Palermo, Politeama Garibaldi: Giovanni Sollima e il violoncello di ghiaccio

Orchestra Sinfonica Siciliana, Politeama Garibaldi, stagione concertistica 2017-2018
Orchestra Sinfonica Siciliana
Direttore e Violoncello  Giovanni Sollima
Franz Joseph Haydn: Concerto n.2 in re maggiore per violoncello e orchestra Hob VIIb:2
Giovanni Sollima:  The N-Ice Cello, concerto per violoncello di ghiaccio, archi e percussione
Friedrich Gulda: Concerto per violoncello e orchestra fiati
Palermo, 9 Febbraio 2018
Giovanni Sollima ha incantato il Politeama di Palermo.
Ieri, 9 Febbraio, in seno alla stagione dell’Orchestra Sinfonica Siciliana, il palermitano Giovanni Sollima ha volute omaggiare Palermo, Capitale della Cultura 2018, inserendo, all’interno di un programma che da Haydn arrivava a Gulda, l’ultima tappa del suo N-Ice Cello Tour.
Sala gremita, come per le grandi occasioni. Freddo da imporre ilcappotto. Una enorme bolla diafana, grondante acqua, in mezzo  all’orchestra. Notevole impianto di luci dai cromatismi cangianti.
Il secondo concerto per violoncello e orchestra di Haydn (Allegro moderato, Adagio, Rondò. Allegro), composizione che ha aperto la serata, fu composto, nel 1783, per il virtuoso violoncellista Antonin Kraft. Sollima, pur nella non felicissima funzione di Direttore e solista, ha condotto per mano l’orchestra, con il trasporto, il virtuosismo e l’energia che lo connotano, fra le pieghe della musica haydiniana che, nella fattispecie sembra scritta per esaltare lo strumento solista, enfatizzandone la cantabilità e l’espressività.
Il N-Ice Cello Concerto è stato sperimentazione e progetto. Musica e denuncia. Idea ed esperienza. All’interno della bolla diafana che sembrava gravitare fra le sedie dell’orchestra, ad una temperatura abbondantemente sotto lo zero, campeggiava ‘Lazzaro’, un meraviglioso violoncello di ghiaccio, realizzato in un ghiacciaio trentino dallo scultore Tim Linhart. Dalle Alpi al Mediterraneo. Per emozionare e poi sciogliersi in mare, enfatizzando la centralità dell’elemento acquoreo, essenziale per la nostra esistenza. Sarà un caso, ma il tetto del Politeama, appena prima che il violoncello suonasse, ha amplificato il tichettio della pioggia che, copiosa, ha iniziato a bagnare Palermo.Con berretto di lana, guanti e giubbotto da sci, da dentro la bolla, Sollima, supportato dall’Orchestra, ha dato suono al ghiaccio, restituendo, nei tre movimenti del suo concerto, sonorità legate ai canti popolari trentini, con suoni lunghi e riecheggianti, immaginifici. Un momento di sospensione, quasi ancestrale.
Infine, la musica di Gulda. Un laboratorio di ibridazione e sonorità. Un’esplosione di energia armonizzata fra le musicalità classiche e jazz. Dentro icinque movimenti si può trovare di tutto. Chiudendo gli occhi, si può immaginare di trovare tracce financo di Rock ‘n Roll o addirittura di disco dance. Sollima, in piena empatia con l’orchestra, ha saputo creare un’atmosfera esplosiva. Ha sublimato il virtuosismo e la sapienza tecnica nel suonare lo strumento, trasformandoli in gioia e follia contagiose. I visi dei Maestri d’orchestra si scioglievano in sorrisi mentre la musica di Gulda scorreva per l’aria.
Uno straordinario successo, proseguito nei molteplici bis: l’improvvisazione, insieme a Corrado Bungaro, regista del film che si starealizzando sul N-Ice Cello Tour,che suonava su uno strumento d’epoca o, di nuovo dentro la bolla, per Gelido in ogni vena di Vivaldi. Mai conclusione fu più propria per una serata che certamente a Palermo verrà ricordata.