Venezia, Palazzetto Bru Zane: “Violoncello al femminile con il duo Laferrière & Fouchenneret

Venezia, Palazzetto Bru Zane, Festival “L’universo di César Franck”, 2 aprile-27 maggio 2022
“VIOLONCELLO AL FEMMINILE”
Violoncello Victor Julien-Laferrière
Pianoforte Théo Fouchenneret
Henriette Renié: Sonate pour piano et violoncelle; Mel Bonis: Sonate pour violoncelle et piano en fa majeur; Nadia Boulanger: Trois Pièces pour violoncelle et piano
Venezia, 5 maggio 2022
Se suonare il violoncello è stata a lungo considerata un’attività sconveniente per una donna, nondimeno varie compositrici francesi concepirono per questo strumento pregevoli lavori soprattutto cameristici. Tra essi si collocano quelli programmati per questo concerto nell’ambito del Festival “L’universo di César Franck”: la Sonata per pianoforte e violoncello di Henriette Renié, la cui prima esecuzione pubblica avrebbe avuto luogo alla Salle Pleyel di Parigi, il 15 febbraio 1896, ventitré anni prima della sua pubblicazione; la Sonata per violoncello e pianoforte in fa maggiore di Mel Bonis – come la precedente decisamente ispirata a Franck – presentata al pubblico il 14 febbraio 1906 ancora alla Salle Pleyel; i Tre pezzi per violoncello e pianoforte di Nadia Boulanger, originariamente scritti per organo nel 1911, ma successivamente trascritti dalla stessa compositrice per violoncello nel 1914, e in questa versione oggi prevalentemente eseguiti. Di assoluta eccellenza si sono dimostrati i due giovani concertisti, chiamati ad interpretare questo repertorio così ingiustamente poco frequentato.

Davvero impeccabile è risultato il violoncellista Victor Julien-Laferrière, che ha sempre brillato per intonazione, anche nella zona più acuta, sfoggiando un suono rotondo e ben timbrato, oltre che nitore e sensibilità nell’espressione, soprattutto tenendo conto delle difficoltà tecniche diffusamente presentate da questi brani, che non esitano ad indagare lo strumento fino agli estremi della sua estensione. Analogamente brillante è stata la prestazione del pianista Théo Fouchenneret, che si è distinto per la ricchezza delle sfumature nel tocco, la costante pulizia negli accordi e l’abilità tecnica anche nei passaggi più veloci, dando il giusto rilievo alla tastiera, il cui ruolo va, in questi pezzi, ben oltre il mero accompagnamento, spesso interagendo alla pari con il violoncello.  Nella Sonata di Henriette Renié – l’unico suo lavoro che non preveda l’arpa, alla quale l’artista parigina, grande virtuosa dello strumento, dedicò quasi in modo esclusivo la sua attività creativa – è emersa con tutta evidenza la vicinanza al Franck della Sonata per violino e pianoforte, peraltro esplicitamente citata e attestata dalla scrittura ciclica, in base alla quale il tema iniziale, con le sue insistite modulazioni cromatiche, diviene la matrice di tutto l’insieme del discorso musicale. Intensamente drammatico si è rivelato il primo movimento (Allegro appassionato); struggentemente lirico il secondo (Andante); frenetico e senza pace, tranne pochi momenti il terzo (Allegro con fuoco) impreziosito da un episodio contrappuntistico.Quanto alla Sonata di Mel Bonis – scritta in un periodo particolarmente fecondo sotto l’influenza di César Franck, che era stato suo insegnante al Conservatorio – il violoncello si è messo in luce nel primo movimento, Moderato quasi Andante, aperto da una melodia che insiste sul registro grave dello strumento su accordi arpeggiati del pianoforte, per farsi in seguito più acuta e assumere un tono sospeso, prima che si svolga un dialogo paritetico tra i due strumenti, che conduce alla fine del movimento. Una semplice melodia del violoncello ha percorso il secondo movimento, Très lent, una sorta di canzone, sostenuta dal variegato accompagnamento del pianoforte, che inizia con una serie di fluide terzine. Alcune decise affermazioni sia del violoncello che del pianoforte hanno segnato l’inizio del movimento conclusivo, Final, in cui si è colto un serrato dialogo tra i due strumenti, che si è sviluppato fra contrastanti colori. Inizialmente composti per organo solo, i Tre pezzi per violoncello di Nadia Boulanger – pubblicati presso Heugel, nel 1915 – recano dei titoli inconsueti, corrispondenti alla semplice tonalità d’impianto di ognuno di essi, che tradiscono con chiarezza la loro origine. Nel Modéré, misterioso movimento d’apertura, dalla serena espressività – che evoca Debussy e Fauré – ha particolarmente affascinato l’effetto “gocciolante” del pianoforte, cui il violoncello si è sovrapposto nel suo registro acuto. Nel successivo movimento dalla dolce malinconia, Sans vitesse et à l’aise, il violoncello ha sfoggiato un registro centrale ricco di armonici e caldi colori, intonando la sua melodia cantilenante con l’accompagnamento delle turgide sonorità del pianoforte. Nel frenetico, vigoroso movimento conclusivo, Vite et nerveusement, ha colpito il ruolo particolarmente audace del pianoforte, che ha debitamente messo in atto le proprie potenzialità percussive. Calorosi, reiterati applausi hanno ottenuto due fuoriprogramma nel nome della davvero straordinaria Mel Bonis: Sérénade e Méditation.