Martina Arroyo (New York, 2 febbraio 1937)
Dopo gli studi musicali presso la Manhattan High School dove ha anche studiato letteratura e lingue, ha intrapreso la carriera di insegnante e di assistente sociale, debuttando ufficialmente come cantante d’opera alla Carnegie Hall il 1958 nell’ Assassinio nella cattedrale di Ildebrando Pizzetti. Nello stesso anno ha vinto le “Metropolitan Opera Audition of the Air” esordendo come “Voce dal cielo” nel Don Carlo. Si mise in luce solo a partire dalla stagione 1964-65 sostituendo, con notevole successo, Birgit Nilsson nell’Aida e tornandovi poi con regolare frequenza (fino al 1986), soprattutto come interprete del repertorio Verdiano (Il Trovatore, Don Carlo, Ernani…). Voce di notevole bellezza e di “nitore quasi strumentale”, come scrisse Rodolfo Celletti, quella dell’ Arroyo si distinse altresì per la purezza singolare dei Registri, specie nel settore acuto, anche se mostrò qualche limite di varietà espressiva (così come nel canto di agilità) nell’ampio repertorio (da Mozart, al già citato Verdi, a Puccini) in cui la cantante si è spesso cimentata. Una lunga carriera (si è ufficialmente ritirata nel 1989) constrassegnata da risultati lusinghieri che hanno messo in luce l’elegia del canto, la particolare attrattiva del timbro, sorretto da una apprezzabile tecnica di emissione, con ottimi fiati, capacità nel canto legato e per la indiscussa purezza dello stile capace di affrontare con particolare disinvoltura stili musicali assai diversi.