Torino, MITO Settembre Musica 2022: Leif Ove Andsnes & Mahler Chamber Orchestra

Torino, Conservatorio Giuseppe Verdi
“CRISTALLI”
Mahler Chamber Orchestra
Pianoforte 
Leif Ove Andsnes
Wolfgang Amadeus Mozart: Concerto in mi bemolle Maggiore per pianoforte e orchestra K 482; Sinfonia in re Maggiore K 504 “Praga”; Concerto in do minore per pianoforte e orchestra K 491
Torino, 24 settembre 2022
Al ventunesimo giorno, dopo ben 55 appuntamenti, MITO Settembre Musica 2022 si è concluso, con Mozart e la Mahler Chamber Orchestra sul palcoscenico del Conservatorio “Giuseppe Verdi”. L’impaginato comprende tre pezzi di un Mozart sulla trentina: lo stratosferico concerto per piano K 482 in MI bemolle Maggiore e l’altrettanto fondamentale K 491 in do minore, inframmezzati dalla Sinfonia in Re Maggiore del 1786, detta di Praga, trentottesima delle sue quarantuno. Il pianista norvegese Leif Ove Asndes, che da alcuni anni sviluppa con la Mahler un lavoro di ricerca sui concerti mozartiani, ha guidato dalla tastiera i due titoli concertanti, il primo violino Matthew Truscott, come concertmeister del gruppo, ha diretto la sinfonia. Asndes ha sudato le tradizionali “sette camicie” per tenere a bada l’esuberanza di un gruppo dal voluminoso e prorompente suono. A un pianoforte che, con educata dolcezza, portava avanti linee avvincenti e sfumate di canto si alternavano i fraseggi ben più espliciti dei sessanta strumentisti: dalla volitiva flautista e dal temperamentoso timpanista i piano e pianissimo parevano volutamente ignorati. L’insieme poi “strappava” fraseggi e linea melodica con tale ostinazione che le “ricuciture” del pianoforte si rivelavano assai ardue.  L’esito della sinfonia, assente il pianoforte, è stato inevitabilmente più unidirezionale, ciò ha posto meno problemi suscitando però molti più dubbi. Superato il trambusto iniziale, causato dall’ammassare le sedie ai lati del palco, gli strumentisti, in piedi, hanno sferrato con energia le terzine iniziali della sinfonia. Attacco terrorizzante come si addice alle più cupe ouvertures del Don Giovanni. Non mi pare di ricordare che il suonare in piedi fosse una consuetudine della Mahler, ma credo che sia il successo di Musica Aeterna e di Currentzis ad aver incrementato l’estensione di questa moda dai gruppi del barocco a quelli che si cimentano col classico e col contemporaneo.Il primo violino Matthew Truscott  lancia il la d’intonazione e si appresta ad una ipotetica conduzione che esercita sempre rivolgendosi ai soli primi violini, suoi compagni di leggio, trascurando quasi del tutto il resto della compagine. Musicalmente ne esce comunque un buon accordo di battuta, basato sul rispetto rigoroso di un fraseggio rumorosamente circoscritto. Si ha l’impressione che suscitavano, una trentina di anni fa, le registrazioni dei primi complessi barocchi olandesi, tutto molto scandito e spezzettato, con un ostracismo dichiarato al cantabile di largo respiro. Allora sicuramente una rivoluzione che faceva giustizia dell’eccessivo “romanticismo” e dell’ipertrofia orchestrale, oggi, con Mozart, ci si chiede se sia una strada ancora efficacemente percorribile.
Al pubblico numerosissimo, tutto esaurito compresa la galleria, normalmente disertata e chiusa, è molto piaciuto e oltre agli applausi si sono uditi moltissimi gridolini giovanili di approvazione.