Anastasia Yasko: 20th Century Russian Piano Sonatas

Sergei Prokofiev (1891-1953): Piano Sonata No. 9, op. 103 (1947); Georgy Sviridov (1915-1998): Piano Sonata op. 4 (1944); Samuil Feinberg (1890-1962): Piano Sonata No. 12; Mieczysław Weinberg (1919-1996): Piano Sonata No. 4 op. 56 (1956). Anastasia Yasko (pianoforte). Registrazione: 26.–28. Febbraio 2020, Solitär, Kammermusiksaal Mozarteum Salzburg. T.Time: 78′ 16. 1 CD Ars Produktion

L’etichetta ARS prosegue nel suo intento ambizioso e, diciamolo, coraggioso di far arrivare al pubblico lavori rimasti in ombra, lavori di compositori cosidetti “minori”, dove questo termine viene assolutamente reso vano all’ascolto di questo disco. In oggetto la nuova direzione stilistica della forma sonata per pianoforte di compositori russi del XX secolo. 
La musica russa, si sa, è un universo a sè, fatto di suoni e melodie che si riescono a contestualizzare solo se si legano al territorio della Madre Russia, e le sonate che ascoltiamo sono esattamente l’espressione di questo. 
Chiudere gli occhi e abbandonarsi all’ascolto delle sonate di Georgy Sviridov, Samuil Feinberg e Mieczyslaw Weinberg significa entrare in un territorio musicale nonché geografico sorprendente, proprio perchè prima inesplorato, e lo stupore non può che andare ad alimentare la voglia di conoscere di più sia sullo stile che sui compositori. 
Le sonate dei tre compositori sono al limite del sistema tonale, ma tutte molto fruibili e dal gusto pienamente novecentesco; in tutte si percepisce uno stile parallelo a quello del più conosciuto Prokofiev. In particolare la sonata di Georgy Sviridov, detto anche “l’artista del popolo”, si distingue per la colorazione accesa dei temi in tutti i movimenti. Della sonata di Feinberg mi ha colpito molto l’originalità nella rielaborazione del tema del terzo movimento. Molto precisa e allo stesso tempo delicata l’esecuzione della sonata di Weinberg, forse tra le tre la sonata dallo stile più occidentale. 
La giovane Anastasia Yasko ha davvero del talento e lo si percepisce subito alla prima traccia del disco: l’Allegretto della sonata Op.103 No. 9 di Sergei Prokofiev. Ci arriva infatti un’esecuzione molto bella e pulita, direi perfetta; affronta con disinvoltura le difficoltà tecniche sempre presenti, ma dominanti specialmente nel quarto movimento; esecuzione questa paragonabile a quella celeberrima di Sviatoslav Richter, al quale la sonata è dedicata. Un plauso alla casa discografica per la scelta molto coerente delle quattro sonate e alla pianista per la sua interpretazione.