Giuseppe Verdi (1813-1901): “Macbeth” (vers. 1847)

Melodramma in quattro atti di Francesco Maria Piave, da Shakespeare: Giovanni Meoni (Macbeth), Nadja Michael (Lady Macbeth), Fabrizio Beggi (Banco), Giovanni Valentino Buzza (Macduff), Marco Ciaponi (Malcom), Valentina Marghinotti (Dama di Lady), Federico Benetti (Medico / Servo), Krzystof Szyfman (Sicario), Mateusz Stachura (Apparizione) Plodasie Opera ande Philharmonic  Choir, Europa Galante. Fabio Biondi (direttore), Violetta Bielecka (M° del Coro).Registrazione: Varsavia, Teater Wileki, 17-21 agosto 2017). T.Time. 122′. 2 Cd Glossa GCD 923411.

Questa versione originale avrebbe dovuto farci apprezzare la modernità di Verdi nel suo primo Macbeth proposto al teatro della Pergola di Firenze nel 1847, in quanto, priva delle revisioni postume parigine, introduce colorazioni tonali rare tali da renderla belcantistica rispetto a quella definitiva. In questa versione, in  cui le voci risultano tutte più scoperte e l’orchestrazione è più trasparente e meno pesante, l’orchestra appare più ricca di colori; questo si avverte già nel Preludio dove gli ottoni, i fiati e gli archi contribuiscono in maniera incisiva a rendere il messaggio verdiano drammatico più delineato e intriso di visioni, fantasmi e streghe. Le esibizioni dell’orchestra e del coro sono in linea con la musica di Verdi che qui esalta soprattutto il coro al quale è affidato un ruolo da protagonista al pari dei solisti e che, in questa incisione, si distingue per la sua precisione e pulizia sonora negli interventi in cui è chiamato in causa. La direzione di Fabio Biondi a capo della sua orchestra Europa Galante è precisa e vivace ma siamo ben lontani dalle sonorità post-romantiche a cui siamo abituati nei grandi teatri d’opera. Il concertatore mostra, infatti, di credere in questa maggiore coerenza drammatica e stilistica della versione fiorentina. Orchestra e coro comunque danno un valido apporto alla drammaturgia musicale richiesta dall’autore e rendono godibile con le loro sonorità questa incisione. Fin dalle prime battute dell’opera la voce del soprano Nadja Michael, protagonista dell’opera verdiana, fa riemergere le caratteristiche richieste dal compositore per la sua Lady, ovvero una voce brutta e aspra che rispecchiasse il carattere perfido e malevolo del personaggio. Partendo da questo presupposto, la voce sarebbe idonea al ruolo; purtroppo bisogna, però, fare i conti con tanti altri fattori che mancano del tutto per renderlo credibile:la precisione, la dizione (qui del tutto incomprensibile), il declamato, l’incapacità assoluta nel  canto d’agilità, l’intonazione e la mancanza di sostegno che causa a un vibrato insopportabile all’ascolto. La scena del sonnambulismo è un  vero disastro! Ci chiediamo come e quale siano state le ragioni di questa infelice! Accanto a questa nota…veramente “stonata”, il resto  del cast è complessivamente di buon livello. Apprezzabile Giovanni Meoni che, pur ma con qualche imprecisione ritmica,  senza snaturarare la sua vocalità lirica, crea un Macbeth espressivamente credibile. Fabrizio Beggi è un Banco vocalmente solido e dal fraseggio appropriato. Bravo nel ruolo di Macduff Giuseppe Valentino Buzza che conferisce l’appropriato tono drammatico al personaggio.  Complessivamente valido il resto del cast: Marco Ciaponi (Malcom), Valentina Marghinotti (Dama di Lady), Federico Benetti (Medico / Servo), Krzystof Szyfman (Sicario), Mateusz Stachura (Apparizione). Lodevole il Plodasie Opera ande Philharmonic  Choir diretto da Violetta Bielecka. Questa registrazione, che di sicuro non passerà alla storia per essere una delle migliori in assoluto, anzi verrà ricordata per essere stata una delle peggiori se non la peggiore. In definitiva un progetto buono nelle intenzioni ma fallimentare nell’esito.