Scompare un’altra pietra miliare della Danza del secolo XX: la grande Alicia Alonso, madre del balletto cubano e fondatrice della Compagnia del Balletto Nazionale di Cuba, nonché della Scuola cubana, all’età di 98 anni. Una delle ultimissime dive del balletto, dallo stile raffinato e dalla forza indomita, che ha saputo coltivare nella Cuba di Fidel Castro e far diventare grande la Scuola cubana e l’arte della danza. Una delle prime danzatrici occidentali a essere invitate a danzare in URSS nel periodo della Guerra fredda, musa di Balanchine e dei più grandi coreografi del Novecento, partner dei più importanti nomi della danza internazionale, Alicia Alonso è stata speciale. Speciale non solo per il ruolo di fondatrice in un’isola come Cuba, ma ancor più per aver continuato a danzare nonostante una progressiva cecità (distacco precoce della retina a soli 19 anni e ripetuti interventi non andati a buon fine) che, immobilizzandola in un letto di ospedale per un segmento della vita, le ha – come ha spesso dichiarato lei stessa – permesso di vedere la danza nella sua mente per il suo significato reale. Ha così continuato a danzare e creare coreografie, pur con la vista seriamente compromessa. La sua forza di donna, di artista e di Maestra è nota. Il mondo della danza piange la sua Musa, che ha donato sapienza ai giovani e fatto la storia di un Paese che, attraverso di lei, si è aperto al mondo. Segnaliamo l’articolo dettagliato di Roger Salas sul quotidiano spagnolo “El Pais”, dedicato alla leggenda della danza cubana, alla sua formazione e alla sua carriera.