Staatsoper Stuttgart: “Nixon in China”

Staatsoper Stuttgart – Stagione 2018/19
“NIXON  IN CHINA”

Opera in tre atti. Libretto di Alice Goodman.
Musica di John Adams
Chou En-lai JARRETT OTT
Richard Nixon MICHAEL MAYES
Henry Kissinger SHIGEO ISHINO
Nancy Tang, First Secretary to Mao IDA RÄNZLÖV
Secind Secretary to Mao FIORELLA HINCAPIÉ
Third Secretary to Mao LUISE VON GARNIER
Mao tse-tung MATTHIAS KLINK
Pat Nixon KATHERINE MANLEY
Chiang Ch’ ing (Madame Mao Tse-tung) GAN-YA BEN-GUR AKSELROD
Orchestra e Coro della Staatsoper Stuttgart
Direttore André de Ridder
Maestro del Coro Bernhard Moncada
Regia Marco Štorman
Drammaturgia Ingo Gerlach
Scene Frauke Löffel
Costumi Sara Schwartz
Video Design Bert Zander
Light designer Reinhard Traub
Stuttgart, 7 aprile 2019
Piú di dieci minuti di applausi hanno accolto la prima recita di Nixon in China, sesta nuova produzione della stagione in corso alla Staatsoper Stuttgart. Un  successo assolutamente meritato per un allestimento davvero esemplare sotto tutti i punti di vista. L’ opera del settantaduenne compositore californiano allievo di Leon Kirchner che, insieme a Terry Riley, Philip Glass e Steve Reich, è considerato il massimo esponente della Minimal Music, è uno dei pochi titoli contemporanei abbastanza regolarmente presenti nelle stagioni operistiche. L’ idea di scrivere un’ opera sul viaggio compiuto in Cina nel 1972 dal presidente americano Richard Nixon fu proposta a John Adams dal regista Peter Sellars. La decisione di Nixon era giudicata da Sellars come una cinica mossa elettorale, ma nonostante questo anche come un avvenimento storico di grande importanza. Per la stesura del libretto venne scelta Alice Goodman, poetessa e ministra di culto anglicana. Nixon è presentato come una persona dal carattere molto complesso, chiaramente cosciente dell’enorme attenzione mediatica ricevuta dal suo viaggio. La sua aria d’apertura, con la ripetizione propulsiva delle parole “History” e “News,” descrive bene il Nixon politico, in cerca di pubblicità favorevole prima di ricandidarsi per le elezioni. Il suo duetto finale con Pat, con i suoi ricordi sulle sue esperienze durante la Seconda Guerra Mondiale, mostra efficacemente l’ aspetto umano e sensibile della sua personalità. L’orchestra di Adams, arricchita di una sezione di sassofoni, percussioni e sintetizzatore, combina lo stile minimalista, il neoclassicismo stravinskiano ed echi di jazz e musical per illustrare una vicenda i cui personaggi sono oltre a Nixon, la First Lady Pat, il Segretario di Stato Henry Kissinger da una parte e Mao, descritto come un vecchio filosofo, la sua malvagia e intrigante moglie Chiang Ch’ing e il premier Ciù En-lai dall’ altra. Dal punto di vista musicale John Adams riece a sfruttare le qualità drammatiche del testo per ottenere un’ atmosfera teatrale molto efficace attraverso un linguaggio che alterna le tecniche compositive proprie del minimalismo come la ripetizione di cellule melodiche e motivi ritmici con elementi romantici come ad esempio la citazione wagneriana tratta da Das Rheingold alla fine del secondo atto. Anche se i giudizi della stampa dopo la prima esecuzione non furono completamente positivi e la partitura venne definita da alcuni critico come “opera da CNN”, la musica di Adams suona estremamente affascinante all’ ascolto e la vicenda, con i primi due atti dedicati all’ aspetto ufficiale della visita di Stato e il terzo che descrive le riflessioni personali dei protagonisti di questo avvenimento storico, ha una sua logica teatrale che la rende molto interessante.
Tutti gli aspetti interessanti di un lavoro ricco di originalità musicale e teatrale sono stati messi in splendida evidenza dallo spettacolo prodotto dalla Staatsoper Stuttgart. La messinscena del trentottenne regista amburghese Marco Štorman si faceva apprezzare per la resa efficacissima delle scene di massa nel primo e nel secondo atto, grazie alle imponenti, monumentali scenografie ideate da Frauke Löffel e ai bellissimi effetti visuali dei costumi di Sara Schwartz. Anche la recitazione dei personaggi principali era realizzata con molta cura nei dettagli e i caratteri individuali del vecchio e disincantato filosofo Mao Tse-Tung, del colto ed esperto politico primo ministro Chou En-lai e della coppia presidenziale erano sottolineati in maniera efficace. Nel terzo atto, le riflessioni intime dei personaggi erano rappresentati su una scena allargata da una copertura della fossa orchestrale, con la musica suonata in una registrazione su nastro e il direttore che guidava i cantanti sedendo sul palcoscenico. La parte musicale è stata guidata con sicurezza e senso dello stile da André de Ridder, coadiuvato dalla splendida prestazione della Staatsorchester Stuttgart e del coro. Il cast scelto dalla Staatsoper era davvero eccellente in tutti i componenti. Matthias Klink, uno dei cantanti più intelligenti della nostra epoca, ha dato una splendida caratterizzazione del vecchio presidente Mao. Splendidamente fraseggiato il Chou En-lai del giovane baritono Jarrett Ott, che ha evidenziato molto bene la saggezza dell’ uomo politico ricco di esperienza. Ottima l’ interpretazione del tenore Michael Mayes nella parte di Richard Nixon e del soprano Katherine Manley, specialista del repertorio contemporaneo con diverse prime esecuzioni assolute al suo attivo, come Pat Nixon. Molto efficace la prova di Shigeo Ishino che ha impiegato il suo robusto timbro baritonale per una caratterizzazione molto completa del Segretario di Stato Henry Kissinger e davvero notevole il soprano israeliano Gan-ya Ben-gur Akselrod nel ruolo della perfida Madame Mao, breve ma pieno di impegnativi passaggi di coloratura virtuosistica. Ovazioni, lungi applausi ed entusiasmo finale in un teatro esaurito, con una significativa presenza di giovani spettatori che hanno dimostrato di apprezzare molto questa musica e sono usciti ampiamente soddisfatti dell’ esperienza. Foto Matthias Baus