La trilogia Mozart-Da Ponte secondo Currentzis – 3 : “Don Giovanni” K.527

Dramma giocoso K.527 su libretto di Lorenzo da Ponte. Dimitris Tiliakos (Don Giovanni), Mika Kares (Il Commendatore), Myrtò Papatanasiu (Donn’Anna), Kenneth Tarver (Don Ottavio), Karina Gauvin (Donna Elvira), Vito Priante (Leporello), Christina Gansch (Zerlina), Guido Loconsolo (Masetto). MusicAeterna (Orchestra e coro della Perm Opera and Ballet Theatre), Teodor Currentzis (direttore). Registrazione P. I. Čajkovškij State Opera and Ballet, Perm 23 novembre -7 dicembre 2015. 3 CD Sony 88985316032 
L’ascolto delle prime due registrazioni della trilogia mozartiana aveva fatto intuire come “Don Giovanni” dovesse essere il titolo più congeniale a Teodor Currentzis, al suo temperamento infuocato e alla sua indole drammatica. L’ascolto della registrazione – l’ultima del ciclo realizzato per la Sony con i complessi MusicAeterna dell’opera di Perm – non delude minimamente le attese.
Ancor più che nelle altre opere bisogna non commettere l’errore di considerare quella di Currentzis un’esecuzione filologica come la presenza degli strumenti originali potrebbe far pensare. In realtà siamo di fronte a una concezione diametralmente opposta a quella della filologia tradizionale; Currentzis non ricerca una prassi esecutiva, impone una propria lettura dell’opera e, se utilizza gli strumenti d’epoca, lo fa perché il loro suono più nervoso, più teso, più scattante è quanto serve alla sua concezione demiurgica.  Già la scelta di fondere le versioni di Vienna e Praga mostra un certo disinteresse per il rigore filologico che l’ascolto non fa che confermare a ogni nota. Tutto in questa versione è sottomesso a un senso teatrale implacabile, travolto da una galoppata verso un finale che Currentzis ricrea in una luce drammatica dai bagliori allucinati, quasi espressionisti ottenendo dagli strumenti antichi una presenza fonica degna delle migliori orchestre moderne ma senza perdere nulla in fatto di pulizia e chiarezza delle linee armoniche e melodiche. Currentzis mostra un’abilità mostruosa nel giocare con i ritmi, con le dinamiche, con i colori orchestrali. Alterna scatti brutali, ritmi forsennati come quelli di un desiderio animalesco incontenibile – mai sentito un “Fin c’han dal vino” staccato con altrettanta furibonda energia -; ampie, distese meditazioni liriche; folate di una cantabilità impregnata di erotismo e di seduzione, di un piacere veramente erotico e carnale di fare musica come quello che accompagna la seconda aria di Zerlina o certe frasi del seduttore in cui è difficile resistere a tanto potere ipnotico e misteriose ombre romantiche come quelle che avvolgono il terzetto delle maschere forse mai ascoltate con altrettanta intensità in edizioni con strumenti originali. All’interno di questa concezione fortemente teatrale si inserisce anche l’estrema cura riservata ai recitatitivi, giustamente visti non solo come raccordi narrativi ma come elementi dotati di un proprio valore espressivo: ammirevole al riguardo la capacità di tutti gli interpreti, compresi quelli non italiani, di dare il giusto valore a ogni singola parola.
A differenza delle altre registrazioni dove la presenza di alcune lacune nel cast comprometteva l’esisto complessivo, qui siamo di fronte ad una compagnia omogenea e di livello decisamente alto in tutte le sue componenti. Dimitris Tiliakos ha una voce forse un po’ arida sul piano timbrico ma canta con grande proprietà; è molto espressivo e soprattutto pienamente calato nella visione che del ruolo ha Currentzis, coacervo inestricabile di contrasti stridenti. Brutale, predatorio, animalesco – e capace di reggere i tempi rapinosi staccati in più punti dal direttore – ma anche pieno di fascino nelle scene di seduzione. Vito Priante è un Leporello degno servo di tal padrone che ricorda anche nel timbro e nel peso vocale oltre che nell’accento e nei toni espressivi quanto mai prossimi e più caricati in senso popolare in modo da rendere il suo personaggio vero “sottoprodotto escremenziale di Don Giovanni” per riprendere la celebre definizione di Massimo Mila; l’artista appare, quindi, perfetto come ingranaggio dell’implacabile macchina teatrale di Currentzis. Kenneth Tarver bissa come Don Ottavio lo splendido Ferrando del “Così fan tutte”; la sua voce è così bella e la linea così nobilmente lirica che non si fa fatica a perdonargli qualche sentore di durezza in acuto. Guido Loconsolo è un Masetto di forte rilievo vocale cui non nuoce una patica di rustica scontrosità. Il Commendatore ha la voce sonora di Mika Kares autentico basso profondo capace anche di attente e delicate sfumature oltre che di un declamato di imperiosa energia con cui domina il mare orchestrale agitato da Currentzis nella scena della cena.
Come Elvira Karina Gauvin fa valere tutte le sue doti da autentica virtuosa barocca, sicurissima nei passaggi di coloratura e piena di slancio. La voce è calda, intensa, l’accento vibrante; la sua è un’Elvira al calor bianco, di fortissima personalità e per nulla remissiva di fronte all’ingiustizia subita. Quasi a contrasto speculare la dolcissima Donn’Anna di Myrtò Papatanasiu, bella voce di soprano lirico puro, flautata e carezzevole piegata a un’insolita lettura del ruolo caratterizzato da una femminilità lirica e crepuscolare in perfetta linea con le scelte del direttore che accompagna  il “Non mi dir” più dolcemente soffuso che sia dato ascoltare. Efficace la Zerlina di Christina Gansch, voce ben timbrata e particolarmente robusta per il ruolo.
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