Felice Romani, il poeta che scrisse il libretto dell’elisir d’amore, trasse l’argomento da Le Philtre a quel tempo, celebre lavoro di Eugéne Scribe (1791-1861). L’opera ambientata in un villaggio “del paese dei Baschi”, fu composta da Donizetti in un lasso di tempo assai ristretto: meno, dicono i biografi donizettiani, di due settimane. Sono note le circostanze in cui vide la luce questa partitura destinata a essere una delle più acclamate del teatro musicale. L’impresario del teatro milanese della Canobbiana, trovandosi in difficoltà per la mancata promessa di un compositore che si era impegnato per un’opera da mandare in scena. Disperato, l’impresario, si rivolse disperato a Donizetti, supplicandolo di salvarlo, magari mettendo a nuovo una sua opera già fatta. Il musicista non accetta la proposta, ma fece una controproposta azzardata: scrivere un’opera tutta nuova, nello spazio di 15 16 giorni. L’impresario, trovandosi a malpartito, fu ben lieto di accettare. L’elisir d’amore viene rappresentato nel teatro milanese, il 12 Maggio 1832, con esito trionfale. L’opera tenne il cartellone per 32 sere consecutive. Il pubblico e la critica sancirono la nascita di un capolavoro.