Johann Sebastian Bach (1685-1750): Magna Sequentia I & II

Magna Sequentia I: A Grand Suite of Dances compiled by Sonia Rubinsky: Sonia Rubinsky (pianoforte). Registrazione: 6-10 gannaio 2018 e 6-9 gennaio 2016 a The Theatre, Florida, USA. T. Time: 71’08” 1 CD Naxos 8.574026
Magna Sequentia II: A Grand Suite of Dances compiled by Sonia Rubinsky: Sonia Rubinsky
(pianoforte). Registrazione: 6-10 gennaio 2018 a The Theatre, Florida, USA. T. Time: 68’32” 1 CD Naxos 8.574027
Inciso per l’etichetta Naxos, Magna sequentia è un pregevole doppio album del quale è protagonista e, in un certo qual modo, coautrice la pianista brasiliana Sonia Rubinsky. Si tratta, infatti, di due cd di danze e anche arie, tra cui figura quella celeberrima che costitiuisce il tema delle Variazioni Goldberg, tratte dalle suite inglesi e francesi e dalle partite di Johann Sebastian Bach ordinate attraverso una logica tonale interna e in modo da dare una visione completa dell’arte del grande compositore di Eisenach. Nei due cd, del quale il primo è costruito intorno alla
Quarta partita, mentre il secondo intorno all’Ouverture francese, è possibile ascoltare brani che si richiamano alle tre importanti scuole del barocco europeo, padroneggiate con grande maestria da Bach e, in particolar modo, a quella francese per lo stile ornato, a quella italiana per il carattere virtuosistico e a qualla tedesca per la scrittura contrappuntistica. Molto accurata appare la scelta dei brani tanto che alla fine si ha l’impressione di ascoltare un Ordre francese più che una partita o una suite, come siamo abituati.

I 36 brani, contenuti nei due Cd, sono eseguiti da Sonia Rubinsky con senso dello stile per la scelta sia dei tempi, mai rigidamente metronomici, che delle sonorità. Questa esecuzione, infatti, si segnala per un suono chiaro ed espressivo particolarmente coinvolgente ottenuto da un’artista che mostra di avere un tocco e una tecnica di primordine. Personalmente, sul piano dell’approccio interpretativo, mi sarei atteso un po’ di varietà in più almeno nei ritornelli, considerato il fatto che le partiture barocche erano quasi dei canovacci su cui l’esecutore, un compositore-interprete, spesso improvvisava ormando la melodia. Ciò non avviene in questa incisione, seguendo una prassi esecutiva comunque invalsa nel Novecento soprattutto nelle esecuzioni al pianoforte, strumento per il quale questi lavori non erano stati, del resto, scritti e che Bach non conobbe e forse non avrebbe disdegnato se dobbiamo dare credito a quanto testimoniato nel suo Saggio di metodo per la tastiera dal figlio Carl Philip Emanuel, secondo il quale il padre amava molto suonare il clavicordo, strumento a corde percosse, 
come il pianoforte. Questo piccolo appunto, che attiene alla questione ancora aperta dell’interpretazione di Bach su uno strumento diverso dal clavicembalo o dal clavicordo, nulla toglie alla pregevole esecuzione di cui Sonia Rubinsky è autrice.