La danza e le sue parole. Il concetto di “plié” e “relevé”

Il linguaggio della danza classica, per quanto riguarda gli arti inferiori, si articola sull’alternanza di due principi fisici e spirituali fondamentali e opposti, il plié e  il relevé.
Il termine plié indica letteralmente la capacità di flettere le ginocchia; nel lavoro quotidiano e nelle finalità del corso di studi, va inteso come un movimento fondamentale nello studio dei salti e nell’elevazione sulle punte grazie alle sue caratteristiche di morbidezza, fluidità e legato.
Il termine relevé invece, secondo il metodo Vaganova, ha una doppia accezione: indica il sollevamento dell’arto libero a qualsiasi altezza e in tutte le direzioni (en avant, en arriere, à la seconde); indica la salita sulla mezza punta o sulla punta, su un piede o due piedi d’appoggio.Possiamo  pensare agli arti inferiori in movimento come all’affascinante danza di  un polmone nell’esercizio dell’atto respiratorio: il relevé rappresenta l’inspirazione, la tensione, l’anelito di infinito, il plié l’espirazione, la plasticità, il radicamento al suolo. Entrambi i movimenti, tuttavia, nella loro esecuzione vivono di moti, spinte e vettori uguali e contrapposti: entrambi sfruttano la spinta dei piedi sul pavimento per ricavare una controspinta ascensionale che nel plié si traduce nell’elongazione della colonna vertebrale durante la flessione delle ginocchia e nel relevé nel distacco dei talloni dal suolo. Il relevé è intimamente legato al culto della leggerezza retaggio della cultura classica a cui la tecnica accademica continuamente si è riferita nella codificazione del suo linguaggio. Già nel 1463 Guglielmo Ebreo parlava dell’aiere come precetto fondamentale della danza, essere cioè aerosi e leggeri come l’aria.
Il concetto di leggerezza nella danza classica può essere letto come reazione al peso, come quella speciale connessione tra melanconia e realtà che può far accedere ad altri luoghi ed altri stati. Il relevé dunque è una condizione, è “il movimento” della leggerezza concreta e piena come un battito d’ali per spiccare il volo.La leggerezza così intesa sfrutta il peso, lo spessore, la concretezza delle cose, dei corpi, delle sensazioni, per accedere all’infinito. La combinazione di plié/relevé usa il pavimento, la terra per indicare il cielo, trasformando il corpo in un meraviglioso canale di energie.
La stessa scarpetta da punta si perfeziona e diviene, in età romantica un mezzo poetico non vincolato solo a un fine estetico, poiché è uno strumento di cui ci si serve per innalzare la donna verso il cielo. Non si ‘sale’ sulle punte, ma ‘si usano’ le scarpette da punta per salire.

Se ad esempio guardiamo al Grand pas d’action del secondo atto di Giselle, vedremo come sfruttando generosi plié Giselle si slanci con leggerezza, grazia,forza, disperazione e amore verso l’alto, attraverso combinazioni di passi sia saltati che rilevati. Sfruttare il suolo, usare la connessione profonda tra “plié – terra” e “relevé – cielo” diventa necessario per raccontare l’idea di un  amore che supera il concetto terreno di bene per trasformarsi in qualcosa di più profondo, alto e spirituale: l’amore che perdona e che ama più della propria vita. Nel Bedroom Pas de deux tratto da Romeo e Giulietta  di Kenneth MacMillan vedremo la profondità del plié generare dei veri e propri relevé dell’anima: l’estasi, l’incanto, l’abbandono, il diritto di amare oltre le convenzioni sociali.
Da questo punto di vista la danza classica, negli arti inferiori, è il concerto articolato e fascinoso della possibilità di prendere e dare, raccogliere dal basso per tendere verso l’alto, il dialogo costante tra prendere e lasciare, tra battere e levare.
Bibliografia utile
– Calvino I., Lezioni americane, Mondadori, Milano 2000.
Kostrovickaja V.-Pisarev A., La scuola russa di danza classica,Metodo Vaganova, Gremese, Roma 2007.
Marchesano M.V., I sentieri del gesto, L’ArgoLibro, Salerno 2017.
Pappacena F., Il Trattato di Danza di Carlo Blasis Treatise on Dance 1820-1830, LIM, Lucca 2005.
Pappacena F., La danza classica. Le origini, Laterza,Roma-Bari 2009.
Prina A., Corso di danza classica, Metodologia didattica,  vol.1, Gremese,Roma 2003.
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