Paul Schöffler (Dresda, 15 settembre 1897 – Amersham, Inghilterra, 21 novembre 1977)
Basso-baritono tedesco. Ha compiuto gli studi musicali al conservatorio della sua città natale, frequentando i corsi di violino, organo e composizione e poi di canto. Più tardi si è perfezionato in canto a Berlino e successivamente a Milano con Mario Sammarco Chiamato nel 1925 all’Opera di Stato di Dresda vi esordì l’anno seguente cantando la parte dell’Araldo nel Lohengrin. A Dresda Schöffler rimase per ben dosdici stagioni consecutive, affinando stile e tecnica di canto e ampliando continuamente il suo repertorio, il quale fin dagli inizi, non si limitò nell’area tedesca, a lui naturalmente e particolarmente congeniale, ma si estese anche all’opera italiana, in parti sia di basso che di baritono.Già prima della seconda guerra mondiale il suo nome si era affermato anche sul piano internazionale, in particolare in Inghilterra. A partire dal 1943 a Byreuth interpretò via via quasi tutte le parti del repertorio wagneriano, prima come baritono poi come basso, afffermandosi infine come uno dei migliori è quasi leggendarie Han Sachs del periodo post bellico, avvicinato soltanto dall’altrettanto mitica interpretazione dell’Olandese. Nel 1955 a Vienna Schöffler consegnò alla storia un’altra delle sue favolose hai quasi terrificanti interpretazioni: Don Pizzarro nel Fidelio di Beethoven. Schöffler è stato senza dubbio uno dei protagonisti della storia dell’interpretazione e vocale del XIX°secolo. Dotato di una voce particolarmente estesa, calda insieme luminosa, ricca di timbri e di vibrazioni, ha incarnato per anni il modello del basso-baritono di autentica scuola tedesca: forse più baritono che basso, congenialmente aperto al canto lirico e disteso, ma anche capace anche di scendere nel registro grave con naturalezza e facilità. A queste doti naturali, affinate con grande accuratezza e musicalità, egli sapevo unire L’eleganza e una duttilità straordinarie, che oltre a renderlo caro a molti dei maggiori direttore del suo tempo gli permisero una lunga carriera costellata di prove superbe in ruoli e parti fra loro così diverse anche all’interno di singoli autori quali Mozart, Wagner e Strauss. Del fatto di possedere una voce intensamente baritonale, si giovò non soltanto il suo straordinario Don Giovanni, ma anche l’altissimo Hans Sachs dei Maestri cantori di Norimberga: lirico ed energico, nostalgico e intimo, ironico e sofferto, ma soprattutto intriso di profonde sfumature musicali, dove il pressoché perfetto dominio dei mezzi vocali e di senso straordinario del fraseggio del canto wagneriano arricchisce il personaggio di molteplici qualità umane e sceniche.