Torino, “Regio Metropolitano”
Orchestra del Teatro Regio
Direttore e violino solista Julian Rachlin
Wolfgang Amadeus Mozart: Concerto n. 3 in sol maggiore per violino e orchestra K 216; Sinfonia n. 40 in sol minore K 550
Torino, 16 ottobre 2021
È un po’ scontato, come gioco di parole, parlare di inaugurazione “in tonalità minore” per la serata che ha aperto la stagione del “Regio Metropolitano”. Si dirà perciò che è stata un’inaugurazione sobria, coerente con i tempi che corrono e con la rassegna inaugurata. Come molte altre istituzioni musicali, il Teatro Regio ha infatti presentato un cartellone autunnale, che si conclude, nel caso specifico, nel mese di gennaio. Oltre alle ragioni di prudenza che hanno spinto tanti ad attendere maggiori certezze sul fronte pandemico prima di presentare calendari di lungo respiro, il teatro torinese ha dovuto far fronte ai lavori di adeguamento del palcoscenico, che impongono il fermo della sala di piazza Castello per diversi mesi, durante i quali le attività della Fondazione sono ospitate in dodici differenti sedi cittadine. Attività che prevedono una sola opera (Aida, in forma di concerto, all’auditorium “Agnelli” del Lingotto), un balletto (Lo schiaccianoci, al Teatro Alfieri), quattro mostre e quattordici concerti, nei quali trovano spazio molte pagine per coro e voci soliste, ma non programmi strettamente operistici.
La serata d’apertura, nella sala del Conservatorio “Giuseppe Verdi”, dove di solito hanno luogo le esibizioni degli allievi e i concerti da camera dell’Unione Musicale, non poteva essere più misurata. Forse per non intimorire il pubblico, disabituato alle occasioni sociali in presenza (per di più, in una sala nella quale è stata ormai autorizzata la capienza piena), si è scelto di iniziare con un programma breve, senza intervallo, con l’Orchestra del Teatro in versione ridotta e un direttore che riveste anche il ruolo di solista. È stato infatti Julian Rachlin il protagonista indiscusso delle due pagine mozartiane che hanno presentato un ritratto a due facce del compositore di Salisburgo: ancora teenager relativamente spensierato al tempo del Concerto n. 3 in sol maggiore per violino e orchestra K 216 (1775); artista maturo, consapevole e un po’ tormentato quando compose la Sinfonia n. 40 in sol minore K 550 (1788). Rachlin si è fatto apprezzare principalmente come virtuoso dello strumento, abile nel valorizzare i caratteri del Concerto K 216: si rammentano la delicata souplesse dell’Allegro iniziale, non priva di un certo graffiante brio nella cadenza, la cantabilità introspettiva della sezione centrale, il gusto per la sorpresa che caratterizza il movimento conclusivo. Nel dirigere la Sinfonia K 550, Rachlin ha scelto un taglio interpretativo accattivante all’orecchio ma opinabile, che della composizione esalta più i caratteri sturmeriani e anticipatori dello stile beethoveniano che i legami con la tradizione sinfonica settecentesca. L’Andante è stato reso come passo di alta tensione drammatica, e il Minuetto quasi come una danza demoniaca. L’Orchestra del Regio ha risposto alla mano di Rachlin con efficacia e coerenza.
Nell’auspicio che la rassegna si riveli un crescendo, ricordiamo gli altri appuntamenti di questo mese: il 23 ottobre, all’auditorium del Lingotto, l’Orchestra e il Coro del Regio, sotto la direzione di Hartmut Haenchen, propongono il Canto del destino op. 54 e il Canto funebre op. 13 di Brahms; segue la Sinfonia n. 3 in re minore di Bruckner. Il 29 ottobre, all’auditorium Rai “Arturo Toscanini”, in occasione dell’anno dantesco sarà eseguita La vita nuova di Ermanno Wolf-Ferrari: sempre Orchestra e Coro del Teatro, diretti da Donato Renzetti, con il soprano Angela Nisi, il baritono Vittorio Prato e la voce recitante di Alessandro Preziosi.