Johann Sebastian Bach (1685–1750): Goldberg Variations (‘Air with Thirty Variations’), BWV 988 edited by Ferruccio Busoni, BV B 35 (1914); with modifications by Chiyan Wong – Variations in italics are omitted in this recording; Chiyan Wong (n.1988):Inversion of Variation 15 (Canone alla quinta) from Bach’s Goldberg Variations, BWV 988; Ferruccio Busoni (1866–1924): Sonatina ‘in diem Nativitatis Christi MCMXVII’ (No. 4), BV 274 (1917); Johann Sebastian Bach: Chaconne (from Partita for violin No. 2 in D minor, BWV 1004) arranged by Ferruccio Busoni, BV B 24 (1893) Chiyan Wong (pianoforte). T.Time:57’19 Linn Records CKD598
Che la musica di Bach sembra essere senza tempo lo dimostrano le continue incisioni che ciclicamente vengono alla luce, esecuzioni con interpretazioni sempre diverse, dove ognuna sembra vivere di vita propria. E quella del pianista Chiyan Wong, in questa sua incisione per l’etichetta LINN records, non fa eccezione. La sua interpretazione delle variazioni Goldberg sembra infatti un’ulteriore rivisitazione della già nota versione di Busoni. Le sonorità che ci arrivano sembrano il frutto di uno studio fatto a tavolino al fine di esprimere al massimo le potenzialità acustiche e meccaniche del pianoforte, partendo comunque da un suono limpido, dai colori cangianti, e donando alle variazioni un’aurea che trascende il romanticismo. Non si discute sulla tecnica pianistica, ineccepibile. Geniale inoltre la sua personale rivisitazione della quindicesima variazione, che denota anche le grandi potenzialità compositive dell’interprete: il pianista sembra quasi voglia lanciare una sfida per vedere quanto possa essere ancora recepito da questo capolavoro bachiano.
Proseguiamo con Sonatina “in diem Nativitatis Christi MCMXVII” (No. 4), BV 274, omaggio del pianista a quello che sembra essere il suo secondo maestro, Busoni. Interpretazione molto personale, con un tempo leggermente accelerato, ma che sembra enfatizzare la difficoltà tecnica del pezzo, da molti pianisti infatti sottovaluta. Molto belli i chiaroscuri di sonorità. Sarebbe interessante ascoltare anche un’incisione delle altre cinque sonatine, per confermare la linea interpretativa del pianista.
L’ultima considerazione riguarda la celeberrima ciaccona dalla Partita n. 2 in re minore per violino di Bach: qui il pianista sembra affrontarla con naturalezza e disinvoltura, in modo molto lineare ed espressivo, facendone quasi dimenticare le difficoltà tecniche frutto della trascrizione di quel genio di Busoni.
Si tratta in conclusione di un album innovativo, in quanto rielabora con intelligenza il binomio Bach-Busoni, binomio che ha già dato tanto alla letteratura classica, ma, come si può ben intuire, non smette mai di sorprendere, specialmente se le partiture arrivano tra le mani di pianisti eclettici e sapienti come Chiyan Wong.