Bru Zane: “The French Romantic Experience”

Cd 01:  Opera (1780-1830). Cd 02: Opera (1830-1900). Cd 03: Operetta and café-concert. Cd 04: The cantata. Cd 05: Sacred music. Cd 06: Orchestral music. Cd 07: Concertante music. Cd 08: Chamber music. Cd 09: Piano music. Cd 10: The mélodie. Limited first edition: 4000 copies. Recordings made between 2008 and 2019. 10 Cd SPPF BZ 2001
“10 Cd per 10 anni di attività”. Potrebbe essere questo lo slogan che sintetizza, The french romantic experience, la recente produzione del Palazzetto Bru Zane costituita da una raccolta, in edizione limitata, di 10 Cd appunto che testimoniano la decennale attività discografica del Palazzetto. Nato nel mese di ottobre del 2009 sotto l’egida della Fondazione Bru, il Palazzetto Bru Zane, la cui sede si trova in uno storico palazzo veneziano risalente al 1695, in 10 anni di attività, ha riportato alla luce le opere di compositori meno conosciuti di quello che viene definito il grande secolo XIX, un periodo di 140 anni dal 1780 al 1920. Si va, infatti, dai grandi riformatori della seconda metà del Settecento tra cui l’italiano Luigi Cherubini, che fu direttore del Conservatorio di Parigi, fino a quei compositori che si inscrivono nella linea tracciata da Saint-Saëns e Massenet. Ognuno dei 10 Cd è una piccola antologia di carattere monografico dedicato a un genere, illustrato attraverso una ricca scelta di brani di autori, le cui opere, riscoperte dagli studiosi del Palazzetto, sono state incise da importanti case discografiche come Alpha Classics, Ambroisie, Aparté, Chandos, cpo, Decca, Erato, Glossa, Grand Piano, La Dolce Volta, L’empreinte digitale, Ligia Digital, Mirare, Musicales Actes Sud, Naïve, Ricercar, Timpani e Zig-Zag Territoires. Si tratta, dunque, di una ricchissima antologia che, come si può leggere nel booklet, sempre molto ben curato, rivela i mille volti del romanticismo francese ora sorridente, ora mesto, ora raccolto, ora spettacolare, ora colto, ora popolare.
Il primo dei 10 Cd è costituito da un’antologia di 17 brani tratti da opere composte nel cinquantennio compreso tra il 1780 e il 1830. Tra i compositori figurano, accanto ai nomi celebri di Luigi Cherubini (Quartetto dalla Lodoïska), di Gaspare Spontini (Terzetto dall’Olimpie) e di Antonio Salieri (Les Danaïdes), quelli meno noti di André-Ernest-Modeste Grétry, di Rodolphe Kreutzer, conosciuto soltanto perché dedicatario della famosa sonata di Beethoven, Jean-Baptiste Lemoyne, e di Étienne-Nicolas Méhul. Questa ricca antologia svela la vitalità del teatro francese in un periodo percorso da profondi rinnovamenti che portano a una riforma della vecchia Tragédie-Lyrique per creare le condizioni della nascita e dello sviluppo dell’opera romantica a cui è dedicato il secondo Cd. Qui troviamo accanto ai titoli meno noti di autori famosi come Le Tribut de Zanora o Cinq-Mars o il raro primo Faust, tutti di Gounod, Le mage di Massenet, L’Africaine di Meyerbeer, il quartetto En cet instant suprême da La Reine de Chypre di Halévy e Les barbares di Saint-Saëns, estratti di opere di autori quasi del tutto dimenticati come il  bel duetto di Béatrice e Dante dalla sua opera Dante di Benjamin Godard, il drammatico duetto tra Minna e Troïl tratto da Le Vaisseau fantôme Pierre-Louis Dietsch o l’etereo duetto di Lilia, Hélios dall’ Herculanum di David.
Protagonista del terzo Cd è l’operetta, che in Francia ha avuto il suo battesimo con Mam’zelle Nitouche di Hervé, rappresentata da 2  brani (l’ouverture pot-pourri e il frizzante duetto du Soldat de plomb. Nella ricca antologia non potevano mancare l’Offenbach meno noto di Vert-Vert, de La Périchole e di Boule de neige e André Messager, autore, tra le altre operette, di Les P’tites Michu, della quale sono proposti l’ouverture e il Couplets d’Aristide. Accanto a questi grandi personalità troviamo anche alcuni gioielli di autori meno noti come l’incantevole duetto di Avnturine e Poucet (L’amour) di Le Petit Poucet di Laurent de Rillé o lo spiritoso e delicato couplets di Maud (Le flirt, ô passe-temps charmant ) de La Saint-Valentin di Frédéric Toulmouche.
La grande tradizione della cantata francese, insegnata al Conservatorio, in quanto prova d’esame per l’ambito Prix de Rome, che costituì una tappa obbligata  per la carriera di musicisti più o meno famosi, è la protagonista del quarto Cd. Il lavoro di riscoperta di questa produzione, caduta nell’oblio perché ritenuta di scarso livello artistico, ha, invece, rivelato lavori di un certo interesse anche di compositori famosi come Gounod, Debussy, Saint-Saëns, Dukas e Bizet dei quali sono proposti in questo Cd alcuni estratti delle cantate da loro presentate per conquistare il celebre Prix.  Accanto a loro possiamo apprezzare quelle di autori meno noti, se non del tutto sconosciuti come Alfred Bruneau, Théodore Gouvy, Xavier Boisselot e André Wormser.
L’equilibrio, già sperimentato negli altri Cd, tra lavori famosi ed altri meno noti, contraddistingue anche l’antologia di musica sacra proposta nel quinto Cd, nel quale, insieme a estratti di Messe di Gounod, a tre mottetti di Saint-Saëns, all’Agnus Dei del Requiem di Cherubini e a brani di Félicien David, figurano passi di opere di autori del tutto sconosciuti quali Charles-Henri Plantade e Fernand de La Tombelle e meno conosciuti come Théodore Dubois che, direttore del Conservatorio di Parigi dal 1896 al 1905, è noto soprattutto per il suo Trattato di contrappunto e fuga ancora oggi studiato.
Dubois è protagonista, con il primo movimento della sua seconda sinfonia, del sesto Cd dedicato a quella produzione sinfonica che nella seconda metà dell’Ottocento è rifiorita in Francia grazie anche all’attività di istituzioni quali il Conservatorio, «Les concerts populaires » de Pasdeloup, Colonne et Lamoureux. Tra i brani più significativi di questo Cd, testimone di questa produzione che si muove nell’alveo della tradizione beethoveniana, vanno sicuramente citati il suggestivo terzo movimento (Grave ma non troppo lento) della Symphonie gothique op. 23  di Benjamin Godard e il brillante rondò della Symphonie no 2 en ré majeur di Louis-Ferdinand Hérold.
Legata alla produzione sinfonica è quella per strumento concertante, che occupa interamente il settimo Cd ed è la testimonianza della vita musicale di Parigi dopo il 1830. Nella capitale francese, infatti, confluirono da tutta Europa grandi compositori e virtuosi per i quali furono composti molti lavori, caduti in seguito in oblio, ma di grande interesse, come il brillante terzo tempo, qui proposto del Concerto per pianoforte  e orchestra di Lalo, o il primo brano della Suite concertante per violoncello, pianoforte e orchestra di Dubois o ancora la poetica Fantaisie pastorale pour violon et orchestre di Théodore Gouvy.
L’ottavo Cd propone significativi estratti di composizioni da camera di vari autori a partire da Gounod fino a Godard, Félicien David e Antoine Reicha del quale è proposto il raffinatissimo quarto movimento del Quartetto in sol minore op. 90 n. 2.
Al pianoforte, strumento romantico per eccellenza,  che nella Parigi dell’Ottocento, è stato anche sviluppato dal punto di vista della costruzione da importanti fabbriche come la Pleyel, i cui strumenti venivano suonati da Chopin, o l’Érard, è dedicato il nono Cd, dove, accanto al preludio del famoso Prélude, aria et final di Franck, troviamo composizioni di autori quasi del tutto sconosciuti come Charles Borde e Marie Jaëll.
La grande tradizione delle liriche da camera, infine, occupa il decimo e ultimo Cd, nel quale viene proposta una ricchissima antologia di lavori di compositori più o meno famosi. Sebbene non monografico, questo Cd è sicuramente quello che propone i brani nella loro interezza anche perché appartenenti a un genere che non ha scansioni in vari movimenti, ma trova la sua compiutezza nell’effusione lirica che si realizza in un istante.
Ottimo prodotto, questo cofanetto è la testimonianza di un’attività, veramente meritoria per la musica, da parte del Palazzetto Bru Zane che ha consentito di portare alla conoscenza di un largo pubblico lavori e compositori quasi del tutto sconosciuti. Nel complimentarci per i successi ottenuti dagli studiosi, non possiamo far altro che augurarci che quest’attività possa continuare con nuove interessanti scoperte. Non possiamo non concludere senza una piccola nota nei confronti degli artisti, di altissimo livello, che hanno lavorato alla realizzazione dei singoli Cd e di cui non si faranno i nomi per evitare di dimenticarne qualcuno.