“Evgenij Onegin” torna al Teatro dell’Opera di Roma

Teatro dell’Opera di Roma – Stagione Lirica 2019/2020
“EVGENIJ ONEGIN”
Scene liriche in tre atti e sette quadri.
Libretto di Petr Il’ic Cajkovskij e Konstantin Silovskij
Musica di Petr Il’ic Caikovskij
Larina  IRIDA DRAGOTI**
Tat’jana  MARIA BAYANKINA
Ol’ga  YULIA MATOCHKINA
Filipp’evna ANNA VIKTOROVA
Evgenij Onegin MARKUS WERBA
Vladimir Lenskij SAIMIR PIRGU
Principe Gremin JOHN RELYEA
Zareckij ANDRII GANCHUK**
Triquet ANDREA GIOVANNINI
Un capitano della guardia ARTURO ESPINOSA*
*dal progetto “Fabbrica” Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma
**diplomato “Fabbrica” Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma
Orchestra, Coro e Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma
Direttore James Conlon
Maestro del Coro Roberto Gabbiani
Regia Robert Carsen
Scene e costumi Michel Levine
Luci Jean Kalman
Coreografia  Serge Bennathan
Allestimento Canadian Opera Company.
Produzione creata per il Metropolitan Opera di New York
Il Teatro dell’Opera di Roma dedica questa produzione a Mirella Freni Roma, 29 febbraio 2020
Torna al Teatro dell’Opera di Roma dopo una assenza quasi ventennale l’Evgenij Oneghin di Cajkovskij eseguito in lingua originale ed affidato alla direzione del maestro James Conlon con la ripresa di una apprezzata regia di Robert Carsen. La produzione è stata interamente dedicata a Mirella Freni recentemente scomparsa, grande interprete del ruolo di Tat’jana nei maggiori teatri del modo ed in sala di incisione e indimenticata coprotagonista dell’ultimo allestimento andato in scena qui a Roma del 2001. Il regista colloca la vicenda, che è opportuno ricordare essere tratta da uno dei capisaldi della letteratura russa e forse mondiale, in uno spazio della memoria delimitato da tre velari nel quale pochi ma significativi oggetti e un sapiente gioco di luci definiscono efficacemente  le diverse ambientazioni dei 7 quadri come se fossero diversi episodi che tornano alla mente dell’inquieto protagonista. Assolutamente straordinaria la capacità della luce e dei colori nella loro essenziale nettezza  di raccontare l’atmosfera profondamente russa dei vari momenti in perfetta complementarietà con l’articolata capacità descrittiva della musica che ne esce così ancor più rafforzata nella sua forza evocativa. Impossibile per l’ascoltatore non ravvisare in essi le tinte della campagna russa di alcuni quadri dell’epoca, della porcellana o del cielo e del palazzo di Carskoe Selo. Magnifica infine è apparsa la recitazione richiesta ai cantanti, mai stereotipata o convenzionale, sempre misurata e densa di significato in ogni particolare e non in contrasto con le ragioni della musica ma anzi in armonica complementarietà con essa. Molto belli infine i costumi di Michel Levine per eleganza e scelta cromatica. In perfetta integrazione con tanta lineare essenzialità della parte visiva dello spettacolo, abbiamo molto apprezzato la direzione del maestro James Conlon variopinta nei colori orchestrali, nelle dinamiche e nelle scelte timbriche, caratterizzata da una singolare nobile chiarezza nella concertazione e da una piacevolissima sensibilità per la danza. Assai convincente inoltre la capacità di sottolineare le infinite sfumature dei numerosi e complessi momenti espressivi della partitura senza perderne mai di vista l’equilibrio formale complessivo, tenendo ben desta la tensione narrativa. Lodevoli infine la prestazione dell’Orchestra per bellezza del suono e concentrazione esecutiva e del Coro diretto dal maestro Gabbiani. La compagnia di canto è risultata nel complesso omogenea e ben affiatata e assestata su un livello esecutivo molto alto. Nel ruolo eponimo Markus Werba ha tratteggiato l’inquieta e complessa figura del protagonista con bella voce unita ad una eccellente musicalità e ad una ottima presenza scenica. Yulia Matochkina è stata una simpatica e convincente Ol’ga, Saimir Pirgu un Lenskij bellissimo e dolente che al termine della sua aria ha avuto dal pubblico giustamente commosso l’applauso più caloroso a scena aperta. John Relyea ha disegnato un principe Gremin aristocratico nel canto quanto nel gesto. Ottime le realizzazioni dei ruoli minori alcuni dei quali sostenuti da giovani artisti del progetto fabbrica come Arturo Espinosa,Un capitano della guardia, o già diplomati con merito come Andrii Ganchuk, Zareckij, e Irida Dragoti, Larina. Andrea Giovannini è stato un divertente e elegante Triquet e Anna Viktorova una intensa ed affettuosa Filipp’evna. Infine la Tat’jana di Maria Bayankina resa con autentica partecipazione, splendida voce  ed elegante e rifinita recitazione in tutti i suoi trasalimenti e nel suo sviluppo interiore da ragazza di campagna innamorata dell’amore a raffinata e malinconica principessa. Di estremo interesse, anche se non tutti nuovi, sono i contributi proposti nel ricco programma di sala, strumento sempre importante per una miglior comprensione o l’approfondimento dell’atmosfera musicale e letteraria che hanno permesso la genesi  di un simile e complesso capolavoro.  Alla fine lunghissimi e meritati applausi per tutti.
Foto Yasuko Kageyama