Dresden Frankfurt Dance Company al Teatro Real di Madrid

Madrid, Teatro Real, Temporada 2017-2018
Dresden Frankfurt Dance Company
“METAMORPHERS”
Coreografia, scene, costumi e luci Jacopo Godani
Musica Béla Bartók
Ensemble Modern
“ECHOES FROM A RESTLESS SOUL”
Coreografia, scene, costumi e luci Jacopo Godani
Musica Maurice Ravel
Pianoforte Svjatoslav Korolev
“POSTGENOMA” e “MOTO PERPETUO”
Coreografia, scene, costumi e luci Jacopo Godani
Musica 48nord (Ulrich Müller, Siegfried Rössert)
Dresden Frankfurt Dance Company
Madrid, 21 aprile 2018

La Dresden Frankfurt Dance Company si presenta al Teatro Real per la prima volta, sebbene il pubblico di Madrid la conosca già, dal momento che soltanto nel 2015 questa avanguardistica compagnia partecipò al festival “Madrid en danza”. In quello stesso anno il complesso tedesco mutò la direzione artistica, affidata al coreografo italiano Jacopo Godani. La sua formazione aveva avuto inizio con Loredana Rovagna nel 1984 ed era continuata presso la Scuola di Belle Arti di Carrara e quindi a Bruxelles con Maurice Béjart. Senza dubbio, l’apporto più significativo per Godani provenne però dal Ballet William Forsythe di Frankfurt, dove collaborò più volte con il Maestro nella realizzazione di nuove coreografie. Passo a passo egli ha ampliato le proprie competenze fino a dirigere l’intero processo creativo con cui la sua compagnia oggi si confronta. A proposito dell’attualità, lo spettacolo andato in scena al Teatro Real di Madrid offre una campionatura di pezzi brevi, abbastanza differenziati per stile e per struttura musicale, tutti originali a partire dai rispettivi titoli: Autori di metamorfosi, si potrebbe intendere il primo; Echi da un’anima irrequieta il secondo, Postgenoma è intraducibile mentre Moto perpetuo non ha bisogno di versioni. In tutti e quattro il movimento compare in modo esplicito oppure allusivo, nella trasformazione delle forme, nelle onde sonore, nell’inarrestabile fluire delle catene molecolari. L’esecuzione di musica dal vivo del quartetto d’archi Ensemble Modern (impegnato con il n. 4 di Bartók) e di Svjatoslav Korolev al pianoforte (Gaspard de la nuit) con le composizioni elettroniche del gruppo 48nord hanno reso le prove coreografiche molto emozionanti; pur nella varietà degli stili, a volte decisamente moderno a volte neoclassico, lo studio delle forme costituisce l’elemento comune a tutte le elaborazioni. La forma determina sia la dinamica sia la drammaticità del balletto. Protagonista tematica di Metamorphers è la costante evoluzione/involuzione dei microbi, dei piccoli organismi con vita propria, delle particelle di esseri viventi che si lasciano trasportare ovunque la folla degli altri esseri più grandi si diriga; i costumi rappresentano una specie di catena molecolare senza fine (che faceva già pensare a Postgenoma). Echoes from a restless soul si può definire un’ode alla delicatezza, considerata la relazione che due coppie di ballerini intrecciano sulle note della musica di Ravel. Il filo logico (più che narrativo) che guida l’intera serata sembra provenire dalla scienza; lo spettatore – soprattutto in Postgenoma – ha come l’impressione di trovarsi all’interno di un laboratorio scientifico e di scoprire, analizzare e controllare impulsi ed emozioni di organismi viventi sotto osservazione. Il crescendo prosegue fino al pezzo finale, perché Moto perpetuo è davvero un trionfo di combinazioni dinamiche, di assemblaggio e di lavoro dell’intero corpo di ballo finalmente riunito. La felice intuizione di Godani è di presentare l’ensemble in conclusione non allo scopo di rendere lo spettacolo più corale o maestoso, bensì per procedere alla sua fusione in un solo corpo, un solo essere sul palcoscenico; qui consiste precisamente la qualità dei coreografi geniali: saper trasformare l’intero corpo di ballo in una sola presenza. Il pubblico del Teatro Real apprezza moltissimo questa sintesi finale, salutando tutti gli interpreti con fortissimi applausi ed entusiasmo.   Foto Javier del Real © Teatro Real de Madrid