Madrid, Teatros del Canal, Festival Madrid en Danza 2022
“JUNGLE BOOK REIMAGINED”
Direttore artistico e coreografo Akram Khan
Sceneggiatura Tariq Jordan
Libretto Anoushka Shankhar
Musica Jocelyn Pook
Luci Michael Hulls
Animazione Naaman Azhari, Nick Hillel
Corpo di ballo Akram Khan Company
Madrid, 9 giugno 2022
Basandosi sul celebre Libro della Giungla di Ruyard Kipling, il coreografo di origini bangladesi Akram Khan e il suo team hanno rielaborato il viaggio di Mowgli, visto con gli occhi di un emigrante intrappolato in un mondo devastato dal cambio climatico. Mowgli, pertanto, è colui che aiuta ad ascoltare la voce della natura, che il mondo moderno sta costantemente sovrastando. Lo spettacolo nato da questa riflessione generale è una straordinaria miscela di multimedia, danza e musica; una scommessa artistica di ultima generazione, si potrebbe dire, considerata la capacità della Akram Khan Company di reinventare continuamente storie (apparentemente) già note. Questa compagnia è stata fondata nel 2000 con un cast internazionale e con intenzioni di sfida innovativa: rischiare, salvaguardare l’integrità artistica, raccontare storie rilevanti ed esplorare lo sconosciuto. In poco tempo e con un lavoro eccezionale e accuratissimo, il marchio si è imposto all’attenzione dei più prestigiosi teatri europei. Nel caso del riuso di Kipling, un’estetica minimalista e un ibrido di danza moderna e kathak (danze originali indiane) hanno costituito la combinazione perfetta. Da adolescente, Akram aveva studiato le danze della tradizione indiana, che in questa occasione servono a proporre un racconto sul bisogno di appartenenza e rispetto per la natura, con un approccio dal sapore asiatico-indiano. Non è soltanto un simpatico aneddoto il fatto che quando Akram aveva dieci anni avesse interpretato il ruolo di Mowgli per una produzione indiana; si tratta infatti di un’esperienza che il Maestro ricorda con molto orgoglio. Sul palcoscenico si trovavano due schermi trasparenti, uno posto molto vicino al pubblico, l’altro dalla parte opposta, sul fondo; a volte quest’ultimo proiettava il riflesso del primo, a volte la trasmissione dei due era indipendente e creava un mondo magico e composito. Grazie alle videoproiezioni, il pubblico è spettatore del naufragio di una famiglia nel corso di una terribile tormenta, e di come il bambino di questa famiglia rimane solo in una città europea deserta, contaminata e divenuta territorio di animali feroci. In tale difficile contesto, il bambino inizia a capire il mondo, ad affrontare la vita e impara a sopravvivere, facendo partecipi gli spettatori di un’avventura commovente e dai profondi connotati spirituali, quasi mistica. Danze, posizioni, forme, angolazioni, ritmi, musica, scenografia e immagini sono un tutto armonico, funzionale all’esigenza di narrare una storia antica e nuova al tempo stesso. Forse anche per questo la scena resta sempre la stessa, ingombra di molte scatole di cartone che di volta in volta ricreano una discarica di spazzatura, il disordine e la sporcizia urbani, la desolazione dei luoghi abbandonati; i dettagli della scena – come sentieri, spazi e prospettive – si creano sul momento grazie all’intervento di dieci ballerini, la cui gestualità varia a seconda del personaggio che devono interpretare coralmente: il lupo, il serpente, la tigre … E così, il pubblico di Madrid ha percepito la vita e il palpito degli animali selvaggi nel cuore del suo festival di danza più moderno e sperimentale, “Madrid en Danza”. Magnifica, a questo proposito, la musica di Jocelyn Pook, che faceva risaltare l’azione al pari della commozione nei vari episodi del racconto. Foto Madrid en Danza 2022