Torino, Auditorium RAI: Robert Trevino dirige Lakzano e Čajkovskij

Torino, Auditorium RAI “A.Toscanini”, Stagione Sinfonica 2022. 6°concerto.
Orchestra Sinfonica Nazionale RAI
Direttore Robert Trevino
Ramon Lazkano:”Mugarri” per orchestra (2009-2010); Pëtr Il’ič Čajkovskij: “Manfred”. Op.58 da Byron (1885)
Torino, 11 Marzo 2022
Il 6° concerto della stagione dell’OSN Rai ha visto nuovamente sul podio il Mastro Robert Trevino, americano e principale direttore ospite dell’orchestra torinese. Lo stesso Trevino mantiene, da tempo, stretti rapporti con l’Orchestra Nazionale Basca di San Sebastián, luogo natale del cinquantenne Ramon Lazkano, autore di Mugarri, primo pezzo della serata. L’autore e la composizione, di cui si dà la prima esecuzione italiana, sono per noi sconosciuti. Il programma di sala e la presentazione radiofonica di Susanna Franchi, pur con sforzi apprezzabili, non riescono a spiegare nulla del pezzo che rimane sigillato ad ogni sforzo di comprensione da parte dell’ascoltatore medio. Giurie prestigiose l’hanno premiato, ma egualmente si rimane disorientati da 15 minuti di suoni/rumori giustapposti, senza alcun sviluppo e senza alcun tema riconoscibile a cui aggrapparsi. Forse in partitura potranno rivelarsi mirabolanti accostamenti e sviluppi armonici con relativi calcolati rapporti timbrico-cromatici, ma l’ascolto, almeno per noi, desta solo perplessità e disorientamento. L’orchestra, immensa e variegata, fa del suo meglio e così anche l’attivissimo direttore che con buona ragione si meritano gli applausi tributatigli dallo scarsissimo pubblico. Anche l’autore, che sale sul palco a ringraziare esecutori e pubblico viene applaudito. Nessuna contestazione.  È questo forse l’allarmante indicatore dello stato di stagnazione in cui versa il mondo della musica colta?…
All’ignoto basco segue il notissimo Čajkovsskij con l’ambiguo Manfred del 1885. Una cinquantina di anni prima, Berlioz e Liszt avevano rivoluzionato il mondo musicale. Le loro opere terremotavano la forma classica della sinfonia per immergersi nel descrittivismo del Poema sinfonico. Piacquero moltissimo le illustrazioni musicali delle avventure di eroi romantici, immersi in una natura vuoi serena vuoi tempestosa, i demoni e le notti di Valpurga con streghe e Sabba infernali. Molti compositori, allettati da richieste e offerte vantaggiose, si convinsero a praticare la nuova moda. Le orchestre si arricchirono di strumenti e di timbri che determinavano il fascino descrittivo delle scene immaginate. Balakirev, musicista russo leader del gruppo dei 5, infuocato da ammirazione per l’Aroldo in Italia di Berlioz, convinse Čajkovsskij, sulle prime titubante, a dedicare un’opera a Manfred, eroe romantico descritto da Byron. Ne sortì una composizione di cui lo stesso autore intuì l’ambiguità. Non una sinfonia ma neppure una fantasia tout court. Nel primo tempo, in cui Manfred vaga per le Alpi, assillato da affanni e tormenti per la perdita dell’amata, il tema dell’eroe viene trattato e “lavorato” come in una sinfonia. La serenità del secondo tempo, popolato da cascate fate e arcobaleni, si imparenta ai modi del balletto. Il terzo che celebra la serena vita campestre dei montanari anticipa il clima della Iolanta del 1891, estrema fatica teatrale dell’autore. Finalmente nell’ultima parte, dal Sabba infernale alla morte rasserenata di Manfred, un’iniziale fugato a più voci, immagine furiosa del baccanale, evolve, senza una particolare logica compositiva, ad un corale quasi religioso in cui l’organo si ritaglia i suoi 5 minuti di gloria. Trevino e l’OSN Rai han tratto da questo guazzabuglio formale un capolavoro. Il racconto è in cinemascope technicolor superstereo dolby. Una vera goduria! Come già rilevato in analoghe circostanze, in poche occasioni ci si può sentire totalmente coinvolti, anche fisicamente, come quando una grande orchestra suona al meglio. In questi casi il riascolto digitalizzato, sempre possibile sulle piattaforme RAI dedicate, è imparagonabile e non riesce a far giustizia della meraviglia dell’ascolto in sala.