositore come Salonen non si sia cimentato in una sinfonia di vaste dimensioni, in cui poter sviluppare meglio le tante idee e le sequenze ritmiche nate dalle suggestioni mitologiche stratificate all’interno di Nyx (forse anche con qualche velleità di troppo: nel programma di sala il compositore si diffonde sulla parentela primordiale della Notte, figlia di Gea insieme all’Erebo, e si lascia sfuggire che Nyx sarebbe «nota talvolta anche come Nox». Non è un altro nome, ovviamente, ma solo la traduzione latina dell’originale greco). Dell’originale collocazione del brano all’interno del concerto, va detto comunque che al di là dell’ambientazione notturna che li collega, la sinfonia di Salonen e il I atto di Walküre restano due mondi piuttosto lontani. Dalla notte al giorno, si vorrebbe quasi dire.