Arnold van Mill (1921-1996) sing favorites Opera Arias

Arie da Opere di O.Nicolai (Die lustigen Weiber von Windsor); A.Lortzing (Zar und Zimmermann, Der Wildshutz, Der Waffernschmid), L.van Beethoven (Fidelio); C.M.von Weber (Der Freischutz); P.Cornelus (Der Barbier von Bagdad). Arnold van Mill (basso). Coro e Orchestra diretti da Robert Wagner. Registrazione: 1962.
Bonus tracks:
Arie da camera di Mussorgsky, Glinka, Lishin, Gretchninov Raphael Arié (basso), Wilfred Perry (piano). Registrazione: 1953. T.Time: 79.57 1 CD Decca 4808167
Doppia registrazione in questa proposta Decca che ripresenta rimasterizzati in CD due recital dedicati alla voce di basso. Protagonisti l’olandese Arnold van Mill e il bulgaro Raphael Arié, due cantanti dotati di notevoli qualità vocali e interpretative pur senza essere riusciti ad assurgere al rango di stelle di prima grandezza.
Tutto dedicato al repertorio tedesco il recital di van Mill – accompagnato da Robert Wagner alla guida di una compagine orchestrale non specificata – con una scelta di brani di raro o rarissimo ascolto se si escludono l’aria di Rocco dal “Fidelio” e i due estratti da “Der Freischütz”. Fin dal primo ascolto da “Die lustingen Weiber von Windsor” di Nicolai si evidenziano le particolari caratteristiche di van Mill. Voce non tradizionalmente bella ma sicuramente personale, molto sicura su tutta la gamma e con un settore grave particolarmente corposo nonostante il timbro relativamente chiaro per un basso profondo. L’emissione ha qualche sentore di gola ma la dizione è ottima è l’interprete particolarmente abile nel cogliere le particolarità stilistiche dei vari personaggi. Si apprezzano al riguardo particolarmente i personaggi buffi con l’impagabile resa della bolsa prosopopea del Borgomastro di Sardaam nello “Zar und Zimmermann” di Albert Lortzing di cui oltre all’aria solistica è presentata la divertentissima scena corale “Den hohen Herrscher würdig…”. IL programma segue con interessanti ascolti da alter opere dello stesso Lortzing (“Der Waffenschmidt” e “Der Wildschütz”) dove si apprezzano soluzioni stilistiche di gusto prettamente italiano con van Mill che si disimpegna con efficacia – seppur senza quel senso belcantistico che all’epoca non era certo abituale specie per cantanti nord-europei – nell’autentica cabaletta di “Träum oder wach’ ich?” fino ai rapidissimi sillabati di gusto ancora tutto rossiniano di “O wüssest du, Vererhter – bin Akad” dal “Der Barbier von Bagdad” di Peter Cornelius e sempre dalla stessa opera la nitidissima dizione di van Mill esalta gli scilinguagnoli orientalizzanti di “Heil diesem Hause – Salam aleikum”. In brani dal carattere più eroico come quelli di Weber la voce manca un po’ di sontuosità timbrica e di piena potenza sugli acuti ma gli ascolti rimangono in ogni caso pienamente godibili.
Tutta russa e non operistica la seconda parte con Raphael Arié come protagonista impegnato in arie da camera e da concerto. Rispetto alla voce di van Mill quella di Arié è più classicamente bella, di quel colore scuro e morbido che è tipico delle migliori voci slave; compatta e sicura in tutta la gamma – si ascolti la pienezza degli acuti ne “Il profeta” di Rimskij-Korsakov forse il più operistico dei brani proposti per tipo di vocalità e taglio espressivo – o l’importanza dei gravi in “Smert” di Gretchanikov. Quando il brano lo richiede Arié sa sfoggiare una nobile cantabilità (“Somneniye” di Glinka) anche a volte si fa prendere troppo la mano in un’imitazione di Christov, purtroppo anche nei difetti così che un po’ troppo caricati sono i brani di Mussorgskij anche se lo spietato sarcasmo della “Canzone della pulce” e la pretesca ironia de “Il seminarista” concedono più di qualche cosa al riguardo. Completano il programma brani di Lishin – apprezzabilissimo l’accompagnamento pianistico quasi impressionista – e Rachmaninov nonché il tradizionale “Canto dei battellieri del Volga” affrontata con gusto tutto mussorgskiano e un canto patriottico di Koenemann.