Per talento, spirito, pure energia, capacità di lavoro, ottimismo e reazioni che le sfide, James Levine è semplicemente prodigioso sembra spinto a compiere, a produrre, a dar prova della sua versatilità sovrumana, non solo come direttore musicale e primo direttore d’orchestra del Metropolitan, ma anche come direttore invitato nel giro internazionale esecutore di musica da camera, accompagnatore e collaboratore di cantanti, e pianista.
A 33 anni era già direttore musicale del Metropolitan, soltanto pochi anni dopo il suo favorevole debutto in quel teatro, con la Tosca, nel giugno 1971. da quel momento questo ragazzo prodigio è riuscito ad imprimere il suo segno sulla compagnia con la sua forza, rintracciando Il repertorio, facendo gradualmente dell’orchestra un insieme superbo, tirando su le sue proprie stelle ed una consorteria di giovani artisti. (…)
Dopo il successo iniziale il Metropolitan, fu chiesto a Levine di diventare il direttore d’orchestra principale. Più tardi, con la riorganizzazione della direzione, assunse la direzione musicale, in tandem con il regista John Dexter e con il direttore amministrativo Anthony A. Bliss. Durante questo periodo Levine ha messo insieme uno stupefacente a record di realizzazioni, una costruzione graduale e continua verso realizzazione più alte e più artistiche. La regolare collaborazione con in complessi orchestrali e corali ha dato come risultato un crescente livello d’esecuzione, con sempre maggiore omogeneità, e carattere “sinfonico” più di quanto il complesso del Metropolitan avessi conosciuto per anni, per decenni perfino. (…)
Ha ampliato il repertorio in modo piuttosto considerevole, in relazione alla stima prudenziale di Rudolf Bing sul pubblico degli abbonati. Fin dal 1975, Levine ha progressivamente rimesso a nuovo il normale repertorio, messo in scena un ciclo di opere di Mozart, esplorato alcuni lavori negletti del passato, e messo in scena diversi autori dell’opera del XX° Secolo. Messo di fronte ad una così forte direzione musicale il già reazionario pubblico ha cambiato parere è accettato Lulu, Wozzeck, Pelléas et Mélisande, Billy Budd, Dialogues des Carmelites… (…)
Osservando James Levine, si sente che la musica vive in lui scorrendo con il suo sangue. È un musicista completo, naturale, per il quale fare musica è l’elemento cruciale della vita. La sua musica è vivida, dinamica, fluida. Si preoccupa dello stile, della crescita artistica, di dare un genuino contributo creativo. Gode delle sfide, di un massiccio carico di lavoro. È organizzato, guarda diritto allo scopo, è ambizioso. Tutto ciò che ha fatto, o fa, fa parte di un vasto piano. Con una spinta interiore e una visione a senso unico James Levine ha forgiato in anticipo, così che, molto prima di raggiungere i 40 anni era già arrivato in vetta alla sua professione. (Estratto da “Gente dell’Opera” di Robert M.Jacobson, New York, 1982)