Livorno, Mascagni Festival 2022: “Cavalleria rusticana”

Livorno, Terrazza Mascagni, Stagione Lirica 2022-23 – Mascagni Festival 2022
CAVALLERIA RUSTICANA
Melodramma in un atto, su libretto di Giovanni Targioni Tozzetti e Guido Menasci, dall’omonima novella di Giovanni Verga
Musica di Pietro Mascagni
Santuzza SONIA GANASSI
Turiddu DENYS PIVNITSKYI
Alfio LUCA BRUNO
Mamma Lucia MAE HAYASHI
Lola FRANCESCA MAIONCHI
Orchestra della Toscana
Coro, Voci Bianche e Teen Singers del Teatro Goldoni di Livorno
Direttore 
Roberto Gianola
Maestro del Coro Maurizio Preziosi
Maestro del Coro di Voci Bianche Laura Brioli
Regia, luci e costumi Danilo Capezzani
Scene Marina Conti
Nuovo allestimento in coproduzione Fondazione Teatro Goldoni, Mascagni Festival e Teatro Marrucino di Chieti
Livorno, 30 agosto 2022
Si conclude il Festival Mascagni di Livorno (e si inaugura la Stagione Lirica del Teatro Goldoni) con l’opera più celebre del compositore cittadino, portata in scena sulla Terrazza pubblica che da lui prende il nome, prospicente al mare. Quando giungiamo ci accorgiamo che è stato montato un palco ad hoc, e non è stato utilizzato il suggestivo gazebo già presente, ma per fortuna la scenografia riprende stile e colori della terrazza, e si compone infatti di una semplice scalinata in stile liberty – scelta intelligente di Marina Conti, ché su un praticabile simile è possibile mettere in scena praticamente la metà delle opere conosciute. Anche i costumi di Danilo Capezzani richiamano il momento storico della composizione, e ci colpiscono particolarmente la scelta del colore bianco per un coro in veste da passeggio, le voci bianche vestite alla marinara, palloncini bianchi che volano nel cielo, un’atmosfera da cartolina belle époque in interessante contrasto con il madido verismo della vicenda. Dell’attenta regia, sempre di Capezzani, non comprendiamo a fondo alcune scelte – perché l’unico vestito con pantaloni e maglietta nera è Turiddu? Perché far apparire tutto come un flashback del già defunto protagonista? Perché coreografare per forza sia il preludio che l’intermezzo? – ma in generale funziona, crea connessioni credibili tra i personaggi, e ha una sua coerenza stilistica che arriva al pubblico. Il cast è  illuminato da Sonia Ganassi, ormai solida interprete del personaggio d Santuzza. La sua Santuzza non conosce un momento di approssimazione e la sua formula vincente è la pressoché perfetta fusione tra impegno scenico, cura della frase e una linea di canto pulita e coesa. Turiddu è affrontato con grande disinvoltura – sia scenica che canora – da Denys Pivnitskyi, anche se il suo fraseggiare è un po’ generico; per il resto Pivnitskyi ha una vocalità ampia e sana, omogenea su tutta la tessitura. Luca Bruno (baritono in genere convincente) forse non era in serata, giacché il suo Alfio è apparso piatto, talvolta in affanno, quasi estraneo alla scena – e, va detto, Compare Alfio è in effetti il personaggio più difficile da far entrare in questa messa in scena, che lo vuole senza carretto né frusta, cioè i suoi oggetti rappresentativi, e non sa come gestirne la componente popolaresca. La Mamma Lucia di Mae Hayashi, invece, è convincente, grazie a centri pieni e dizione ben scandita, oltre che buon coinvolgimento scenico. Infine, ottima prova anche per Francesca Maionchi, una Lola maliarda e anche vocalmente espressiva e di bella vocalità. Il maestro Roberto Gianola si riconferma bacchetta sicura al servizio dei bei colori della partitura, e si guadagna il giusto riconoscimento, sia nei momenti sinfonici, sia in quelli concertati. I cori – sia quello di adulti che quello di voci bianchi e teen singers – ci paiono ben preparati dai maesti Maurizio Preziosi e Laura Brioli, e offrono performance a tempo, intonate e ricche di trasporto. La buona riuscita della serata è stata sancita, infine, dalla partecipazione del pubblico: quello pagante – che ha garantito il sold out – ma anche quello di passaggio, composto di giovani e di famiglie che, con rispetto e attenzione, hanno assistito alla recita, anche se da lontano. Un segnale che fa ben sperare sul futuro, in particolare della Stagione Lirica livornese.