Lugano, XXVI Festival Ticino Musica 2022: “La Cenerentola”

Lugano, Auditorium del Conservatorio della Svizzera italiana, XXVI Festival Ticino Musica
“LA CENERENTOLA”
Opera buffa su libretto di Jacopo Ferretti, tratto da “Cedrillon” di Charles Perrault nell’adattamento di Charles Guillaume Etienne e da “Agatina o la virtù premiata” di Francesco Fiorini.
Musica di Gioachino Rossini
Riduzione orchestrale di Jonathan Lyness
Don Ramiro SEBASTIAN MACH
Dandini JORGE ELEAZAR ALVAREZ
Angelina (Cenerentola) KATARZYNA SZYMKOWIAK
Don Magnifico HAZAR MÜRŞITPINAR
Clorinda MAGDALENA LUCJAN
Tisbe SOFIA PEZZI
Alidoro MASAHI TOMOSUGI
Coro LORENZO TONTA, FRANCESCO CREMONA, MICHELE GALBIATI, GABRIELE FACCIALÀ
Orchestra Ensemble Opera Ticino Musica
Direttore Camilla Rossetti
Regia, Scene e Costumi Daniele Piscopo
Nuovo Allestimento Fondazione Ticino Musica
Lugano, 18 luglio 2022
Nel ventiseiesimo anno del Festival Ticino Musica, finalmente si è giunti alla composizione di un’orchestra sinfonica permanente del Festival. È con gioia che il direttore artistico Gabor Meszaros, dà questa notizia nella serata inaugurale, tra la soddisfazione dei presenti all’Auditorium del Conservatorio della Svizzera Italiana. L’opera che il Festival quest’anno propone – nel contesto dell’opera studio internazionale “Silvio Varviso” – è un’altra gemma rossiniana, “La Cenerentola”, anche quest’anno affidata all’estro di Daniele Piscopo, ormai vera promessa dei palcoscenici italiani. Va detto che l’impianto scenico non ci risulta del tutto chiaro, sebbene l’atmosfera a cavallo tra l’onirico e il burlesco ci sembri quella appropriata; tuttavia la cifra di Piscopo è l’accuratissimo lavoro sui ruoli, sulle dinamiche comiche, non proposte come gag slegate, ma chiaramente inserite sia nelle vicende del libretto, sia nella drammaturgia musicale che la partitura impone. Insomma, ci si diverte come ci si dovrebbe divertire guardando un’opera buffa, grazie anche alla grande disponibilità che la maggior parte del giovane cast mostra nei confronti del lavoro di scena. La direzione del ridotto, ma non certo risicato, ensemble è affidata a un’altra promessa nostrana, Camilla Rossetti, concertatrice di grande rigore e buon temperamento: il gesto controllato, che con discrezione accompagna le parti orchestrali, non si lascia sfuggire una sfumatura, e valorizza sia lo spirito rossiniano che le esigenza della scena – della quale tiene bene le redini. La compagnia di canto è giovane e internazionale, ma ci ha riservato piacevolissime sorprese, a partire dall’Angelina di Katarzyna Szymkowiak, fascinoso mezzosoprano polacco, dagli armonici sonori ed emissione brillante in tutti i registri vocali, qualità alle quali si aggiungono una disinvoltura nel canto d’agilità e un fraseggio sempre sensibile e accurato; è lei senz’altro l’interprete più apprezzata. Accanto a lei, talentuoso ma forse poco in linea con il belcanto “italiano” nell’impostazione vocale è il connazionale Sebastian Mach (Ramiro), senz’altro dotato di buona tecnica e una particolare sicurezza nel registro acuto, gli fa se mai difetto una mancanza di morbidezza espressiva della linea di canto. Simpatico mattatore della performance, oltre che dotato di una vocalità piena ed espressiva su tutta la tessitura, è il baritono messicano Jorge Eleazar Alvarez, che ci regala un Dandini di ricca vocalità, dalla recitazione spontanea, senza eccessi. Sullo stesso piano, grazie alla formazione d’attore,  Hazar Mürşitpınar (Don Magnifico), bass-baritone dalla vocalità solida e omogenea. Graziose e con il giusto tocco di antipatia Magdalena Lucjan (Clorinda) e Sofia Pezzi (Tisbe). Dopo un’inizio prudente, ci sorprende in “Là del ciel nell’arcano profondo” Masahi Tomosugi (Alidoro), con una voce forse timbricamente non particolarmente bella, ma di grande controllo e proiezione, oltre che di pregevole espressività. Il pubblico accorso, nonostante l’insopportabile calura, ha mostrato grande entusiasmo, ricoprendo tutti di applausi sul finale. Si replica a Sorengo il 24/07, al LAC di Lugano il 26 e al Teatro Paravento di Locarno il 27. Foto Andrey Klimontov