Gioachino Rossini 150: “Elisabetta regina d’Inghilterra” (1815)

Dramma per musica in due atti su libretto di Giovanni Schmidt. Silvia Della Benetta (Elisabetta), Alessandro Liberatore (Leicester), Sandra Pastrana (Matilde), Olesya Berman Chuprinova (Enrico), David Alegret (Norfolc), Néstor Losàn (Guglielmo). Orchestra e coro dell’ente concerti “Maria Lisa De Carolis”, Antonio Costa (Maestro del coro), Federico Ferri (direttore), Marco Spada (regia), Mauro Tinti (scene), Maria Filippi (Costumi). Registrazione: Sassari, teatro Comunale, Ottobre 2015. T.Time: 160′ 1 DVD Bongiovanni AB20032

Elisabetta regina d’Inghilterra” ha rappresentato un passaggio fondamentale per il successo e il raggiungimento della piena maturità artistica rossiniana. L’opera segna infatti la definitiva conquista del palcoscenico del San Carlo di Napoli, al tempo forse il più prestigioso del mondo e al contempo la prima collaborazione con Isabella Colbran. “Elisabetta regina d’Inghilterra” segna anche il pieno raggiungimento della maturità artistica rossiniana nel genere serio e il punto di partenza per tutti i successivi sviluppi del genere. Perfettamente conscio dell’importanza dell’occasione Rossini si è mosso con piede sicuro recuperando brani di sicura efficacia dai precedenti “Aureliano in Palmira” e “Sigismondo” è integrandoli alla perfezione della nuova visione drammatico-musicale che andava concependo. Nonostante la sua importanza storica “Elisabetta regina d’Inghilterra” viene ancora ripresa in modo fin troppo saltuario. Nel 2015 il Teatro Comunale di Sassari ha allestito con coraggio ha montando un’opera che – specie calcolando il contesto di produzione – avrebbe potuto essere assolutamente godibile se la resa complessiva non fosse stata inficiata dalla grave lacuna della direzione d’orchestra. Assolutamente insufficiente si rivela in fatti la prova di Federico Ferri, spenta, piatta, slentata con scelte ritmiche illogiche e per di più affetta da gravi scollamenti con il palcoscenico che rischiano di compromettere pesantemente le prestazioni dei singoli interpreti. Orchestra e coro si comportano con professionalità per quanto la situazione lo permetta. Il cast sarebbe di suo decisamente buono e degno di palcoscenici ben più blasonati. Nel ruolo protagonistico Silvia Della Benetta ha l’autorità di un’autentica regina. La voce è ampia, ricca, sonora, sicura negli acuti e pulita nelle colorature. Il fraseggio è nobile e curato e trasmette tutta la ricchezza del personaggio. Alessandro Liberatore ha la robustezza dei centri e lo squillo sugli acuti che la parte di Leicester richiede e il giusto piglio da eroe protagonista. Voce piccola e non particolarmente attraente ma ottima musicalità David Alegret che riesce a portare a termine il cimento rappresentato dall’impervia parte di Norfolc grazie alla piena conoscenza dello stile rossiniano e alla facilità nel canto di coloratura riuscendo anche a trasmettere il carattere ambiguo e manipolatore del personaggio. Voce particolare, molto personale, anche per la Matilde di Sandra Pastrana che però canta con linea di grande purezza e interpreta con passione e impeto. Splendida voce Olesya Berman Chuprinova a cui nuoce solo l’eccessiva altezza per rendere alla perfezione il ruolo infantile di Enrico. Completa il cast il Guglielmo ben realizzato di Néstor Losàn. La  regia di Marco Spada porta la vicenda dall’età di Elisabetta I a quella dell’attuale e omonima regina, per il resto segue anonimamente il libretto senza particolari colpi di genio. Le scene di Mauro Tinti riproducono vedute londinesi tutte giocate sul tricolore dell’Union Jack mentre i costumi di Maria Filippi sono la quintessenza di tutto l’immaginario collettivo sulla britannicità.