Michael Fabiano: “Verdi – Donizetti”

G.Verdi:“Oh! Fede negar potessi… Quando le sere al placido” (Luisa Miller), “La donna è mobile” (Rigoletto), “Forse la soglia attinse – Ma se m’è forza perderti” (Un ballo in maschera), “Qual sangue sparsi – S’ affronti la morte” (La forza del destino), “Odi il voto – Sprezzo la vita” (Ernani), “Notte, perpetua notte – Non maledirmi” (I due Foscari), “Ciel, che feci! – Ciel pietoso” (Oberto, Conte San Bonifacio), “Ah sì, ben dite – Tutto parea sorrider – Pronti siate a seguitarmi” (Il Corsaro); G.Donizetti: “Veleno è l’aura ch’io respiro – Fu macchiato l’onor mio – Sfolgorò divino raggio” (Poliuto), “Tomba degli avi miei – Fra poco a me ricovero” (Lucia di Lammermoor), “Alma soave e cara” (Maria di Rohan). Michael Fabiano (tenore),  London Voices, London Philharmonic Orchestra, Enrique Mazzola (direttore).Registazione:Church of Saint Jude-on-the-Hill, Londra, Agosto/Settembre 2018 T.Time: 57′ 03. 1 CD Pentatone PTC5186750

Michael Fabiano
è sicuramente uno dei tenori in maggior ascesa sulla scena internazionale e la ancor limitata presenza sui palcoscenici italiani rende particolarmente interessante questo recital, che permette di farsi più precisa idea di un cantante di cui non poco sentiremo parlare. Anche l’impostazione del programma parrebbe interessante nel voler evidenziare i collegamenti fra la produzione di Donizetti e quella del primo Verdi. Purtroppo, nella realtà dei fatti, queste premesse vanno in gran parte deluse, sia perché la scelta dei brani è decisamente sbilanciata sul versante verdiano, sia perché alcune delle opere scelte – “Un ballo in maschera”, “La forza del destino” – appartengono a una stagione matura della produzione verdiana in cui i debiti con la tradizione belcantista sono ormai stati superati in un nuovo e più maturo uso della voce.
La voce di Fabiano è quella di un tenore lirico piano con propensione verso il lirico-spinto, che ha una bella luminosità con qualche riflesso brunito non certo spiacevole, dizione ottima che si apprezza particolarmente nei recitativi, buona quadratura musicale, mentre sugli acuti si nota qualche durezza, specie in quelli più estremi. Una vocalità di questo tipo unita a un forte temperamento, sicuramente più adatto alle tempeste espressive del primo Verdi che al rigore belcantista emergente dalle arie della “Luisa Miller”, del “Corsaro”, de “I due Foscari”, il cui tipo di vocalità sembra quello attualmente più congeniale a Fabiano, che soprattutto nella convinta esecuzione della cabaletta di Corrado trova forse il momento più convincente dell’intera registrazione. Proprio in virtù del temperamento risulta ben centrata “Qual sangue sparsi … S’affronti la morte” dalla versione pietroburghese de “La forza del destino”: forse un po’ al limite sul versante prettamente vocale, ma pienamente coerente con il gusto espressivo del cantante. Per molti aspetti il brano più coerente con il programma è l’aria facoltativa di Ernani “Odi il voto … Sprezzo la vita”, scritta da Verdi per il tenore ucraino Mykola (Nikolaj) Ivanov, già destinatario della donizettiana “T’amo qual s’ama un angelo” per lui aggiunta alla “Lucrezia Borgia”: l’alta tessitura è però abbastanza problematica per Fabiano la cui prestazione resta non pienamente compiuta. Le difficoltà nell’aria di Ernani si ritrovano per molti aspetti nei brani di Donizetti, dove pur nella sostanziale qualità del canto, si sente l’assenza di una più autentica predisposizione belcantista che appare evidente in un brano ben cantato – oltre che di raro e interessante ascolto – come “Alma soave e cara” da “Maria di Rohan”, dove però manca quella piena sintonia stilistica che questi brani sembrano imprescindibilmente richiedere. Tolta la fin troppo scontata scena di Edgardo da “Lucia di Lammermoor”, si giunge a quello che è probabilmente il momento meno felice dell’incisione: la grande scena di Poliuto. Per quanto Fabiano si impegni, il suo tipo di materiale è troppo lontano dalla vocalità di baritenore ancora rossiniano e neoclassico richiesta dalla parte. Alla guida della London Philarmonic Orchestra troviamo la mano esperta e sicura di Enrique Mazzola che accompagna il canto con la grande attenzione che gli si conosce.