Charles Gounod (1818 -1893): “Faust” (London version, 1864)

Opera in cinque atti (1858) (London version, 1864). Libretto by Jules Barbier (1825–1901) and Michel Carré (1822–1872). Additional text by Onésime Pradère (1825–1891). Sung in French. Aljaž Farasin (Faust), Carlo Colombara (Méphistophélès), Marjukka Tepponen (Marguerite), Lucio Gallo (Valentin), Diana Haller (Siébel), Ivana Srbljan (Marthe), Waltteri Torikka (Brander /Wagner). Croatian National Theatre in Rijeka – Opera Orchestra and Choir. Ville Matvejeff (direttore). Nicoletta Olivieri (maestro del coro). Registrazione: 2–11 Novembre 2016 at Croatian National Theatre ‘Ivan Zajc’, Rijeka, Croazia. T. Time: 178′ 40″. 3 CD Naxos 8660456-58 – 2019

Il 23 gennaio 1864, a cinque anni dalla prima rappresentazione avvenuta con successo al Théâtre Lyrique di Parigi il 19 marzo 1859 e dopo aver calcato i palcoscenici di Strasburgo (1860), dove gli originari dialoghi erano stati sostituiti con i recitativi, di Rouen (1860), di Gand (1860), di Dresda (1862), della Scala (1862) e del Covent Garden di Londra (nel 1863 in una versione in italiano), il Faust di Gounod approdò, in una traduzione in inglese di Henry Chorley, all’Her Majesty’s Theatre di Londra dove l’11 giugno 1863 l’opera era già stata applaudita dal pubblico inglese in una versione in italiano. Per l’occasione Gounod aggiunse la cavatina di Valentin “Even bravest heart may swell” che Onèsime Pradère avrebbe in seguito tradotto nella pagina “Avant de quitter ces lieux”, divenuta oggi una delle più famose dell’intera opera. È possibile ascoltare questa versione in francese e non inglese, come sarebbe stato auspicabile nonostante sia doveroso segnalare che la traduzione di Chorley era stata giudicata scadente già dai contemporanei al punto che la parte di Faust era stata interamente riscritta dal drammaturgo Charles Lamb Kenney. È stato forse lo scarso livello di questa traduzione a determinare la scelta di incidere l’opera in lingua francese? Premesso che le scelte esecutive dovrebbero essere dettate nei casi di riprese storiche non da considerazioni di natura estetica ma dalla volontà di mantenersi quanto più fedele possibile alla versione in oggetto, a questa domanda non è dato rispondere anche perché nel booklet, francamente scarno, non si legge nulla a riguardo e molto scarse sono le notizie sulle questioni filologiche che pone qualunque versione di un’opera diversa da quella correntemente eseguita e qui limitate sostanzialmente alla segnalazione della nuova cavatina di Valentin.
Nonostante le perplessità legate alla scelta della lingua che rende quest’operazione quanto meno non pienamente compiuta, l’incisione si impone per l’ottima qualità dell’esecuzione a partire dalla concertazione di Ville Matvejeff che, alla guida della Croatian National Theatre Opera Orchestra di Rijeka, trova tempi e sonorità adeguati senza mai soverchiare le voci ma esaltando i momenti lirici di cui è disseminata la partitura di Gounod. Dotato di una voce omogenea dal timbro chiaro e dagli acuti squillanti, Aljaž Farasin è un Faust pienamente convincente sia nei momenti lirici che in quelli drammatici. Una linea di canto nobile ed elegante, ma anche insinuante in alcuni passi contraddistingue il Méphistophélès di Carlo Colombara, capace di una performance di particolare effetto in Le veau d’or est toujours debout. Alle prese con una parte dalla tessitura molto ampia che supera le due ottave, Marjukka Tepponen, nel ruolo di Marguerite, mostra di trovarsi maggiormente a suo agio nel settore medio-acuto piuttosto che in quello grave da lei affrontato comunque con sicurezza. Sul piano interpretativo è una Marguerite pienamente convincente e attenta a rappresentare le diverse sfaccettature dell’animo del suo personaggio. Voce omogenea dal timbro un po’ scuro, Lucio Gallo, contando su un fraseggio e un’intonazione curati, è un Valentin efficace dal punto di vista interpretativo. Intensa è la sua interpretazione della famosa cavatina “Avant de quitter ces lieux”.  Pienamente in ruolo Diana Haller (Siébel), Ivana Srbljan (Marthe) e Waltteri Torikka (Brander/Wagner) e ottima la prova del coro ben preparato da Nicoletta Olivieri.