Claude Debussy (22 agosto 1862- 25 marzo 1918). A 160 anni dalla nascita
“Préludes Books 1 & 2” e L’isle joyeuse. Angela Brownridge (pianoforte). T. Time: 77′ 18″ 1CD Challenge Classics CC72727
Divisi in due raccolte di 12 brani ciascuna, i Préludes furono composti da Debussy tra il 1909 e il 1913 ispirandosi, ma solo nel numero, ai 24 Preludi di Chopin che a sua volta aveva preso come modello i 48 Preludi del Clavicembalo Ben Temperato di Bach. In realtà, in quest’opera del compositore francese, manca qualunque riferimento alle tonalità che avevano, invece, determinato le scelte dei suoi modelli più prossimi. In effetti, anche dal punto di vista formale questi lavori non hanno nulla a che vedere con il genere del preludio, essendo essi dei brani a se stanti, con i quali il compositore intese suscitare delle emozioni e dei sentimenti capaci di evocare anche un contenuto extramusicale non subito dichiarato. In questi brani i titoli, infatti, sono scritti alla fine da Debussy che non voleva influenzare l’ascoltatore con delle immagini preconfezionate scadendo così nella musica a programma. Questo esperimento fu, però, fallimentare, in quanto oggi queste composizioni vengono ricordate con i titoli e non con il numero d’ordine. Nella presente proposta discografica dell’etichetta Challenge Classics, insieme ai Preludi è possibile ascoltare L’isle joyeuse, un altro gioiello pianistico del compositore francese, scritto tra il 1903 e il 1904 e forse ispirato al quadro Pellegrinaggio a Citera del pittore Rococò Jean-Antoine Watteau.
Questi lavori sono eseguiti in modo eccellente da Angela Brownridge che, dotata di un’ottima tecnica, riesce a risolvere con facilità i passi più impervi, sebbene la vera difficoltà di questi Preludi consista soprattutto nel rendere bene l’aspetto espressivo. Anche in quest’ambito l’artista riesce a trovare delle ottime sonorità e soprattutto a coniugare quella forza e quella grazia che, secondo quanto affermato dallo stesso Debussy, in una lettera al suo editore Durand, costituiva la principale difficoltà tecnica dell‘Isle joyeuse. In generale ci troviamo di fronte ad un’ottima esecuzione che fa dell’attenzione ai contrasti dinamici e della ricerca del bel suono uno degli aspetti più evidenti, come è possibile notare in pagine come Danseuses de Delphes o La fille aux cheveux de lin. Anche nelle agilità l’artista non si lascia mai andare a sonorità volgari riuscendo a controllare il suono come accade per esempio in alcuni brillanti passi di Feux d’artifice.