Teatro dell’Opera di Roma. Daniele Gatti dirige Bach, Ravel & Stravinskij

Teatro dell’Opera di Roma
Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma
Direttore Daniele Gatti
mezzosoprano Vasilisa Berzhanskaya
tenore Antonio Poli
basso Alex Esposito
flauto solista Matteo Evangelisti 
Johann Sebastian Bach: Ouverture n. 2 in si minore BWV 1067, per flauto e orchestra; Maurice Ravel: Le tombeau de Couperin. Igor’ Stravinskij: Pulcinella
Roma, Teatro dell’Opera, 4 dicembre 2020 – in streaming
Concerto inaugurale di una triade di eventi legati al Barbiere di Siviglia di Rossini, quello del 4 dicembre, come spiegato da Daniele Gatti intende accostarsi al capolavoro del teatro musicale italiano non tanto dalla parte del Pesarese, ma da quella di Beaumarchais in quanto il programma tra il Barocco di Bach e il Neobarocco di Ravel e di Stravinskij richiama più da vicino l’epoca del drammaturgo francese. Nella prima parte del concerto è stato possibile apprezzare la Seconda suite o ouverture per orchestra di Bach, concertata da Gatti con grande senso dello stile e con una scelta di tempi e di sonorità che hanno esaltato le danze di cui si compone questa suite. Inoltre il direttore italiano, che si è mostrato attento a cercare un bel suono in tutto il programma del concerto, ha lasciato il giusto spazio al solista, Matteo Evangelisti, prima parte dell’orchestra, il quale ha interpretato gli episodi solistici con grande cura per il fraseggio. Neobarocca la seconda parte del concerto della quale sono stati protagonisti Ravel con Le tombeau de Couperin e Stravinskij con il suo Pulcinella. Entrambi sono stati 
splendidamente concertati da Gatti che ha fatto emergere i colori della ricca tavolozza orchestrale dei due lavori accompagnando nel secondo i cantanti senza mai soverchiarli e anzi esaltando la linea del canto attraverso un’adeguata scelta dei tempi. Felice, inoltre, si è rivelata la scelta di affidare la parte, indicata in partitura per soprano, al mezzosoprano Vasilisa Berzhanskaya dal momento che la scrittura vocale insiste sul registro medio-grave con rare incursioni in zone più acute che, comunque, sono state ben affrontate dall’artista. La sua prova si è distinta per una certa cura nel fraseggio e nell’intonazione e lo stesso si può dire del tenore Antonio Poli che ha affrontato con sciurezza la non semplice Una falan zemprece. Con la consueta sicurezza il basso Alex Esposito ha interpretato con attenzione al fraseggio la sua parte.