La trilogia Mozart-Da Ponte secondo Currentzis – 2: “Così fan tutte” K. 588

Dramma giocoso in due atti K. 588 su libretto di Lorenzo Da Ponte. Simone Kermes (Fiordiligi), Malena Ernman (Dorabella), Anna Kasyan (Despina), Kenneth Tarver (Ferrando), Christopher Maltman (Guglielmo), Konstantin Wolff (Don Alfonso). MusicAeterna (Orchestra e coro della Perm Opera and Ballet Theatre), Teodor Currentzis (direttore). Registrazione P. I. Čajkovškij State Opera and Ballet, Perm 9-19 gennaio 2013. 3 CD Sony 88765466162
L’ascolto de “Le nozze di Figaro” dirette da Teodor Currentzis alla guida dei complessi dell’Opera di Perm sotto il nome commerciale di MusicAeterna è stata per molti un’autentica rivelazione e moltissimo interesse si nutriva per il secondo titolo del progetto mozartiano ovvero questo “Così fan tutte” inciso nel 2013. Alla prova dell’ascolto la sensazione è però in parte delusa pur restando quella del direttore greco-russo una delle realizzazioni più stimolanti ascoltate negli ultimi anni.
Per molti aspetti questa è fra le opere della trilogia dapontiana di Mozart la più lontana dalla sensibilità di Currentzis che trova di che esaltarsi soprattutto nei momenti di grande tensione drammatica o quando l’implacabilità della macchina teatrale domina su ogni cosa – e questa è la situazione di molti momenti de “Le nozze di Figaro” – mentre “Così fan tutte” è opera più statica e giocata su minimi scarti emotivi apparentemente meno congeniali al suo temperamento. Currentzis punta su una lettura di assoluta chiarezza, persino fredda in certi momenti dove a volersi cercare sembra essere più il teorema filosofico sotteso ai personaggi che la realtà vissuta dagli stessi. Sonorità brillanti, tempi rapidi – e che ancor più sembrano propria per la chiarezza dell’articolazione – valorizzazione estrema degli elementi strutturali sono le cifre dominanti di questa lettura che inevitabilmente riesce meno coinvolgente di primo acchito rispetto alla bruciante temperatura dell’edizione precedente anche se è in realtà altrettanto studiata e curata nei dettagli. Certo, quando l’orchestrazione lo permette, l’orchestra di Currentzis si accende ed esplode ed ecco quanto fisicamente palpabile diventi la tensione al momento della partenza dei giovani per la guerra o quale forza hanno le scariche sonore che accompagnano il crollo di Ferrando e Guglielmo di fronte alla compiuta infedeltà.
La lettura di Currentzis avrebbe poi potuto esprimere meglio le sue possibilità con un cast più valido nel suo complesso e non affossato dalle prove invero modeste delle due protagoniste. Se già come Contessa Simone Kermes aveva suscitato più d’una perplessità, come Fiordiligi si pone troppo oltre la linea dell’accettabile con un profluvio di suoni fissi, striduli, sgraziati, con un canto quasi sempre faticoso e mai naturale che non possono certo essere compensati dalla personalità interpretativa. La Dorabella di Malena Ernman è più corretta come impostazione ma la voce dà spesso l’impressione di essere ingolata, la pronuncia sui recitativi è pessima e l’interpretazione spesso fin troppo generica per essere veramente convincente nonostante la ricchezza degli spunti espressivi offerta dalla direzione. La migliore risulta la Despina di Anna Kasyan, voce più piena e robusta di quanto spesso si ascolti per il ruolo, che mostra buona impostazione complessiva e apprezzabile pulizia espressiva – qualche effetto caricaturale è presente solo nella scena del Notaio Beccavivi – in questo perfettamente in linea con la serissima lettura di Currentzis.
Le cose vanno decisamente meglio nel settore maschile. Bellissima voce e ottima linea di canto per il Fernando di Kenneth Tarver sicuro, squillante e giustamente per nulla efebico o sospiroso; gli acuti sono sicuri e ricchi di suono, le colorature pulite e sempre espressive, il fraseggio vario e pertinente. Dispiace solo per il taglio di “Ah! Lo veggio” dove le sue doti avrebbero potuto risultare al meglio.
Un po’ invecchiato nel timbro e non sempre pulitissimo come pronuncia, il Guglielmo di Christopher Maltman compensa però con esperienza; qualche asprezza espressiva non è, tuttavia, impropria per un personaggio che può concedere qualche cosa al riguardo. Sorprende il giovane baritono Konstantin Wolff che per Don Alfonso ha voce fin troppo chiara e giovanile – tanto che ci si chiede se non sarebbe stato opportuno invertire i ruoli con il più maturo Maltman – ma cantante elegante e raffinato e fraseggiatore di gusto per di più con a disposizione una pronuncia italiana decisamente soddisfacente che gli permette di affrontare un ruolo così giocato sul controllo linguistico come quello del cinico filosofo. Cantante da seguire con attenzione, ma purtroppo lui e Tarver non possono supplire pienamente alle troppe carenze delle protagoniste femminili. Sempre valida la prova del coro dell’Opera di Perm.