Hector Berlioz 150 (1803 – 1869): “Grande Messe des Morts” (1837)

A 150 anni dalla morte
“Grande Messe de Morts”. Bror Magnus Tødenes (Tenore). Bergen Philharmonic Orchestra. Edward Gardner (direttore). Bergen Philharmonic Choir. Håkon Matti Skrede (maestro del coro). Registrazione live: Grieghallen, Bergen, Norvegia (durante il Bergen International Festival) 21 – 24 maggio 2018. T. Time: 80′ 54″. 1 CD Chandos CHSA 5219.
La monumentale, sia per le dimensioni che per l’organico, Grande Messe de Morts  di Berlioz è protagonista di due interessanti proposte discografiche, costituite entrambe da registrazioni live e pubblicate rispettivamente dalle etichette Chandos e Seattle Symphony Media.
Nella prima Edward Gardner, sul podio della Bergen Philharmonic Orchestra, dà di questo lavoro una lettura attenta alle dinamiche e alle sonorità, non sempre facilmente controllabili, soprattutto in considerazione dello spiegamento di masse corali e orchestrali rischeste da Berlioz, tra le quali riesce a mentenere sempre un ottimo equilibro, come nel Tuba mirum o nel Rex Tremendae majestatis, mentre suggestivi appaiono altri passi della partitura come l’Hostias et preces e la parte iniziale dell’Introito intonata a mezza voce dal coro, ben preparato e diretto da Håkon Matti Skrede. Nel Sanctus, unico momento in cui si richiede la parte del solista, il tenore Bror Magnus Tødenes è autore di un’interpretazione particolarmente intensa e ricca di pathos, potendo contare su una voce dal timbro chiaro e dagli acuti squillanti che si adatta bene alla tessitura della sua parte.

“Requiem” e “La mort d’Orphée“. Kenneth Tarver (tenore). Seattle Symphony Orchestra. Ludovic Morlot (direttore). Seattle Symphony Chorale. Joseph Crnko (maestro del coro). Registrazione: S. Mark Taper Foundation Auditorium, Benaroya Hall, Seattle, Washington, 9 e 11 novembre, 2017 (Requiem); 6 febbraio 2015 e 8 giugno 2016 (La mort d’Orphée). T. Time: 88′ 48″. 1 CD Seattle Symphony Media. WA 98101.
Nella proposta della Seattle Symphony Media, la registrazione live al S. Mark Taper Foundation Auditorium di Seattle della Grande Messe de Morts è accompagnata da quella sempre live dalla cantata, La mort d’Orphée, che, composta nel 1827 in occasione della prima partecipazione di Berlioz al Prix de Rome, sebbene bocciata dall’Institut des Beaux-Arts, mostra già elementi della futura arte del compositore il quale si ricordò di una sua frase melodica per Le chant de bonheur. In questa proposta la concertazione della Grande Messe de Morts di Ludovic Morlot alla guida della Seattle Symphony Orchestra si fa certamente preferire sia per l’accentuazione dei contrasti tra le dinamiche che conferisce alla sua lettura una grande forza drammatica sia per il clima di preghiera e di partecipazione emotiva che traspare nei momenti in cui il coro, la Seattle Symphony Chorale, ben preparata e diretta da Joseph Crnko, si produce in passi di intenso lirismo. Tra i momenti più belli di questa incisione oltre agli imponenti Tuba mirum, Rex Tremendae majestatis e Lacrymosa va segnalato l’intenso dialogo tra i primi tenori e il corno inglese nel Quid sum miser. Voce dal timbro chiaro, il tenore Kenneth Tarver trova accenti di commossa partecipazione nel suggestivo Sanctus. Il tenore è protagonista anche della cantata, La mort d”Orphée, nella quale dell’eroe mitico dà un’interpretazione convincente e ricca di pathos grazie a un fraseggio particolarmente curato.