Annie Fischer (1914–1995): “Secrets”

CD 1: Franz Schubert: Piano Sonata in A minor, D.845 (registrazione 24 gennaio 1978); Franz Schubert: Piano Sonata in A major, D.959 (registrazione 17 febbraio 1978).
CD 2: Robert Schumann: Fantasiestücke, Op. 12 (registrazione 4 marzo 1981); Robert Schumann: Kreisleriana, Op. 16 (registrazione 26 febbraio 1978). Fryderyk Chopin: Nocturne in C sharp minor, Op. 27 No. 1 (registrazione 17 febbraio 1978).
Annie Fischer (pianoforte). T. Time: 64′ 54″ (CD 1). T. Time: 64′ 07″ (CD 2). 2 CD Hungaroton HCD 32845–46
Autentica leggenda della tastiera, Annie Fischer (Budapest 1914 – Budapest 1995) ebbe un rapporto alquanto difficile con le registrazioni. Come ricordato, infatti, dal pianista e compositore ungherese Zoltán Kocsis, la Fischer  fu così ostile al microfono quanto il microfono a lei. Annie Fischer non amava registrare in sala d’incisione, nonostante lo abbia fatto tra gli anni Cinquanta e Sessanta per l’etichetta HMV e negli anni Settanta per la Hungaroton. In realtà non tutte queste registrazioni, nelle quali il suono appare spesso opaco e fragile, sono di alto livello e se quella del Primo concerto di Liszt, inciso per la HMV negli anni Sessanta, è deludente per i tempi troppo lenti imposti dal direttore Otto Klemperer, quelle dell’integrale delle sonate di Beethoven per la Hungaroton furono “rinnegate” dalla stessa Fischer che, non soddisfatta, ne vietò la pubblicazione. Queste incisioni sono state pubblicate, infatti, solo dopo la sua morte. In sala d’incisione
alla grande artista, molto probabilmente, mancava quel pubblico con il quale la Fischer ebbe sempre un rapporto privilegiato sin dal suo primo concerto, quando, ancora bambina, nel 1925, esordì all’Accademia musicale Ferenc Liszt di Budapest eseguendo il secondo e il terzo movimento del Concerto in do maggiore per pianoforte e orchestra di Beethoven. In quell’occasione l’autorevole critico Aladár Tóth, che la Fischer avrebbe sposato nel 1937, scrisse:
“Ha conquistato il pubblico con una sbalorditiva differenziazione del ritmo, una visione interiore decisamente artistica, e ultimo ma non meno importante, la sua abbagliante, pura capacità tecnica. Su questo non ci possono essere dubbi: ci troviamo di fronte a una genuina personalità con un talento interpretativo”.
Da quel primo concerto la carriera di Annie Fischer fu costellata da successi e, spesso, da trionfi, come è dimostrato dall’ultimo concerto nel 1994, un anno prima della morte. In quell’occasione, dopo aver eseguito il Concerto in la maggiore K. 488 di Mozart, la pianista concesse numerosi bis con musiche di Schubert e Chopin a un pubblico entusiasta che assistette, di fatto, a un recital della diva. Delle interpretazioni di Annie Fischer sarebbero rimaste solo le suddette incisioni, che non le rendono giustizia, nonostante ve ne siano alcune pregevoli come quella del Terzo Concerto di Beethoven o della Kreisleriana di Schumann, e le registrazioni dal vivo dei concerti per pianoforte e orchestra ripresi dalle radio o dalle televisioni, se Anna Dévény, una fisioterapista appassionata di musica, che aveva raccolto fotografie, documenti scritti e altro materiale riguardante la pianista anche con l’aiuto della sorella minore di quest’ultima, Magda Fischer,  dagli anni Sessanta non avesse registrato di nascosto quasi tutti i concerti con un semplice registratore che, ben collocato in modo da catturare il suono, ha consentito di 8ottenere dei prodotti di buona qualità. In uno di questi concerti accadde, però, un episodio imbarazzante: nel momento in cui venne acceso il registratore si sentirono le grida trionfali di un noto commentatore di calcio. La Fischer iniziò a suonare senza battere ciglio, anche se le fu chiaro dal primo momento che qualcuno, avendo premuto per sbaglio il pulsante della radio al posto di quello del registratore, la
stesse registrando. La verità emerse qualche tempo dopo, quando, dopo un concerto, l’artista, dando un passaggio in macchina ad Anna Dévény, notò il registratore, limitandosi a dire in seguito al suo autista: “Bene, Anna Dévény registra i miei concerti di nascosto”. Per il resto non parlò mai di ciò con la Dévény né protestò, forse perché lei spesso registrava se stessa quando provava a casa da sola per ascoltarsi e, quindi, migliorare le sue interpretazioni.
Raccolte in seguito in ben 25 CD, le “registrazioni-pirata” di
Anna Dévény, che, pur essendo state fatte con modalità quasi amatoriali, sembrano realizzate per la qualità del suono con strumenti professionali,  costituiscono un documento di indubbio valore storico oltreché musicale e rivelano meglio la vera arte della Fischer più di quanto non lo facciano le incisioni in studio nei confronti delle quali sono più genuine perché ritraggono l’artista nell’atto performativo. Di queste registrazioni nei presenti due CD, dedicati a Schubert con l’esecuzione della Sonate in la minore D.845 e di quella in la maggiore D.959 il primo, e a Schumann (Fantasiestücke, Op. 12 e Kreisleriana, Op. 16) e Chopin (Notturno in do diesis minore op. 27 n. 1) il secondo, è pubblicata solo una piccola parte, limitata, infatti, a tre concerti del 1978 e a uno del 1981.
Autentici documenti storici, questi CD costituiscono la testimonianza tangibile delle doti di Annie Fischer dallo splendido tocco, evidente nei brani maggiormente connotati in senso espressivo come il secondo movimento della Sonata in la maggiore di Schubert o Warum? di Fantasiestücke di Schumann o ancora il Notturno in do diesis minore eseguito in modo coinvolgente, al perfetto controllo delle dinamiche sempre ben accentuate che rivelano le grandi capacità di interprete della Fischer, esaltate da brani ricchi di tensione come In der Nacht dai Fantasiestücke.  Si tratta di due meravigliosi CD veramente coinvolgenti e di due testimonianze della grande arte interpretativa  di Annie Fischer.